sabato 8 dicembre 2007

I soldi della mafia

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Arduino Rossi
90 miliardi d’euro per le cosche mafiose sono troppi: è un fatturato enorme, degno da una multinazionale di primo piano, a livello mondiale.
La mafia, la camorra, la ndrangheta, la sacra corona unita sono organizzazioni frammentate al loro interno e spesso in guerra, quindi, per nostra fortuna, non si tratta di una sola grande associazione a delinquere: con il suo immenso potere finanziario schiaccerebbe il Paese e lo dominerebbe totalmente.
Quali sono i complici di questo potente sistema criminale?
Ci sono politici coinvolti e quali sono?
Molte aziende, grandi o piccole, trattano affari con questa malavita?
Le risposte sono ovvie: costoro agiscono per interesse, per paura, per una complicità “necessaria”.
Invece una domanda è poco considerata.
Come si può agire per sconfiggere la criminalità organizzata?
Si propone sempre più poteri alla magistratura, più forza alla polizia: io sono convinto che contro potenze economiche così grandi non si possa fare molto.
La guerra contro la mafia la si deve combattere su due livelli: il primo è quello culturale, ovvero ostacolare tutti quegli atteggiamenti para mafiosi, come le raccomandazioni, i favoritismi corporativi.
Il secondo livello è quello dei sequestro dei beni mafiosi: è qui che si combatte la vera guerra, ma deve essere condotta su scala internazionale, perché non si può permettere a queste organizzazioni di trovare “paradisi” dove depositare il proprio tesoro.
In questo caso è la politica, la diplomazia, che può fare miracoli.