sabato 27 settembre 2008

Libri di Arduino Rossi pubblicati da lulu.com e diffusi con Amazon.o.UK

Libri di Arduino Rossi pubblicati da lulu.com e diffusi con
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oppure su http://www.lulu.com/

1.

La Razza E UNA Sola by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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IL Portone Del Diavolo by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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3.

Perla Della Luna by Arduino Rossi (Paperback - 15 Aug 2008)
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4.

IL Vento Della Sera by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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5.

Il Buio Dell'Alba by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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6.

LA Radura Dei Morti by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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7.

L'Avventura Irlandese by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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8.

IL Monte Del Diavolo by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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9.

Le Vipere by Arduino Rossi (Paperback - 18 Aug 2008)
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martedì 23 settembre 2008

“Piccola Storia del Libano dal Mandato Francese all'Indipendenza”


Edizioni Solfanelli
(Collana Saperi Storia)
“Piccola Storia del Libano dal Mandato Francese all'Indipendenza”
Benigno Roberto Mauriello
208- Euro 7,50
Gli errori compiuti dell'Occidente dall'intervento francese alla fine dell'Ottocento,sin ad oggi.
Gli errori erano in un atteggiamento, che lo scrittore definisce giacobino, avvero nel mancato riconoscimento della forte presenza Maronita e cristiana in genere, nell'atteggiamento laicista, che impedì il costituirsi di uno Stato Maronita e cristiano.
Fu scelto la fusione e la confusione etnica come strategia, per non reare problemi con i vicini arabi.
Già nel 1860 i tentativi di autonomia della regione terminarono in eccidi di Maroniti da parte dei Drusi con la complicità degli Ottomani, cui l'intervento militare francese arrestò.
Si posero così le basi dello sviluppo economico per i cristiani, lasciando invece in condizioni arretrate le componenti islamiche.
Proprio per la presenza dei Drusi e degli sciiti, gruppi religiosi islamici differenti rispetto ai sunniti, si crearono situazioni di una frammentazione etnica, tanto catastrofica per il Paese.
La fine dell'impero Ottomano e la separazione della Siria provocò tensioni ancora attuali, oltre alla guerra civile della fine degli anni Ottanta del Novecento.
Si può dire, che giustamente, l'autore incolpa l'ambiguità dell'Europa, in particolare della Francia, con il suo atteggiamento contraddittorio, che impedì il sorgere di uno Stato cristiano a maggioranza Maronita, senza l'annessione di zone islamiche.
Si può dire che certi errori diplomatici e strategici l'Occidente li stia pagando e facendo pagare ancora alle minoranze non islamiche medioorientali.
Arduino Rossi

“L'ASSENZA” Lucia Ballerini


Edizioni Tabula Fati
Lucia Ballerini
“L'ASSENZA”
Euro 5,00
ANNO 2006
Poesie di una poetessa dai versi efficaci, diretti, talvolta descrittivi, ma pure un po' audaci, ma non troppo.
Usa tutte le forme e lo spessore dei suoi colori, del suo sentire emozioni, gioie, ma anche la seduzione, l'amore sfuggente e vero, forse carnale, ma mai volgare.
Si propone come una donna vera, curiosa verso ciò che è misterioso: “....tu che sei l'enigma, l'altrove.”
Il Mistero non lo ricorre troppo, anche lo evita e cerca ciò che è reale:”Su muri sgretolati forme, sostanze...”
E' pure una quasi narratrice di situazioni, narrate con mano lieve e decisa, come la seduzione femminile e i suoi eventi, talvolta fuggenti: “....venere dal pube inviolato....Brucerà un giorno...pupille accarezzano pizzi e collant...lei morde il freno....anime mani premono...Intrigante, lei sorride.”
Descrive con duro realismo pure la vecchiaia: “Ho pietà delle tue mani delle tue vene grosse... Ai figli che non aspetti più davanti alla scuola.”
Su tutto o sotto ogni realtà pervade un certo pessimismo, senza scampo: “ Memorie d'ombra.....sono solo foglie morte come erti amori.”
Arduino Rossi

IL VOLO INVISIBILE DEGLI ANGELI


Edizioni Tabula Fati
Adriana Vicoletti
IL VOLO INVISIBILE DEGLI ANGELI
ANNO 2003
Euro 5,50
L'amore e la ricerca del perché si esprime in una narrazione vera, anche carnale, quasi cruda, piena di esperienza personale di amore vissuto e intenso, di ricordi, con tanti perché, tanti dubbi e un po' di dolore, di paura del divenire nella malattia, nella vecchiaia e nella morte.
Quindi sono fatti, sono avvenimenti al femminile, in un narrare da donna, prima ancora da ragazza in era di amore, perché solo essere amati e amare da un senso all'esistenza, che diverrebbe solo odio,violenza, ricerca di profitto.
Infatti l'autrice ringrazia alla fine del libro: “A tutti coloro che mi hanno amata. Grazie!”
L'amore quindi come incontro di corpo e anima, ma di conoscenza, scambio e dialogo tra generazioni.
Su tutto il libro pesa e si sviluppa il pensiero “filosofico” dell'autrice con i suoi perché e le sue quasi risposte.
Arduino Rossi

Mauro Berbech Rossi “Immagini di Psiche Infrante”


Ed. LIBROITALIANO WORD
Poesie
Mauro Berbech Rossi
“Immagini di Psiche Infrante”
2007 – Euro 12,00
Poesie Brevi, leggere e per nulla banali, anzi con quel piacevole gusto di essenzialità e ricordi.
C'è un rimpianto appena abbozzato, una psiche sognante, attenta all'impercettibile, ciò che va oltre: “...filo di fumo di una candela morente......”
E' solo uno stato d'animo?
“.....spettri creativi”, sono ciò che “da forma all'assoluto”?
Dopo anni di lettura di brutte poesie, tutte simili, con ridondanti espressioni, ecco che trovo qualcosa di fresco, di giovane e non monotono.
Si può leggere con interesse: “.....i folti capelli verdi della terra.”
Oppure percepire il suono del brano: “Un'esplosione di foglie oscura il limpido cielo.”
Arduino Rossi

UN ANELLO DI LAME


UN ANELLO DI LAME
Ed. TABULAFATI (Solfanelli)
Marcello Avanzo
Ed. 2003 Euro 5,00
Questa raccolta di racconti è tutta basata sulla cattiveria, anzi sulla cattiveria, anzi la crudeltà.
Più esattamente ciò che la mente umana, nel più torbido del suo sentire, sa esprimere.
La ferocia di certi personaggi sfiora l'assurdo, il sadismo malato.
Sono così i serial Killer?
L'autore parla di persone che non conoscono la pietà, l'amore, la sincerità, ma forse la follia, la malvagità sadica, per la psicologia, è una forma di autopunizione spostata all'esterno.
Il sadismo è un masochismo che si sfoga sugli altri.
Così il racconto del ragazzo che “punisce” il padre ubriacone con una morte orrenda, pare l'esempio di questo genere letterario.
Tutti i personaggi di questi racconti sembrano persone che hanno vissuto infanzie difficili, anzi orrende, con genitori terribili, sempre pronti a castigarli per un nonnulla.
Forse dietro c'è solo un bisogno potente di arrivare, nonostante bloccato da tante sconfitte.
Perché tanta ferocia?
Per sentirsi grandi, adulti, potenti?
Arduino Rossi

CINQUANTA POESIE

Ed. TABULAFATI
CINQUANTA POESIE
ANNA VENTURA
(Versione in francese di Paul Courget)
2003 Euro 7,00
50 poesie della poetessa abruzzese Anna Ventura, con la a-fronte pagina, tradotto dal valido poeta francese Paul Courget.
Sono liriche ispirate al mondo agreste o a oggetti semplici, con la loro magia.
Ci sono alberi e frutti, bambini,comignoli, altalene e campi fioriti, di un Abruzzo quasi antico, sicuramente sempre simile a se stesso, con la sua armonia: è un mondo minuto, senza grandi emozioni, ritmato dal sole e dalla Luna, dal trascorrere delle stagioni, lontano dal caos cittadino.
Particolarmente piacevoli sono gli Haiku, versi notoriamente difficili per la forma esile di 3 righe e di 5, di 7 e di 5.
La nostra poetessa conosce la materia ed evita quindi giochi di nomi banali, ma sa dare il meglio di sé con ritmi lievi, immagini veloci, come ricordi che transitano nella mente.
Anna Ventura è una Poetessa riconosciuta sia dalla critica, sia per il suo valore e con questa opera supera il confine del suo Abruzzo, portandola nella Francia dalla lingua musicale, morbida e decisa, grazie al valore di un ottimo poeta francese.
Arduino Rossi

martedì 16 settembre 2008

India e cristiani bruciati


E' mai possibile che l'unico interesse dei nostri giornalisti, tanto criticati dal nostro comico nazionale, Beppe Grillo, sia legato al petrolio e ai conflitti relativi: i diritti umani e le violenze contro gli ultimi della terra sono trattati con superficialità.
Un tempo c'era un po' di pietismo e di comprensione verso gli ultimi.
Si vede che i bambini dell'Africa, ridotti a pelle e ossa, non fanno più notizia.
Invece le guerre per gli oleodotti sono più interessanti, come il conflitto per la Georgia, tanto importante per il caro carburante, alla pompa di benzina.
In India i fanatici indù sgozzano e bruciano dei poveracci, in genere paria, che si sono convertiti al cristianesimo per uscire dalla logica demenziale e nazista delle caste.
Non si sono levati cori di protesta, i liberali e democratici europei, tanto attenti ai cavilli di norme nazionali, non hanno fatto commenti.
I comunisti, i socialdemocratici di ogni tendenza non hanno neppure borbottato, non sono affari loro.
Là invece la gente brucia viva e in Europa, questa inutile, mastodontica, lontana Unione Europea non si è degnata neppure di una nota di protesta contro l'India: non se ne cure della libertà di coscienza in quel Paese.
Gli amanti del Tibet non si sono scomodati, come il signor Beppe Grillo tanto attento agli umori e alle mode dei suoi grillini.
Che mondo di .......(lascio a voi concludere la frase).
Un fatto è certo: se non lottiamo per la libertà di coscienza per il Tibet, per l'India, per l'Arabia Saudita oggi, domani dovremo tacere davanti alle prepotenze di qualsiasi cretino barbuto, psicopatico, esaltato e criminale assassino.
Arduino Rossi

L'Italia peggiora


Non so voi, ma io vedo peggiorare la realtà, a vista d'occhio: abbiamo un Capo dell'Esecutivo che risolve tanti problemi, ma non esiste più un'opposizione coraggiosa, decisa e critica.
Abbiamo le strade di Napoli pulite, Alitalia resta italiana, mentre i dipendenti pubblici non si ammalano più.
Cosa possiamo desiderare di più?
Intanto torna il voto in condotta, i sindacati contano sempre di meno e i giovani resteranno precari sino alla pensione.
L'arroganza dei capi e dei capetti non ha limite e nei posti di lavoro o si abbassa la testa o non si lavora.
Pure la politica meritocratica nel pubblico impiego dà risultati folli: da sempre il clientelismo negli uffici ha favorito e favorisce forme di alleanze per scaricare i compiti più gravosi, meno “decorosi” ai soliti indegni, ai paria, ai servi della gleba di turno.
L'arroganza non ha confini e ora, con i tagli dei fondi e il sacro principio del merito, che nel pubblico è sempre più una barzelletta.
Infatti i “meritevoli” quasi mai sanno scrivere un testo scritto di protesta per autenticare il loro “genio”: sono banali, ridicoli, spesso sgrammaticati, sempre con un linguaggio povero di termini, di forme sintattiche, di espressioni sensate.
Che peccato! Certi genialoidi sono privi di doti letterarie, non hanno la capacità di sintesi, neppure il senso del ridicolo.
Queste doti dovrebbero riguardare pure certi personaggi che ci governano.
Inoltre, nella vita reale, le cose non migliorano e i diritti delle persone si assottigliano.
Pure questo è uno dei successi del governo Berlusconi?
Arduino Rossi

Berlusconi, Putin e la politica estera dell'Italia


Ora Berlusconi è tutto impegnato a trattare con l'amico Vladimir Putin, altro esponente di primo piano di uno Stato produttore di petrolio, non si sa bene se il primo o il secondo produttore di oro nero al mondo.
Con l'Unione Europea come vanno le cose? Il nostro premier tutto affari non rischia di esporsi troppo?
Non temete!
Silvio sa come trattare con gli amici ed eccolo al telefono con il presidente francese
Nicolas Sarkozy, saltando commissioni e perdonatemi la schiettezza, pure i Commissari che pare non contino molto, quando sono lontani dai governi più “pesanti” d'Europa, come Francia, Germania e Gran Bretagna.
Sì, Silvio Berlusconi sa ben tmediare con gli uomini politici di tutto il mondo: una bella chiacchierata al telefono e tutto funziona, viene messo al suo posto.
La politica estera di una nazione come l'Italia può essere gestita come quella di una grande azienda di famiglia?
Si avranno dei vantaggi economici, ma la diplomazia non vive solo di compra e vendite, di appalti guadagnati, di petrolio acquistato a buon mercato.
Quando si guida una Nazione bisogna preoccuparsi pure del suo avvenire: buoni accordi si trasformarono in passato in cattive alleanze, in giochi pericolosi.
Le alleanze e i contatti diplomatici ci possono creare dei problemi in futuro: un'amicizia troppo stretta con un dittatore alla fine può metterci in cattiva luce se quel dittatore cadrà.
Certi accordi possono spostarci verso scelte pericolose ed alleanze sconvenienti, addirittura costringerci a ridiscutere le nostre posizioni diplomatiche.
Vedremo come andrà a finire la real-politic del nostro nuovo “grande diplomatico” dal telefono facile.
Arduino Rossi.

Napoli, tifo violento


1.500 tifosi sono difficili da gestire e contenere. con qualche centinaio di esaltati, pronti a tutto, che si mischiano nella massa.
Le polemiche successive sono sempre quelle, tra polizia, ministri, politici di destra e di sinistra, giornalisti, buonisti o intransigenti.
Forse la faccenda è più semplice di quanto si creda, anzi semplicissima: bisogna applicare un antico principio, tanto ripetuto a voce e quasi mai messo in pratica.
E' pure un proverbio popolare, lo conoscono, lo cantilenano anche i bambini: “Chi rompe paga!”
Chi dovrebbe pagare i danni sull'intercity e alle linee del trasporto pubblico di Roma?
Non certamente i soli 5 fermati, né i soliti capri espiatori, presi dalla massa e posti ben in vista per il pubblico ludibrio, ma tutti i colpevoli scoperti sul fatto, per i danni provocati e provati grazie a videocamere, a testimoni coraggiosi (più esattamente li definirei eroici), se ce ne saranno .
Tutto questo non riguarda neppure il penale, ma basta applicare il Codice Civile, ovvero aprire cause di risarcimento da parte degli enti pubblici in questione.
Ora gli ostacoli che si contrappongono sono diversi: il primo sta nel riconoscimento dei vandali, nella raccolta delle prove a loro carico.
Bisogna poi ricordarsi che i teppisti, per poveri che siano, hanno sempre degli avvocati e questi, pur non essendo sempre dei Principi del Foro, sanno inceppare le cause, discutere l'ovvio e l'evidente, mandando in crisi le argomentazioni dell'accusa.
L'accusa parte sempre dagli enti pubblici offesi: nella nostra cultura nazionale sono beni posseduti da tutti e quindi di nessuno, di conseguenza sono beni mal difesi, mal protetti e tanto meno difficilmente risarcibili in caso di danneggiamenti.
Altro problema sta nella nullatenenza di molti di costoro, che non lavorano, non hanno nulla ufficialmente su questa terra, né qualche rendita.
Le soluzioni ci sono, ma la volontà politica per applicarle temo di no: accelerare e semplificare i procedimenti, in questo caso quelli civili, con un rito abbreviato per casi particolari, come i danneggiamenti volontari.
Già con questo metodo si avrebbero delle buone armi per scoraggiare i soliti facinorosi, ma non basta.
Arduino Rossi

GHEDDAFI, LE COLONIE E I PROFUGHI ITALIANI IN LIBIA



Scrissi un articolo, qualche giorno fa, sul raggiunto accordo da parte del governo italiano e quello libico sui risarcimenti per l’occupazione coloniale italiana.
Premesso che io, personalmente, non darei un centesimo al dittatore libico, mi è arrivato un garbato e.mail di protesta da parte di un profugo, un italiano espulso nel 1970 dal dittatore libico, quando salì al potere.
Giustamente fece notare le violenze e le irregolarità degli espropri compiuti ai danni della piccola comunità italiana, delle dissacrazioni del cimitero e della cattedrale cattolica a Tripoli ed altro ancora.
Che posso dire in mia discolpa, per uno scritto che non voleva offendere i libici, i mussulmani ed altro, per non essere poi accusato, è già capitato, di fomentare l’odio razziale e religioso.
Io sono solo un opinionista e come tale dovrei dire la verità, tutta la verità e nient’altro, oppure raccontare e denunciare fatti, contraddizioni e abusi dei potenti.
In realtà spesso mi trovo a combattere contro questo e quello.
Se non ho descritto i fatti della dittatura di Gheddafi era solo per buon senso, per non provocare altro odio e scontri, altri vespai.
Se c’è un po’ di pace è meglio approfittarsene e non aizzare i conflitti, lasciando trapelare i fattacci tra le righe: chi ha orecchie per intendere intenda.
Arduino Rossi

Petrolio e la resa della politica


Petrolio e ancora petrolio: si dice che le risorse dell’oro nero saranno esaurite nel 2050 o prima, che ce ne sia sempre di meno, che si dovrà cambiare tutta la politica energetica senza petrolio,
Ovviamente queste valutazioni non prendono in considerazione i giacimenti ancora da scoprire, né il miglior sfruttamento dei giacimenti attuali.
Tutto questo però porta all’accaparramento del prezioso liquido, con trattati, amicizie interessate con Stati produttori.
Si chiudono entrambi gli occhi sui diritti umani dei Paesi produttori e si fanno strane strategie diplomatiche.
Pare, anche se i dati ufficiali non lo dicono, che il Paese con le maggiori riserve di petrolio, in giacimenti scoperti e da scoprire (molto si sa grazie ai rivelamenti dei satelliti) sia l’immensa Russia: sono in Siberia.
La politica dell’Occidente verso questo gigante che sta rialzando la testa è un po’ strana, anzi “misteriosa”: si vuole tornare al clima della guerra fredda, si sostiene che Putin non sia un amico della democrazia, fatto purtroppo certo, che la grande e appena ritrovata “Santa Russia”, Ortodossa, nazionalista, un po’ imperialista, sia pericolosa.
Per risolvere la questione della Georgia basterebbe concedere qualche spazio in più alla ex potenza mondiale, non circondarla con Stati dell’Alleanza Atlantica e di scudi spaziali.
Sì, sarebbe sufficiente non esagerare e non istigare il nazionalismo dell’orso russo, ma forse è questo che vuole una parte dell’Occidente, quella parte che trae vantaggi dal caro petrolio, che agisce di conseguenza per provocare crisi o istigare dittatori, oligarchi per far salire il prezzo del petrolio.
Più l’oro nero costa e più i guadagni saranno alti per gli speculatori e ci dovremo immischiare sempre più in conflitti locali incomprensibili, dannosi ed evitabili: per non finire nei guai basta aprire gli occhi, almeno a livello di opinione pubblica.
Arduino Rossi

Libia e l'immoralità della politica


L'immoralità della politica, della diplomazia, o quanto meno la amoralità è nel pensiero e nelle tradizioni diplomatiche della penisola.
Siamo sempre stati dei temporeggiatori, degli opportunisti?
La politica estera può essere, anzi deve essere, scritta e applicata con furbizia, ma forse da noi ci si scorda troppo delle vittime delle nostre debolezze.
La Libia divenne una colonia Italiana dopo il conflitto contro la Turchia del 1912: allora l'Italia era liberale e guidata da un intelligente statista, Giovanni Giolitti.
Fu facile preda per le nostre truppe, ma fu pure difficile contenere le rivolte delle popolazioni nomadi dell'interno: ci furono feroci repressioni e proprio con il fascismo la colonia fu “riappacificata”.
Molti italiani si erano già trasferiti o si trasferirono proprio in quel periodo: divennero coloni e si dedicarono in particolare all'agricoltura , nei pochi campi arabili della costa .
Ci fu la sconfitta della Seconda Guerra Mondiale e questi italiani rimasero, almeno in parte, tra diverse vicissitudini, come “ospiti”, in terra straniera.
Nel 1970 ci fu il colpo di stato di un giovane colonnello dell'esercito libico, di nome
Muhammar Gheddafi.
Tra le sue iniziative ci fu quello dell'esproprio dei beni degli italiani: si stimò un valore di 400 miliardi di lire dell'epoca, che rappresenta una somma enorme se rivalutata in Euro.

Ventimila italiani furono espulsi e mai risarciti di case, di campi bonificati, di beni ottenuti con il loro lavoro e anni di sacrifici.
Ora si fa festa per il trattato, ma costoro subirono una grande ingiustizia.
L'Italia degli anni Settanta era impregnata di ideologia: i profughi furono visti come ladri di terre, come nostalgici del regime colonialista e fascista.
Furono abbandonati al loro destino e non ricevettero risarcimenti, ma solo briciole: furono pure loro delle vittime del periodo coloniale italiano.
Arduino Rossi

Obama e politia estera statunitense


Sino ad oggi abbiamo visto una politica estera piuttosto miope uscire dalla Casa Bianca: gli interventi militari sono stati parecchi e hanno avuto il solo risultato di provocare l'impennata dei prezzi petroliferi.
Gli attriti internazionali sono tanti, dalla Russia e Georgia, allo scudo spaziale in Polonia, ai conflitti regionali come in Iraq, ai contrasti con l'Iran, ai problemi seri nel corno d'Africa e tanti altri.
Obama sarà più bravo?
E' tutto da vedere e da provare: la politica estera degli Stati Uniti pare seguire delle linee che sono indifferenti alle scelte del singolo presidente, Repubblicano o Democratico che sia.
In questo caso però Obama ha fatto una proposta, difficile da realizzare, ma molto interessante: si è impegnato di rendere indipendente gli Stati Uniti dal petrolio arabo.
Sembra una questione interna, invece non è così: ci riguarda tutti perché è proprio per il petrolio che gli Usa sono in guerra in Iraq e in Afghanistan.
Mi azzardo ad affermare che il terrorismo ha lo sprono, i suoi interessi e i suoi finanziamenti proprio dai proventi della vendita degli idrocarburi.
Io in genere non mi sbilancio, ma questa volta mi schiero, pur non avendo diritto al voto negli Stati Uniti: se fossi uno statunitense non avrei dubbi e farei propaganda per il primo presidente nero alla Casa Bianca, o così spero che sia.
Non è solo per la simpatia a idee antirazziste e vedere finalmente qualcuno che non sia il solito anglosassone puro, con idee e mentalità un po' chiuse per noi.
Non ho grandissime speranze, ma almeno una politica più attenta ai problemi ecologici, con un atteggiamento più accorto verso le alleanze e i rapporti internazionali non farebbe male al mondo.
Arduino Rossi

Eluana , morte o vita


Un padre ama sua figlia sino alla morte, non c'è dolore per un genitore più grande dell'angoscia di sapere che un proprio figlio possa morire: tutti, o quasi, preferiscono la propria morte a quella della propria discendenza.
Come è possibile che un padre scelga di togliere l'ultima possibilità di vita a sua figlia?
Non si può giudicare, deve essere disperato e il suo dolore deve essere rispettato: il silenzio dovrebbe essere doveroso, se questa scelta non aprisse ad altre ipotesi meno felici.
Quanto costa Eluana al sistema sanitario nazionale?
Quanto costano tutti gli altri casi simili?
Dietro a questa polemica, tutta teorica, tutta politica e tutta etica ci sono degli interessi economici?
In un epoca di tagli alla spesa pubblica, con un mondo di ammalati e vecchi sempre più numerosi, questa lotta giudiziaria ha qualcuno alle spalle?
C'è chi vuole risparmiare fondi “inutili”?
Voglio essere chiaro, pure le cliniche private possono avere degli interessi a proseguire nell'accanimento terapeutico: non scordiamoci che spesso dietro questi casi al confine dell'esistenza si provano nuove forme di cure.
Questo è corretto, perché la vita e la qualità della vita deve andare avanti: guai a non lottare contro la morte.
Perché non si parla degli interessi che spingono le diverse scelte, a favore del testamento biologico o no?
Arduino Rossi

Il braccialetto elettronicoe le carceri piene


Il braccialetto elettronico non è considerato come strumento per ridurre il numero dei carcerati.
Il problema è complesso e le opinioni sono diverse: sono contrastanti, pure di principio e spesso contraddittorie.
Il cosiddetto braccialetto è applicato soprattutto negli Stati Uniti e ha avuto in passato evasioni sorprendenti: essendo uno strumento di controllo elettronico a distanza può subire inganni, rotture, che lo hanno pure reso di scarsa utilità in certi casi.
Oggi pare che ci siano nuove versioni più sicure, che permettono di controllare bene, pure lontano, il prigioniero con il suo guinzaglio invisibile: si dovrebbe sapere, minuto dopo minuto, dove si trova l'inquisito.
Dovrebbe provare quindi, se il pregiudicato volesse delinquere, dove è in ogni istante: se esce dal suo tragitto solito, casa e lavoro per esempio.
E' nulla di grave quindi, è solo un sistema per fare uscire qualche carcerato per colpe minori e rimetterlo, con qualche garanzia in più, nella vita civile.
Gli argomenti a favore sono quelli legati a un controllo invisibile senza dover recludere il sospetto o anche il condannato, per reati di minore importanza: in teoria potrebbe favorire tutti quei personaggi che dovrebbero restare fuori dalle prigioni, perché la loro colpa è legata al bisogno di sostanze stupefacenti.
Si potrebbe così favorire il loro reinserimento, se fossero seguiti, anche con le manette elettroniche, per accertarsi cosa fanno, se sono inseriti in comunità di recupero, se non frequentano certi ambienti,
Tutto questo è in teoria, ma in pratica, specialmente in Italia, come funzionerà questo strumento?
Qualche dubbio esiste, soprattutto quando si accennano ai costi elevati.
Inoltre non si impedirebbe al pregiudicato di mettere in pratica i suoi loschi propositi, ma solo di facilitare le indagini, provando che il personaggio era sul luogo del crimine.
Un marito violento, come un tifoso con l'obbligò di non avvicinarsi agli stadi, come uno condannato a qualche obbligo di dimora, potranno essere controllati.
Sinceramente non vedo quali grandi svantaggi possa portare questo metodo di polizia carceraria: ora ci sono tanti dubbi, ma si potrebbe provare anche in modo sperimentale.
Non ci sono neppure grandi entusiasmi, tanto meno non mi immagino carceri svuotate da questo arnese.
Invece tra i contrari più accesi si trovano coloro che vedono in questo un complotto di un fantomatico Grande Fratello, quel potere assoluto che ci potrebbe spiare passo per passo, rendendoci tutti suoi servi
Arduino Rossi

Cosa cercano i nostri fisici europei a Ginevra?



L'acceleratore di particelle invierà il primo fascio di protoni il fatidico 10 settembre 2008 che, lungo i 27 chilometri dell'anello del Large Hadron Collider (Lhc), dovranno ricreare le condizioni del Big Bang, in base alla relatività di Einstein: si esplorerà il segreto della grande esplosione che generò il nostro Universo, il tempo e lo spazio da noi conosciuto.
Cosa cercano i fisici in questo sorprendente e molto costoso esperimento?
I segreti della materia, del tempo e dello spazio, ma pure nozioni sulla nascita dell'Universo.
I vantaggi potrebbero essere enormi per tutti, anzi queste ricerche cambieranno il destino dei nostri figli e nipoti.
Per questo avvenire glorioso dobbiamo rischiare il nostro presente, finire nel nulla di un buco nero?
Che brutta fine di tutti i nostri desideri, le nostre ambizioni, le speranze, le paure e le angosce.
Non sono un esperto, ma ho la convinzione che dopo il 10 settembre il mondo non terminerà, né avremo risposte che ci permetteranno di avere energia pulita a buon mercato, dalla fusione nucleare, né tante altre belle cose come nuovi motori per navicelle spaziali.
Tutto sarà come prima o quasi e i nostri terrori si sposteranno su rischi tradizionali: terrorismo, inquinamento nucleare, batteriologico e chimico.
Invece si vede che i nervi siano a fior di pelle per tutti.
Un tempo un esperimento simile avrebbe attirato l'attenzione di tantissimi profani, ragazzi, ragazzini, ma anche molti adulti: avrebbero ascoltato le teorie dei fisici, stupendosi per le loro affermazioni sui buchi neri, sul Big Bang, sulla relatività di Einstein.
In molti avrebbero sognato ad occhi aperti viaggi spaziali, i film e i libri di fantascienza avrebbero avuto un'impennata nelle vendite.
Ora siamo alla cultura dell'apprendista stregone, non per una mentalità oscurantista trionfante, ma per i gravi danni all'ambiente e per le paure dell'inquinamento, per l'effetto serra, per i disastri che si vedono già e per un mondo reso più brutto dal cattivo sfruttamento della tecnologia.
Arduino Rossi

Comunismo, socialismo reale e fallimento politico


Per tutto il Novecento questi Stati, così organizzati, erano visti da una parte della popolazione mondiale come ideali, come modelli di efficienza e di giustizia.
La fame, la miseria, lo sfruttamento, si credeva, nei regimi di Socialismo Reale, non si sapesse cosa fosse: la prima vittima era la verità, che doveva essere sempre nascosta, si doveva sempre negare, pure l'evidenza.
La morte di un dittatore quasi mai lascia tristezza sincera, pietà, compassione, tranne anni dopo, quando qualcuno scopre che “si stava meglio quando si stava peggio”: i nostalgici delle peggiori tirannidi non mancano mai e non c'è stato regime, per disumano, terrificante e sanguinario, che non abbia avuto e abbia i suoi fans, dopo che è terminato nella spazzatura della storia.
Cosa tiene vivo uno Stato comunista solitario e irriducibile?
La paura sicuramente è un collante terribile, ma pure il timore di cambiare: noi umani sappiamo resistere in condizioni di sofferenza terribile, sbuffando, borbottando, ma mai ci ribelliamo, tranne in rari casi.
I Nord coreani sono così costretti a far finta di essere felici, quando difficilmente riescono a riempire la pancia, quando non hanno nulla, neppure la possibilità di dire il proprio pensiero liberamente, professare la religione che preferiscono, credere in ciò che vogliono e andare dove a loro pare.
Vivono in una grande prigione, terribile.
Un fatto però bisogna ammettere: tutti i regimi comunisti avevano poco pane, poche case decenti, pochi abiti, per di più molto brutti, ma avevano anche scuole, pure buone, servizi sanitari decenti.
Spesso la fine del comunismo significò, per molti anni se non per sempre per una parte della popolazione, la fine di tutto questo: sparirono i medici gratuiti, la scuola totalmente senza costi sino all'università.
Nonostante questi cambiamenti negativi, nonostante la perdita di qualche diritto fondamentale, per fasce ampie della popolazione non ci fu neppure un miglioramento economico, i nostalgici restano sempre pochi.
Cosa hanno di diverso ora?
C'è la possibilità di parlare quasi liberamente, la completa libertà resta sempre un'utopia.
Arduino Rossi

L’11 Settembre


L’11 Settembre è appena trascorso: sono 7 anni che ci si chiede cosa stava dietro a quel attentato.
Le ipotesi sono tante e i dubbi crescono, ma certamente non è stato un complotto americano contro l’Islam, come sostengono certi teorici che non sanno cosa sia la razionalità.
Dire che l’attentato se lo sono fatto gli americani significa sostenere che il marito si è vendicato, tagliandosi gli attributi virili per far dispetto alla moglie.
Un fatto però è vero: l’11 Settembre è servito di scusante e sprono per una serie di interventi militari dal fine “misterioso”, che spesso non avevano nulla a che vedere con la lotta al terrorismo.
La caccia a (Bin Laden) e all’organizzazione (Al.qaida) continua, ma sfugge il senso di questa lotta e come terminerà.
Perché questo terrorista è così imprendibile?
Come riesca a sfuggire a una caccia così serrata?
Non si capisce neppure chi e perché si finanzia questa Società del terrore.
Io trovo una risposta sensata solo se la si cerca nel controllo delle fonti petrolifere internazionali.
Oso dire che i terroristi islamici combattono per la loro causa, ma a finanziarli e così a renderli pericolosi, siano altri interessi, più economici e meno religiosi.
Il petrolio, il suo prezzo di mercato e le riserve petrolifere sempre più scarse, possono giustificare molte cose, molte scelte, compreso il foraggiare criminali assassini, perché possano agire contro gli Stati Uniti, ma anche Russia e Cina: non immagino un solo burattinaio per la strategia del terrore, ma diversi ispiratori e fornitori di armi e di addestratori.
Chi possono essere questi criminali, che stanno dietro le quinte di questa guerra?
Più che persone immagino interessi, o meglio individui senza scrupoli che agiscono per dati vantaggi: li si possono trovare nel mondo della finanza, tra le compagnie di estrazione dell’oro nero, tra gli Stati che possiedono il petrolio.
Il terrorismo e il fanatismo islamico si sgonfierebbero, come palloncini colmi d’aria, se questi gruppi di potere ed interessi non li foraggiassero direttamente e indirettamente.
C’è chi poi aiuta involontariamente i terroristi con una rete di informazioni, di bugie e di teorie assurde, irrazionali, insensate, per creduloni di tutto il mondo.
Arduino Rossi

Brunetta, e le consulenze


Quindi il “giustiziere delle tasse” mal spese non perdona e si inventa pure un sito online, per mostrare chi, dove, quanto sono costati questi consulenti e le loro consulenze: tutti potremo trovare tante cose, come sia importante e complicato progettare l'arredo urbano, quello che tutti hanno definito orrendo.
Sapremo quale genio dell'architettura ha rovinato questa o quella piazza con lampioni così brutti da far accapponare la pelle.
Le fioriere invece, parafrasando il Ministro, erano state scelte da quel architetto che nessuno conosceva, ma che si era fatto pagare molto bene.
Quante polemiche usciranno nelle regioni, nelle province e nei comuni, in particolare in quelli piccoli, dove tutti si conoscono: si scoprirà, in alcuni casi, che la moglie del sindaco, il figlio e tutti i cugini sono consulenti espertissimi, nonostante la loro ignoranza bestiale.
Il Bel Paese si ritroverà nelle piazze a litigare, a borbottare, a maledire.
Invece i sindaci e gli amministratori, dall'alto delle loro cariche democraticamente elette e della fiducia ricevuta alle ultime elezioni, assicureranno, con dati alla mano, che è tutto giusto, che il cugino, scusate, il tecnico si meritava tutti quei soldi.
E' tutto legittimo, tutto legale?
Molto o poco che sia certamente non è tutto in regola: ci sono situazioni non difendibili, né da destra, né da sinistra, ma si sa, quando si va a votare si sceglie il meno peggio.
Se poi non ci sono soldi per le mense della scuola materna e i bambini mangiano cibi scadenti, perché il denaro non basta, che si può fare?
Se nelle case comunali abitano, fra gli altri, i soliti architetti, avvocati, (quelli delle consulenze?) che pagano affitti miseri, miseri, mentre molti poveracci non hanno un buco, che si può fare?
Purtroppo la scelta ideologica ha spinto per troppo tempo noi italiani a preferire i nostri amministratori non per le loro reali capacità e onestà, ma solo per i loro schieramento.
Quindi chiedere giustizia, chiarimenti e pretendere perché non si sono scelti certi liberi professionisti meno costosi di altri, costosissimi, ma fuori mercato per il privato è un dovere.
Non facciamoci fregare anche questa volta: certe giustificazioni per certe spese non reggono ai dubbi e alle obbiezioni.
Non facciamoci prendere per il naso e se la faccenda supera qualsiasi valutazione sensata pretendere anche che la tale giunta, con il sindaco in testa, vada a casa, dia le dimissioni, non è un peccato mortale, che si commette contro le nostre ideologie ammuffite, di destra o di sinistra che siano.
Arduino Rossi

Lavoro e perdita dei diritti


Il lavoro non si trova, o è sempre meno pagato: i diritti conquistati anni fa sono stati annichiliti da atteggiamenti sempre più arroganti dei datori di lavoro.
Cosa sta capitando a questa povera Italia dei lavoratori?
Quando avevo ventenni essere operaio, per la mia cultura allora molto diffusa, non era un disonore da nascondere: io credevo nella dignità delle persone, di tutte le persone, compreso degli ultimi.
Oggi invece la disonestà sta raccogliendo sempre più ammiratori, proprio tra gli allocchi che sono derubati dai furbi di turno.
Il denaro guadagnato onestamente è sempre poco, ma almeno un tempo i ladri li si volevano in prigione e non in luoghi rinomati o al potere.
Così i diritti dei non furbi si riducono sempre più.
E’ sempre attuale e veritiero il proverbio popolare che sostiene: “Chi ruba tanto fa carriera, ma chi ruba poco va in galera.”
I furbetti di periferia, prima o poi pagano i loro debiti con la giustizia: solo i grandi ladri sono stimati e osannati.
Così ci si vergogna, in molti, di indossare una tuta da operaio.
Quando si è impiegati mal pagati ci si nasconde come fosse una colpa guadagnarsi il pane onestamente.
Solo i grandi speculatori sono ammirati, specialmente se mostrano gli status symbol a tutto il popolo, come buzzurri arricchiti.
La sconfitta dei lavoratori, specialmente delle nuove leve, sta proprio in quella mentalità da ricconi mancati e immaginari, ma sfruttati reali.
Arduino Rossi

Guzzanti insulta il Papa


Paolo Guzzanti, deputato del Pdl e padre dell'attrice Sabina Guzzanti non ci sta.
La figliola non deve finire al rogo come Giordano Bruno e ha ragione: non siamo più nel Medioevo buio e fanatico.
Siamo in un epoca dove si può dire ciò che si vuole.
Se volessi ripetere le parole usate in piazza Navona contro il Papa, contro questo e quello non meriterei una bella denuncia?
Il “No Cav day” doveva essere una manifestazione alternativa, ma cosa scopro: la figlia di un esponente della maggioranza scende in campo contro il papà e contro i partiti.
Perché lo fa?
Basta ricordare come finì con il 68, quando i rampolli migliori della buona borghesia divennero ugualitari, maoisti, sovversivi contro i paparini, che però avevano pazienza.
Quando finì la confusione i bravi bambini tornarono a casa e presero il posto dei cari genitori: i figli degli industriali divennero industriali, i figli dei primari divennero medici e poi primari, i figli dei banchieri divennero banchieri.
I figli degli operai che fine fecero?
Si trovarono un posto sicuro nel sindacato o in posta e continuarono la lotta.
Che delusione! I figli del Terzo Millennio si mettono in un nuovo movimento e vogliono la rivoluzione contro i partiti corrotti.
Non c'è già stata una rivoluzione simile in Italia?
I comici devono diventare leader di nuovi movimenti libertari: questo è grave, anche perché molte cose che dicono sono vere, ma però non credo che tali signori abbiano interesse aiutare la realtà attuale.
Non credo neppure che i giovani ribelli in Piazza Navona vogliano, o hanno .....per mutare questo Paese ingessato che è l'Italia, zeppo di precari disperati e di raccomandati con il posto sicuro.
Insultare il Papa è un diritto?
Arduino Rossi

Rigidità del bel Paese


La crisi economica italiana non ha tregua, nonostante le parole e gli intenti del governo, della Banca d'Italia: il sistema Itala è entrato in crisi proprio con la moneta unica, che ha messo in evidenza i difetti strutturali della nostra economia.
Abbiamo un Paese con rigidità sia nel pubblico che nel privato: mancano reali situazioni di competizione, oltre a privilegi privati, che non sto ad elencare, che ci appesantiscono.
Inoltre siamo legati mani e piedi al petrolio, per quanto riguarda la produzione energetica.
Le infrastrutture sono antiquate, soprattutto per il fatto che le merci trafficano sulle strade e non con i treni, via nave.
Tutto questo ci costa tanto, anche perché esistono realtà monopolistiche per quanto riguarda alcuni settori, come il commercio dei prodotti dell'agricoltura.
Snellire il Paese, tagliando rami secchi significa avere coraggio, combattere poteri locali e nazionali, ostacolare monopoli consolidati in decenni e dare libertà alla stampa, sempre più schiava di interessi e di padroni.
Proprio la stampa nazionale pare sempre più debole, china davanti a chi comanda: i giornalisti sono sempre più dei bravi scolaretti che scrivono bei temi, per la gioia della mamma e della signora maestra, ormai unica.
Che tristezza!
Come si spera di superare la crisi economica del Paese senza svegliare un po' di senso critico e di indipendenza dei giornalisti?
Lo sanno solo i nostri governanti.
Arduino Rossi

Il merito e le fiabe


Io non ho mai creduto al merito, o meglio alla cultura della selezione per i più bravi, o presunti tali, specialmente se proposta da chi non l'ha mai provata sulla sua pelle.
Oggi si vuole riproporre questo grande valore: i migliori saranno i primi e i peggiori saranno gli ultimi.
Peccato che in Italia le due rivoluzioni culturali dell'Occidente non siano mai state assimilate: la rivoluzione meritocratica liberista, anglosassone e egualitaria francese.
Neppure la rivoluzione francese è stata completamente assorbita da noi: dire che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e spesso una barzelletta.
In Italia ci sono ancora le caste, brutte e antiquate, non dei nobili, quasi estinti, ma quella delle famiglie borghesi, di una borghesia antiquata, invidiosa dei privilegi della nobiltà, di un tempo: oggi pare che ne abbia preso il posto con i difetti di quei vecchi parrucconi.
Grande e forte è pure la casta dei politici, con figli, nipoti e parenti vari: si sono insediati nelle nostre province negli ultimi decenni e si sono comportati come cavallette.
Nel Sud poi la malavita organizzata ha un potere, gestito con ferocia.
Con tutte questi gruppi di potere si spera veramente di imporre il merito?
Sicuramente solo con una politica che combatta questi nuovi e vecchi privilegi si potrà arrivare a risultati positivi, altrimenti i nostri cervelli se ne andranno sempre all'estero e i capitali li seguiranno.
Pure la pubblicità sarà gestita da società straniere come Google, che si dimostra attenta proprio al merito e ai risultati.
Si rischia di diventare una colonia straniera?
Se non saranno gli italiani a riproporre il valore e il merito, riconoscendo intelligenza, capacità, impegno e lavoro, lo faranno gli altri, in casa nostra.
Arduino Rossi

lunedì 15 settembre 2008

Stupro alcool e violenze contro le donne


Tempo fa scrissi un articolo sul caso di stupro di una povera ragazza, fatta ubriacare, poi abusata con violenza e con cattiveria.
Il caso però era particolare: riguardava diversi “bravi ragazzi” di buone famiglie, studenti in gran parte, che si erano “divertiti” in questo modo.
Ero stato duro con quella forma di omertà e di protezione che stanno attorno a questi bravi giovanotti di buone speranze: hanno alle spalle mamme, papà, amici e conoscenti.
Avevo attaccato certi luoghi comuni, terribili e feroci che trasformavano la vittima in colpevole: era un discorso generico, che andava oltre il caso in questione.
Infatti parlavo di casi del passato, già giudicati con sentenza definitiva e non specificatamente di quello in questione: sarà necessario attendere una sentenza, che temo sarà ridotta, archiviata, perché gli imputati ebbero subito la solidarietà del gruppo di potere che li circonda.
Il mio pezzo giornalistico fu subito attaccato, io dico in cattiva fede, sostenendo che calunniavo senza avere una sentenza certa, fatto falso perché io mi ero limitato a fare il resoconto della cronaca nella prima parte dell'articolo e poi a commentare in modo generico certe giustificazioni che sono spesso dei Favoreggiamenti Morali o pure delle Istigazioni a Delinquere.
Ricevetti insulti, in troppi non sanno che l'insulto è un reato: solo il mio Direttore mi calmò, perché in quella occasione avrei preteso volentieri il risarcimento morale ed economico da quei signori, da spendere poi per le vittime degli stupri, donne e bambini.
Arduino Rossi

Prepontenti antichi e nuovi


Prepotenti e arroganti li trovi in ogni angolo di strada: sono forti o si fanno forza con gli amici, con il gruppo, con le loro associazioni di vario genere.
Non importa se sono di sinistra, di destra, di centro, non importa se appartengono ad associazioni culturali, di dopo lavoro, con scopi benefici religiosi, con hobby e altro, il loro scopo sta nel sentirsi uniti contro tutti i più “deboli”, ovvero i non associati.
Non è così per tutto e per tutti, ma per qualcuno, che però rovina realtà buone, positive, con una cattiva fama.
Naturalmente dove entrano i signori politici, anzi i signorotti, specialmente se locali, di amministrazioni periferiche, con legami storici con il territorio, questa arroganza diventa scandalosa, sfiora o addirittura si sposa con la criminalità organizzata, in genere al Sud, ma non solo e non sempre.
Non scordiamoci che l'Italia è un Paese con molti antichi e nuovi poteri locali, specialmente nella provincia, nelle province: mi ricordo di casi di abusi di potere eclatanti, da parte di famiglie quasi nobili, o radicate sul territorio anche da secoli, che sfioravano “l'autodeterminazione”.
Sì, i prepotenti si potevano permettere di affermare assurdità, di pretendere diritti illegali, di negare l'evidenza e di minacciare pure la stampa e i giornalisti.
E' questa l'Italia federale che vigliamo?
Arduino Rossi

Prepontenti antichi e nuovi


Prepotenti e arroganti li trovi in ogni angolo di strada: sono forti o si fanno forza con gli amici, con il gruppo, con le loro associazioni di vario genere.
Non importa se sono di sinistra, di destra, di centro, non importa se appartengono ad associazioni culturali, di dopo lavoro, con scopi benefici religiosi, con hobby e altro, il loro scopo sta nel sentirsi uniti contro tutti i più “deboli”, ovvero i non associati.
Non è così per tutto e per tutti, ma per qualcuno, che però rovina realtà buone, positive, con una cattiva fama.
Naturalmente dove entrano i signori politici, anzi i signorotti, specialmente se locali, di amministrazioni periferiche, con legami storici con il territorio, questa arroganza diventa scandalosa, sfiora o addirittura si sposa con la criminalità organizzata, in genere al Sud, ma non solo e non sempre.
Non scordiamoci che l'Italia è un Paese con molti antichi e nuovi poteri locali, specialmente nella provincia, nelle province: mi ricordo di casi di abusi di potere eclatanti, da parte di famiglie quasi nobili, o radicate sul territorio anche da secoli, che sfioravano “l'autodeterminazione”.
Sì, i prepotenti si potevano permettere di affermare assurdità, di pretendere diritti illegali, di negare l'evidenza e di minacciare pure la stampa e i giornalisti.
E' questa l'Italia federale che vigliamo?
Arduino Rossi

Cosa sta capitando a questo povero Paese?



Abbiamo avuto la fine del governo e dell'era Prodi, il ritorno di Silvio Berlusconi, con la sconfitta della sinistra estrema: non era un periodo felice, ma al peggio non si riesce a porre il limite.
Le cose cadono sempre più in basso: dopo il suicidio politico della sinistra arcobaleno, che portava decenni di lotta dentro la sua storia (tradita dai suoi dirigenti attuali), ecco che la Confindustria impone leggi e logiche sempre più ....vecchie: non si può parlare di sicurezza sul lavoro.
Ci sono poi fatti che oso definire vergognosi: richieste di danni ai morti sul lavoro.
I sindacati dove sono?
Perché non organizzano scioperi settoriali e generali?
Perché non rispondono con decisione a questi attacchi......alla vita umana.
Già la Confindustria è un residuo di una forma di corporazione antica che, secondo i sacri principi del liberismo, non dovrebbe esistere, come altre forme di corporazione in tutti gli altri settori economici nazionali.
Questa logica, da vecchi padroni, avidi e senza lungimiranza, spinge il Paese fuori da una logica razionale: non è colpendo le vittime sul lavoro che l'Italia uscirà dalla crisi.
Si stanno punendo i più deboli socialmente e lo si fa da tempo.
Oggi però la cosa sta prendendo una forma demenziale e un certo tipo di stampa (oggi dico ci che penso) con pennivendoli di scarsa cultura, di scarsa intelligenza, con l'unica capacità di inchinarsi ai padroni del vapore, si fa passare l'assurdo come ovvio.
Non rendiamoci ridicoli, non è trasformandoci in un popolo servo e c....che faremo tornare l'economia attiva.
A proposito, mandiamo a casa tutti i politici servi, con i sindacalisti venduti: mandiamoli a lavorare.
Arduino Rossi

Georgia e Russia


La Georgia poi è divisa in due realtà, una è l'Ossezia del Sud, che di fatto si sente legata alla Russia e rappresenta la metà del territorio della Georgia: questa parte secessionista della Georgia è però di fatto controllata dai russi.
Il presidente georgiano era convinto, consigliato da qualche stratega non proprio attento alla situazione, di attaccare la repubblica ribelle e riportarsela sotto il suo controllo: invece i russi hanno reagito pesantemente e hanno imposto il loro ordine.
Perché la Georgia e l'Ossezia sono importanti?
Per un oleodotto che transita sul territorio della Georgia: è petrolio che dalla Azerbaydzhan va al porto turco di Ceyan, transitando per l Tbilisi in Georgia, evitando il territorio russo.
Per rendere sicura la zona è necessario il controllo di tutto lo Stato della Georgia.
Le Olimpiadi sono pure una grande offensiva diplomatica per la Cina, alleata della Russia: i giochi sono sempre stati un momento di pace apparente con tante tensioni e dimostrazione di forza velate da bei discorsi sulla fratellanza dei popoli, che si incontrano pacificamente durante tranquille e gioiose gare sportive.
Lo scontro per controllare il petrolio e le vie di transito dell'oro nero continua, con il prezzo per ora calmierato, ma è sempre pronto a schizzare in alto.
La diplomazia occidentale ora si scorda che la guerra, di fatto, l'ha iniziata la Georgia.
Inoltre la piccola Repubblica caucasica è pure uno Stato che vuole entrare nell'Anato.
L'Occidente ha subito uno schiaffo e una sconfitta non solo morale: la Russia e la Cina possono sfidare gli interessi di Francia e Stati Uniti senza gravi conseguenze.
Arduino Rossi

Calunniatori via blog


Come ci si può difendere dai calunniatori dei blog, persone che insultano, convinti di non essere individuati.
Ci sono esseri che dicono tante sciocchezze,con arroganza, sparano sentenze, minacciano, via e.mail.
Bisogna sempre sopportare? Si deve passare alle vie legali e basta per ottenere giustizia?
Forse con il giudice di pace, chiedendo un risarcimento civile e minimo, si potrebbe finalmente mettere alle corde costoro.
Qualche volta sono veramente esasperato e non nascondo di essermi infuriato, rispondendo con le rime, passando dalla parte del torto.
Conosco bene le regola antica, saggia che dice: “Mai reagire alle provocazioni!”
Comunque bisogna difendersi e con coraggio da certi individui, almeno i più monotoni:io invito, per chi ha tempo e qualche soldo da buttare, di praticare questo sistema un po' più veloce di una lunga causa civile, che può durare anche 20 anni.
Io purtroppo non ho né tempo e né denaro da gettare: sono qualcuno che vive di rendita, nulla facente, si potrà dilettare in tale iniziativa.
Non desidero aumentare le cause dei tribunali, solo dare un freno al brutto vizio dell'insulto per idee diverse dalle proprie, alle minacce, fisiche o misteriose.
Siamo già limitati da troppi potenti e poteri forti, non possiamo mai dire ciò che pensiamo senza rischiare la censura, ora dobbiamo pure subire la gran massa degli imbecilli impenitenti, dei pidocchi della rete.
Si dice che la mamma degli imbecilli sia sempre incinta: è ora che anche costoro imparino un po' di buona educazione.
Arduino Rossi

Emergenza sicurezza stradale


L'emergenza sicurezza stradale non può più essere vista come qualcosa che passerà.
Se è impossibile eliminare il pericolo degli incidenti è pure vero che molto si può fare: non basta la repressione, arma poco popolare e spesso contrastata dai soliti “duri” del volante, che si vantano di aver vinto, davanti al Giudice di Pace o in Prefettura, ricorsi contro quella amministrazione o contro quel vigile, noto per la sua rigida visione della legge, per multe il cui costo di tempo speso, di marche da bollo e di rabbia mangiata, non valevano tutto questo impegno per non pagarle.
Lo Stato e tutte le amministrazioni devono fare uno sforzo economico per migliorare la situazione.
Oso proporre un metodo: fare una statistica precisa sui tratti più pericolosi, dove sono avvenuti più incidenti gravi, valutarne le cause ed intervenire.
Spesso basta allargare un breve tratto di strada, sostituire qualche cartello, illuminare certi punti, segnalare meglio una curva per avere molti incidenti in meno.
Prima di iniziare opere faraoniche, prima di costruire altre strade, sarebbe una scelta giusta dare qualche sicurezza in più per chi percorre le vie nazionali di comunicazione: non è solo con la lotta per la sicurezza, intesa come repressione del crimine, che si migliora la vita delle persone.
Siamo ancora il Paese europeo dove è più rischioso muoversi in auto.
Benché il numero dei morti è sceso sotto i 6.000, restiamo sempre in ritardo rispetto alla Germania e alla Francia, in particolare alla Gran Bretagna, con i suoi 3.297 morti sulle strade nel 2006: quest'ultimo Paese ha condizioni simili alle nostre,
per il numero delle auto e lo sviluppo della rete stradale, ma ha pure leggi durissime per reprimere le infrazioni al codice stradale.
Inoltre le strade inglesi sono pure ben tenute, con una meticolosa manutenzione.
Comunque educare ed ancora educare con tutti i mezzi legali gli automobilisti resta sempre la principale priorità, la strategia vincente per evitare incidenti.
La colpa umana, del guidatore, è sempre la prima delle cause e si attesta sopra il 90%: non bastano i controlli e la repressione di modi scorretti di agire.
Dobbiamo evitare sempre la guida in stato di ebrezza, dopo aver ingerito o abusato di sostanze stupefacenti, quando si è stanchi, quando non si è in condizioni fisiche e psicologiche per guidare.
Solo noi possiamo decidere cosa fare e non solo per la paura delle ammende, per il terrore di vedersi sequestrata la patente, o per l'incubo della perdita dei punti sul documento di guida: un po' di maturità e di intelligenza non fa male.
Arduino Rossi

I giudizi sul governo Berlusconi


Stanno arrivando i primi giudizi positivi da qualche giornale autorevole estero per il governo Berlusconi: il settimanale statunitense Newsweek esalta i risultati dei primi 100 giorni di governo.
Qualcun altro, sotto sotto, borbotta, che questo è il governo dei treni in orario, anzi delle strade pulite di Napoli, degli statali che faticano, come al tempo di quello là.
Le nostre opposizioni tacciono, tranne l'ardimentoso Antonio Di Pietro, che non perdona l'immunità al Cavaliere.
C'è sempre il Grillo nazionale che ci descrive a tinte fosche, battendo con il suo blog tutti in Italia, nonostante gli sforzi degli altri, compreso Rai e periodici di grande tiratura: la rete di Internet è la nuova foresta di Sherwood per i moderni Robin Hood.
A sorpresa una parte della realtà cattolica non tace e proprio dalle pagine di “Famiglia Cristiana” piovono critiche al governo per le impronte digitali prese ai rom e per tutto il resto, come aiuti ai più poveri, emigrazione: la stampa del Cavaliere si è addirittura scomodata per presentare, con tanto di fotografia in primo piano, il prete che osa tanto contro di loro sul settimanale cattolico, definendolo un giornalista d'assalto.
Proprio il giornale Newsweek sostiene che il sistema del Cavaliere sia quello di un pugno di ferro dentro un guanto di velluto: chi se lo prenderà in faccia se ne accorgerà.
Invece l'opposizione della sinistra estrema tace: si lecca le ferite, dopo la sconfitta storica alle ultime elezioni.
La crisi economica avanza e nelle fabbriche, negli uffici, avere ancora il posto di lavoro pare già molto.
Arduino Rossi

Pirati online contro i Diritti d'Autore secondo la normativa italiana.
“The Pirate Bay” non potrà essere contattato dall'Italia: non si potrà più scaricare film e musica dal portale svedese per ordine della magistratura.
Chi vincerà? Il gip di Bergamo o questi ricchi pirati oltre le frontiere?
La loro risposta verbale non è mancata: hanno accusato il legittimo provvedimento, bollandolo come “fascista”: hanno già preso la decisione di modificare l'accesso del loro sito, per renderlo usufruibile da un altro indirizzo web.
Quanto potrà servire il provvedimento della Guardia di Finanza?
Renderà alla peggio meno facile raggiungere il sito incriminato, ma con il passa parola e con l'abilità che hanno i ragazzi di oggi con Internet, fra poche settimane si potrà scaricare ancora, impunemente musica e altro.
Con questo non voglio dire che sia stata un'iniziativa inutile, ma se non ci si organizza a livello europeo, per lottare contro i pirati, i truffatori e tutti gli altri comportamenti illegali in Internet, sarà impossibile avere dei risultati duraturi.
Lo sanno bene i regimi antidemocratici del mondo che, per impedire il diffondersi di notizie non passate alla loro censura, provano in ogni modo di fermarle , ma con scarsi esiti.
La stessa Cina fu costretta a bloccare il servizio Internet per arrestare il passaggio di ciò che non gradiva, dall'estero, durante la rivolta per l'autonomia del Tibet.
La censura, anche quando è giusta, come per la pedo-pornografia, fa fatica ad essere imposta.
E' un bene? E' un male?
Io sono sinceramente convinto che la libertà sia un bene troppo grande, troppo bello e valga pure qualche inconveniente: se questa santa libertà non dà spazio a certi criminali che colpiscono gli innocenti, come i bambini, le fasce più debole della popolazione, va bene così.
Sapere che esiste uno strumento così potente, che facilmente ti permette di prendere per il naso dittatori, stupidi censori, bigotti di ogni specie e fede, mi dà tanta gioia.
L'unico punto sta appunto nella forza dei criminali, nella loro abilità di azione: si pongono accanto ai dissidenti tibetani, agli oppositori iraniani, ai cinesi che si prendono beffa dei burocrati con gli occhi a mandorla.
Il difficile sta appunto in questo: mettere in armonia legalità e libertà.
Come si può contenere tutto questo senza dare armi ai soliti uomini di potere senza fantasia, che si indignano per una innocua barzelletta?
Arduino Rossi

Indù e fanatismo


Le caste hanno l'origine nel pensiero e nella religione Induista, che ha molte forme, espressioni e contaminazioni, ma ha in comune la fede nella reincarnazione: le colpe delle vite precedenti cadono su quelle attuali e ognuno ha quello che si merita.
Se uno nasce ricco e di casta alta prima si era comportato benino, invece, se un altro nasce tra i paria, gli intoccabili, è stato in precedenza un cattivone: non si può intervenire nel Karma, guai a cercare di aiutare i miserabili e farli salire socialmente, si commette “peccato mortale”.
E' questo che provoca tanto odio per le nuove conversioni, che portano anche a miglioramenti sociali: tutto questo favorisce mutamenti nella scala sociale, da cui sono scaturite reazioni violente, secondo la solita logica di chiusura e di integralismo fanatico, tipico di questo inizio di Millennio.
Non voglio far arrabbiare i soliti sincretisti, i figli dell'Oriente con le sue filosofie irrazionali, fiorite per sognatori, amanti del fiore di Loto e anche, talvolta, del Papavero.
La mia generazione è stata travolta dai discorsi dei guru che insegnavano l'amore (quale non si sa), la pace (forse quella dei sensi), la libertà delle farfalle (altri dicevano delle mosche).
L'India per qualcuno, con certi cappellini strani che non dico cosa mi rammentano, è l'esempio di democrazia da imitare.
Noi italiani, Dario Fo direbbe Italioti, abbiamo sempre qualcosa da copiare.
Il bagno nel fiume Gange era un rito dovuto per molti giovani, ma spesso poi terminavano il lungo viaggio nell'Afghanistan precedente all'invasione sovietica, a fumare hashish e marijuana.
Quanti imbecilli direbbe qualcuno?
Non so dare torto a chi pensa così, ma era un'epoca un po' strana e a 20 anni si fanno sciocchezze di cui poi spesso ci si vergogna.
Arduino Rossi

Indù e fanatismo


Le caste hanno l'origine nel pensiero e nella religione Induista, che ha molte forme, espressioni e contaminazioni, ma ha in comune la fede nella reincarnazione: le colpe delle vite precedenti cadono su quelle attuali e ognuno ha quello che si merita.
Se uno nasce ricco e di casta alta prima si era comportato benino, invece, se un altro nasce tra i paria, gli intoccabili, è stato in precedenza un cattivone: non si può intervenire nel Karma, guai a cercare di aiutare i miserabili e farli salire socialmente, si commette “peccato mortale”.
E' questo che provoca tanto odio per le nuove conversioni, che portano anche a miglioramenti sociali: tutto questo favorisce mutamenti nella scala sociale, da cui sono scaturite reazioni violente, secondo la solita logica di chiusura e di integralismo fanatico, tipico di questo inizio di Millennio.
Non voglio far arrabbiare i soliti sincretisti, i figli dell'Oriente con le sue filosofie irrazionali, fiorite per sognatori, amanti del fiore di Loto e anche, talvolta, del Papavero.
La mia generazione è stata travolta dai discorsi dei guru che insegnavano l'amore (quale non si sa), la pace (forse quella dei sensi), la libertà delle farfalle (altri dicevano delle mosche).
L'India per qualcuno, con certi cappellini strani che non dico cosa mi rammentano, è l'esempio di democrazia da imitare.
Noi italiani, Dario Fo direbbe Italioti, abbiamo sempre qualcosa da copiare.
Il bagno nel fiume Gange era un rito dovuto per molti giovani, ma spesso poi terminavano il lungo viaggio nell'Afghanistan precedente all'invasione sovietica, a fumare hashish e marijuana.
Quanti imbecilli direbbe qualcuno?
Non so dare torto a chi pensa così, ma era un'epoca un po' strana e a 20 anni si fanno sciocchezze di cui poi spesso ci si vergogna.
Arduino Rossi

Cina e olimpiadi, un successo annuciato


La Cina ha vinto, o così pare, con i suoi atleti reclutati con metodi sovietici, da regime: gli sportivi più adatti erano precettati e ricercati tra quel miliardo di persone che costituisce il popolo cinese.
Vincere nello sport corrisponde a una vittoria militare o più: dà prestigio all'estero, fa sentire l'orgoglio di appartenere a una grande nazione, ma pure a uno Stato forte.
I cinesi, pur soffrendo il loro regime per nulla democratico, avranno un motivo per portarsi questo peso sulle spalle: era lo stesso motivo dei sovietici sotto la loro dittatura, ma pure di molta gente sotto i regimi fascisti e nazisti.
Si sopporta perché si è orgogliosi: si guardano i risultati, veri o presunti.
Le Olimpiadi sono state pure un grande affare economico: il prestigio conquistato ricade sempre sulle merci prodotte.
La Cina, con tutte le sue mercanzie, ha avuto, indirettamente, una grande vetrina, che è sicuramente servita a dimostrare quanto valgono i cinesi: non sono solo produttori di oggetti dozzinali, ma sono stati abili organizzatori, costruttori di stadi modernissimi e hanno gestito tecnologie dell'ultima generazione.
Quindi è stato tutto bello o quasi?
Da quando lo sport è diventato uno strumento di propaganda per i regimi e per le loro malsane ideologie, tutto questo pare una farsa, una brutta commedia recitata male: lo sforzo e la volontà dell'atleta, che singolarmente vuole migliorarsi, scompare sotto tutto questo bisogno di apparire di grigi tiranni, di immagini pubblicitarie che falsano la realtà.
Arduino Rossi

I senza tetto


Chi vive in queste condizioni è uno che non ha nulla, o quasi, da perdere: può essere spinto dal bisogno o dall'abuso dell'alcool, delle droghe a compiere crimini.
Non tutti costoro però sono alcolizzati, tossicodipendenti, criminali appena gettati fuori dalle prigioni per indulto, o perché sono troppo piene: molti sono dei miseri che non farebbero del male a una mosca, molti sono i malati mentali che non hanno trovato uno spazio nei centri psichiatrici per diversi motivi.
Altri sono dei poveracci, per esempio, che soffrono di depressione e non hanno alle spalle le famiglie: oggi è facile perdere il lavoro e poi pure la casa.
Sì, ce ne sono di tutti i tipi e con tanti problemi.
Ora è ovvio che un provvedimento di questo tipo, che si interessa dei poveracci, perché poveracci, non potrà riguardare solo Roma, ma certamente tutta Italia.
Ora è lecito dire.
Perché solo chi non ha casa è un potenziale criminale?
Solo loro si possano trasformare in stupratori?
I barboni, nel linguaggio del Nord Italia, oppure detti clochard, come si chiamano in Francia, uniti a tanti altri disperati che lavorano, italiani o stranieri, ma che non si possono permettere una casa, sono loro i più pericolosi per la nostra sicurezza?
Arduino Rossi

Giù le mani dai francescani


Un tempo nessuno toccava i francescani, neppure i mussulmani, neppure i turchi, che li lasciarono a custodire il Santo Sepolcro a Gerusalemme.
I briganti li rispettavano perché ricevevano aiuti in caso di ferimenti: per i seguaci di San Francesco ogni uomo bisognoso deve essere soccorso.
I tempi sono mutati e la violenza non rispetta più nulla e nessuno: è spesso fine a se stessa, senza autentici vantaggi.
Colpire vecchi, donne, ragazzini è tipico di una criminalità di periferia, tanto stupida quanto feroce: questa spavalderia nasconde una grande codardia.
Il problema è sempre quello: spesso costoro sono già noti alle forze dell'ordine. Hanno gravi precedenti penali con pene in attesa di giudizio definitivo, con condanne pesanti già sentenziate e mai scontate.
Sono stati perdonati più volte, ma senza far nascere in loro tracce di pentimento.
Si vede che la tolleranza zero, così come la concepiamo noi italiani, non basta: questo fatto è pericoloso, se non si risolve il dramma delle carceri stracolme, con pene reali e alternative, tutto sarà vano.
Certi gesti violenti si ripeteranno: ci sono dei personaggi che non hanno ancora conosciuto la possanza della Giustizia, nonostante il loro curriculum criminale da “primi della classe”.
Arduino Rossi

I 100 giorni di Berlusconi


Il governo Berlusconi non si ferma e prosegue con i suoi provvedimenti che definirei conservatori, di restaurazione, quasi sorprendenti.
Si vede che siamo proprio in un'altra epoca e si tenti di restaurare qualcosa del passato, imponendo situazioni antiche.
Io sono sempre un po' perplesso, non solo per il ritorno della disciplina dura, forse necessaria in una scuola allo sfascio in certe realtà periferiche, ma pure per questa politica, che getta nella spazzatura molte riforme del passato, senza salvare le buone intenzioni dei legislatori di allora.
E' vero che è difficile, per molti genitori, interpretare il giudizio scritto degli insegnanti: un chiaro e inequivocabile numero li renderà coscienti sulla resa reale del figlio a scuola, senza dubbi e incertezze, senza una brutta sorpresa finale.
La disciplina poi è da tempo sfuggita dalle mani degli educatori: atti di violenza, in certi casi pure criminale, avvengono fuori e dentro gli istituti scolastici.
Sarà il 5 in condotta a risolvere questi problemi?
I ragazzacci bocciati per i loro gesti e i loro comportamenti saranno espulsi prima dalla scuola: saranno gettati allo sbaraglio nel mondo esterno, molto più duro e crudele di quello scolastico.
Passeranno dalle aule al riformatorio?
In certi casi sarà così, ma sarà una sconfitta di chi vedeva e vede la scuola un luogo di educazione, di insegnamento, pure verso coloro che a scuola non vorrebbero andare, che la subiscono, che non ne capiscono l'importanza.
Più bravi alunni avremo e meno emarginati ci saranno nelle strade, meno delinquenti avremo nelle prigioni.
Temo che il 5 in condotta gli insegnanti lo applicassero di fatto da tempo.
I giudizi nei confronti degli alunni sono legati tantissimo alla loro esuberanza: più si agitano più disturbano la classe e i nervi dei professori, peggiori saranno i giudizi in pagella.
Arduino Rossi
Un tempo nessuno toccava i francescani, neppure i mussulmani, neppure i turchi, che li lasciarono a custodire il Santo Sepolcro a Gerusalemme.
I briganti li rispettavano perché ricevevano aiuti in caso di ferimenti: per i seguaci di San Francesco ogni uomo bisognoso deve essere soccorso.
I tempi sono mutati e la violenza non rispetta più nulla e nessuno: è spesso fine a se stessa, senza autentici vantaggi.
Colpire vecchi, donne, ragazzini è tipico di una criminalità di periferia, tanto stupida quanto feroce: questa spavalderia nasconde una grande codardia.
Il problema è sempre quello: spesso costoro sono già noti alle forze dell'ordine. Hanno gravi precedenti penali con pene in attesa di giudizio definitivo, con condanne pesanti già sentenziate e mai scontate.
Sono stati perdonati più volte, ma senza far nascere in loro tracce di pentimento.
Si vede che la tolleranza zero, così come la concepiamo noi italiani, non basta: questo fatto è pericoloso, se non si risolve il dramma delle carceri stracolme, con pene reali e alternative, tutto sarà vano.
Certi gesti violenti si ripeteranno: ci sono dei personaggi che non hanno ancora conosciuto la possanza della Giustizia, nonostante il loro curriculum criminale da “primi della classe”.
Arduino Rossi

venerdì 5 settembre 2008

Dove sono i risultati di Brunetta?



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La politica del Ministro Brunetta pare proprio tutta legata alla caccia ai “fannulloni”: con questo termine si intende quella categoria di persone che fanno i parassiti nel Pubblico Impiego.
Ora si è limitato a colpire, indiscriminatamente, tutti i lavoratori malati pubblici, riducendo il pagamento dei giorni di malattia, imponendo più controlli, spesso costosi.
Il risultato finale è stato una maggior presenza di dipendenti sul posto di lavoro.
E’ una buona cosa?
Il fatto sta tutto nell’organizzazione del lavoro nel pubblico impiego.
Spesso gli appalti sono di dubbia efficacia e i dati della Corte dei Conti non sbagliano: ci sono computer vecchi, strumenti di lavoro obsoleti e sono spesso pagati a caro presso, come se fossero l’ultima novità tecnologica.
Nel pubblico si lavora male e in cattive condizioni: le pratiche spesso non hanno un senso logico, uno scopo razionale, ma tante volte servono solo a riempire scaffali polverosi.
Il signor Brunetta avrebbe fatto bene a portare avanti una politica di razionalizzazione della burocrazia e di informatizzazione, mandando su Internet tutto o almeno gran parte delle procedure, evitando doppioni, concentrando in un solo ufficio o in meno uffici licenze, permessi e autorizzazioni..
Così si finirà di peregrinare da stanza a stanza, da agenzia ad agenzia, dal comune, alla provincia sino alla regione.
E’ questo il vero risparmio e la vera rivoluzione burocratica italiana: darebbe alla nostra asfissiata economia una spinta poderosa, altro che qualche strumento punitivo contro gli statali fannulloni, ma spesso pure ammalati veramente.
Arduino Rossi

Statali al lavoro inutile



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Cosa pensa l’opinione pubblica dei dipendenti pubblici: sono tutti dei fannulloni e …..furboni, amici di parassiti professionisti, gente messa lì, per mangiare il pane senza sudare.
E’ vero?
In parte sì, ma con le riforme del signor Brunetta, valente Ministro dell’ultimo governo Berlusconi, si fa tanto fumo e niente arrosto: si sostiene che c’è una categoria sociale che vive sulle spalle di chi lavora.
Sta parlando dei politici di professione?
No, sparla degli statali, parastatali, comunali e personaggi simili.
Ha ragione di mandare a lavorare questi “sfaticati”?
Il problema solito è che qualcuno già fatica e si guadagna la pagnotta, anche tra questa gente: sono i non furbi tra i furbetti, coloro che non sanno imbrogliare.
Sono persone oneste e per questo sono derise.
I dipendenti pubblici da carriera sono spesso i figli legittimi dei politici, talvolta lo sono proprio anche per l’anagrafe: sanno vendere bene il fumo che fanno.
I dati che danno sono da super produzione, ma la verità oggettiva è sotto gli occhi di tutti.
Come finirà?
I fannulloni figli di……continueranno a fare nulla, mentre chi lavora si troverà tante altre scartoffie sulla scrivania.
Quando i nostri amati politici manderanno a casa i loro protetti (figli prediletti), allora i mangia pane a tradimento dovranno lavorare veramente.
Arduino Rossi

Xenofobia italiana



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Il Commissario dei Diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg ci accusa di xenofobia.
Dovremo sottostare alle ingerenze di Bruxelles?
Difendere questo governo, quelli del passato e quelli futuri non mi interessa assolutamente: voglio così togliere ogni dubbio e illazione.
Le impronte prese agli zingari, o come dice Maroni, solo agli abitanti dei campi nomadi, per sapere chi li frequenta, la politica di espulsione dei clandestini, sempre se si farà seriamente, non sono fatti così gravi da giustificare accuse particolari.
Il fatto invece che l'Europa dei burocrati è sempre meno simpatica alla gente: questi commissari europei sembrano un po' dei marziani, che ci calano sulla testa.
Le direttive di Bruxelles sono spesso sentite come imposizioni estranee, che ci limitano nella nostra autonomia.
Sì, la mitica Europa, sta deludendo, tanto, tanto: essere accusati un po' tutti di razzismo, proprio da questi europei che hanno per decenni maltrattato, umiliato, insultato gli italiani mi lascia con l'amaro in bocca.
Quanti emigranti sono tornati da quei Paesi con sacchi colmi di offese, con anni di umiliazioni, con rospi ingoiati per mantenere le famiglie a casa.
Nessuno allora e neppure oggi, si è infuriato: ha accusato la stampa, la popolazione locale, pure la polizia di xenofobia.
I napoletani erano tutti sporchi e fannulloni, i siciliani erano tutti mafiosi, gli italiani erano solo capaci di infastidire le donne, di imbrogliare: erano sozzi, erano falsi.
Queste accuse si ripetono: fanno tanto ridere grasse signore e signori nel Nord dell'Europa, con comici dozzinali che imitano, anzi scimmiottano il modello stereotipato di come ci hanno dipinto, inventato.
Siamo il popolo dell'immondizia nelle strade, ma ora siamo pure razzisti.
Mio padre conobbe la “dolcezza” dei campi di prigionia nella Germania nazista, mio nonno il lavoro duro e gli insulti in Svizzera, altri mie conoscenti assaporarono le umiliazioni dei campi Inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale.
In tempi recenti, vicini e vicinissimi a noi, in tanti hanno ricevuto spintoni, sono stati espulsi con violenta dai bar, dai locali pubblici in quei Paesi “tanto umanitari”: non sono mancati i cazzotti e i pestaggi.

Lo stupro dell'estate,



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Ecco lo stupro dell'estate, tra studenti universitari contro una loro collega a Firenze.
Sono i soliti bravi ragazzi: le mamme hanno insegnato a loro che possono fare ciò che vogliono, i papà vedono in loro l'antidoto a tutte le proprie frustrazioni.
Sono dei giovani che promettono bene, l'orgoglio dei genitori, da presentare ai parenti e agli amici con enfasi: sono bravi, anzi bravissimi in tutto.
Che gioia per le loro famiglie, ma si sa che qualche volta si devono pure sfogare: poverini, non possono sempre stare sui libri a studiare, si stancano.
I commenti soliti poi li conosciamo: “Quella si è cercato apposta questa situazione. Vuole rovinarci. Vuole solo dei soldi, ma non le daremo un centesimo. E' una poco di buono.”
Saranno le mamme, tanto preoccupate per i loro bambini, a urlare i giudizi più feroci contro la vittima?
Sarebbe bello vedere una mamma di un mostro una volta chiedere scusa pubblicamente, ma non capita mai: io non mi ricordo un solo caso.
Sono sette “ragazzi per bene”, sono sette con il futuro promettente.
Ora le loro sette famiglie si stanno muovendo?
Stanno cercando avvocati, ma pure amici che contano?
Cercheranno di immischiare qualche politico?
La collocazione politica non conta.
In quanto tempo si arriverà al processo, se si arriverà?
In quanti anni si giungerà a una sentenza definitiva?
Gli intrighi avranno la meglio sulla signora Giustizia, quella vera, quella che si scrive con la G maiuscola?
Questa volta la stampa, tanto vituperata, potrà fare molto: senza l'interesse dei cittadini, tenuto sveglio da qualche articolo di cronaca, tutto potrebbe essere archiviato, per intercessione dei soliti amici degli amici.
Invece volevo dare un consiglio alle ragazze e pure a mia figlia: di stare attenti ai farabutti, che si riconoscono dal loro “odore”.

Lo stupro dell'estate,



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Ecco lo stupro dell'estate, tra studenti universitari contro una loro collega a Firenze.
Sono i soliti bravi ragazzi: le mamme hanno insegnato a loro che possono fare ciò che vogliono, i papà vedono in loro l'antidoto a tutte le proprie frustrazioni.
Sono dei giovani che promettono bene, l'orgoglio dei genitori, da presentare ai parenti e agli amici con enfasi: sono bravi, anzi bravissimi in tutto.
Che gioia per le loro famiglie, ma si sa che qualche volta si devono pure sfogare: poverini, non possono sempre stare sui libri a studiare, si stancano.
I commenti soliti poi li conosciamo: “Quella si è cercato apposta questa situazione. Vuole rovinarci. Vuole solo dei soldi, ma non le daremo un centesimo. E' una poco di buono.”
Saranno le mamme, tanto preoccupate per i loro bambini, a urlare i giudizi più feroci contro la vittima?
Sarebbe bello vedere una mamma di un mostro una volta chiedere scusa pubblicamente, ma non capita mai: io non mi ricordo un solo caso.
Sono sette “ragazzi per bene”, sono sette con il futuro promettente.
Ora le loro sette famiglie si stanno muovendo?
Stanno cercando avvocati, ma pure amici che contano?
Cercheranno di immischiare qualche politico?
La collocazione politica non conta.
In quanto tempo si arriverà al processo, se si arriverà?
In quanti anni si giungerà a una sentenza definitiva?
Gli intrighi avranno la meglio sulla signora Giustizia, quella vera, quella che si scrive con la G maiuscola?
Questa volta la stampa, tanto vituperata, potrà fare molto: senza l'interesse dei cittadini, tenuto sveglio da qualche articolo di cronaca, tutto potrebbe essere archiviato, per intercessione dei soliti amici degli amici.
Invece volevo dare un consiglio alle ragazze e pure a mia figlia: di stare attenti ai farabutti, che si riconoscono dal loro “odore”.

Le carceri sono nuovamente colme.



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Sino ad oggi si è scelto la scorciatoia dell'indulto e delle amnistie, oltre al sistema di lasciare cadere in prescrizione le accuse: questo capita per i reati minori, ma qualcuno insinua che sia in uso pure per i procedimenti dei politici, di certi politici.
La sicurezza può essere combattuta da una maggior presenza di poliziotti?
Lo scopo pratico di questa operazione, che porta i militari nelle nostre città, è quello di rimandare in attività di indagine e repressione agenti utilizzati per vigilare.
Tutto bene quindi, ma i nostri carabinieri e poliziotti i ladri, gli stupratori, i truffatori, gli spacciatori li arrestano, peccato che costoro non restano in carcere.
Perché?
Perché le patrie galere sono piene e possono scoppiare, poi si rischia sempre di trattar male, senza rispetto dei diritti umani, i carcerati ed essere poi richiamati dalle organizzazioni internazionali, sgridati pubblicamente.
I soldi per nuove carceri non ci sono e non devono esserci, invece un fatto è certo: in prigione si sconta spesso l'arresto e la carcerazione preventiva, ma non quella definitiva.
Quindi quasi mai Giustizia è fatta, la pena non è proporzionale al crimine commesso, ma a tanti altri fattori: uno è dovuto all'abilità dell'avvocato di allungare i tempi del processo, così da non arrivare a una sentenza definitiva.
Una volta i grandi difensori erano valutati per la loro eloquenza, le loro argomentazioni e la capacità di mettere in difficoltà l'accusa con osservazioni intelligenti.
Oggi bastano pochi stratagemmi da Statale fannullone, che ritarda sempre lo svolgimento dei propri doveri, per far uscire di prigione ogni tipo di farabutto, tranne per gli assassini, i rapinatori e i mafiosi.
In questi casi la prescrizione è troppo lontana e si può ottenere una scarcerazione per scadenza dei termini di custodia, che è già tanto per criminali simili.
Ora perché non si riforma la giustizia?
Perché non si impongono metodi di giudizio più rapidi, con pene non durissime, in proporzione al reato commesso, ma certe?
Se un ladro è stato preso sul fatto deve pagare, se non subito, al più presto.
Alternative alla pena immediate non ce ne sono.
Arduino Rossi

La Colombia delle Farc



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La Colombia è da anni considerato uno delle zone più pericolose al mondo per la violenza, terribile ed è endemica: si parla, mediamente, che ci sono dai 30 mila ai 60 mila morti all'anno per omicidi di ogni genere e situazione.
La guerra civile ha origini antiche, in pratica dalla guerra che portò la secessione dello Stato di Panama, fatto voluto dagli Stati Uniti per poi scavare e controllare meglio l'importante canale che collega l'Oceano Atlantico all'Oceano Pacifico.
Gli statunitensi in Colombia sono poco popolari ed è meglio dirsi europei da quelle parti, per non trovarsi in spiacevoli equivoci.
Dopo anni di scontri tra due frazioni, che portarono al potere il Partido Conservador Colombiano, in alternanza al Partido Liberal Colombiano (Partito Liberale Colombiano), la pace non è arrivata.
La guerra continua ancora, ma per controllare i traffici di cocaina, che devono passare, per motivi geografici, dalla Colombia da tutto il Sud America, per poi confluire negli Stati Uniti e nel resto del mondo, compreso l'Europa.
Cosa ha a che vedere tutto questo con i guerriglieri marxisti?
Molto, tantissimo, perché la cocaina si coltiva nella foresta, nelle zone rurali e chi controlla il territorio è ricco e potente.
I narcotrafficanti si limitano a trattare con chi gli fornisce la materia prima e non guardano in faccia a chi gli porta la roba: possono essere guerriglieri barbuti, appartenenti ai gruppi di autodifesa, che forse si possono chiamare pure squadroni della morte, oppure sono semplici banditi, funzionari corrotti, ufficiali dell'esercito o poliziotti.
Si capisce che chi possiede più territorio, in questo gioco sporco di sangue, è il più forte.
I guerriglieri, i dati non sono sicuri, controllerebbero dal 30% al al 70% del territorio:
ci sono pure altri gruppi minori che si confondono.
Perché si definiscono rivoluzionari e marxisti i nostri guerriglieri dediti al traffico di narcotici e al rapimento di persone?
E' solo un espediente per darsi un alibi, una copertura, per non essere catalogati dei volgari banditi comuni.
Chi paga sono i contadini e la gente che si trova nel mezzo di tutto questo: è difficile non compromettersi con una parte e con l'altra, ma si rischia di finire giustiziati come guerriglieri dai militari, dai gruppi paramilitari, mentre si termina nello stesso modo per mano dei “rivoluzionari”, ma uccisi come i nemici del popolo.
Il comunismo con tutto questo cosa ha a che fare?

Clonazione, gioie e dolori.



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Il perché la natura non abbia usato la clonazione per riprodurre gli esseri viventi superiori è legato a fattori logici e razionali: il primo sta nella forza di una specie con molte varianti al suo interno, può dare risposte differenti all'ambiente e permettere all'intera specie di adattarsi meglio.
E' il principio della biodiversità, che non bisogna scordare, poi c'è il rischio che un virus riesca a trovare un varco nelle difese di un singolo elemento e ucciderlo o farlo ammalare: se troverà altri individui simili riuscirà a trionfare su tutti.
Invece una popolazione animale o umana, con differenze al loro interno, avrà maggiore possibilità di sopravvivere e di fermare un'eventuale epidemia.
Queste sono alcune delle motivazioni, spiegate da un non esperto, che sconsigliano la clonazione.
Invece esistono altri dubbi, il primo sta nel rifiuto della morte, la principale paura di ogni essere vivente, ma è pure una risposta razionale e sensata alla vita: si nasce, si vive e si muore, come un concatenarsi razionale di causa ed effetto.
Ora si cerca di vincere sorella morte con la clonazione, ovvero con la sostituzione di un essere caro, animale per ora, ma in futuro si proverà anche con l'uomo, ricreando un sosia, oso dire un gemello monozigote, ma più giovane di anni o decenni.
E' certamente una risposta contro la natura, mi azzardo ad affermare, contro la logica della vita, dura e crudele, ma giusta, sensata, terribile.
La tentazione di riavere il proprio figlio morto, il marito, ma pure il padre e la madre sarà grande, quasi irresistibile.
Arduino Rossi