mercoledì 12 dicembre 2007

Montezemolo e gli statali

Tra le belle parole di pace del Presidente della Confindustria c'è pure un attacco all'assenteismo del Pubblico impiego:
''L'assenteismo non è diverso dall'evasione fiscale: si incassa uno stipendio non guadagnato a scapito dei lavoratori onesti, per questo chiedo al sindacato di mettersi al nostro fianco in questa battaglia."
Le cifre sono pesanti: i dipendenti pubblici sono assenti dal lavoro il 30% in più dei loro colleghi privati.
Queste assenze costano al PIL nazionale un bel 1%: è quasi una finanziaria.
A questo punto, prima di accusare un'intera categoria di lavoratori, bisogna fare alcuni chiarimenti: per anni, grazie al sistema del voto di scambio, si è donato impieghi e non vere funzioni lavorative utili, a persone che nella vita avrebbero forse fatto belle carriere o forse sarebbero finiti sul lastrico.
Certamente il posto fisso e sicuro dava certezze: proteggeva...... molte specie in via di estinzione, non ultime proprio quei gruppi di potere economici che temevano, più di ogni altra cosa, i cambiamenti.
La FIAT, con la sua amministrazione e i suoi interessi nazionali, dove stava all'epoca della lottizzazione dei posti pubblici?
Quali sono i ceti che si spaventano davanti ai mutamenti?
Il liberismo è bello in teoria, ma può essere doloroso.
Gli statali sono stati per decenni l'ossatura conservatrice dell'Italia e su questa gente si sono imposte politiche che premiavano interessi industriali patriottici prima e nazionali poi, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Oggi questi ...poveri statali non servono più?
E' giunta l'ora di sostituirli con moderne società gestite da privati?
Costerebbero di meno e darebbero buoni servizi, così si dice.
Arduino Rossi