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martedì 16 settembre 2008

Obama e politia estera statunitense


Sino ad oggi abbiamo visto una politica estera piuttosto miope uscire dalla Casa Bianca: gli interventi militari sono stati parecchi e hanno avuto il solo risultato di provocare l'impennata dei prezzi petroliferi.
Gli attriti internazionali sono tanti, dalla Russia e Georgia, allo scudo spaziale in Polonia, ai conflitti regionali come in Iraq, ai contrasti con l'Iran, ai problemi seri nel corno d'Africa e tanti altri.
Obama sarà più bravo?
E' tutto da vedere e da provare: la politica estera degli Stati Uniti pare seguire delle linee che sono indifferenti alle scelte del singolo presidente, Repubblicano o Democratico che sia.
In questo caso però Obama ha fatto una proposta, difficile da realizzare, ma molto interessante: si è impegnato di rendere indipendente gli Stati Uniti dal petrolio arabo.
Sembra una questione interna, invece non è così: ci riguarda tutti perché è proprio per il petrolio che gli Usa sono in guerra in Iraq e in Afghanistan.
Mi azzardo ad affermare che il terrorismo ha lo sprono, i suoi interessi e i suoi finanziamenti proprio dai proventi della vendita degli idrocarburi.
Io in genere non mi sbilancio, ma questa volta mi schiero, pur non avendo diritto al voto negli Stati Uniti: se fossi uno statunitense non avrei dubbi e farei propaganda per il primo presidente nero alla Casa Bianca, o così spero che sia.
Non è solo per la simpatia a idee antirazziste e vedere finalmente qualcuno che non sia il solito anglosassone puro, con idee e mentalità un po' chiuse per noi.
Non ho grandissime speranze, ma almeno una politica più attenta ai problemi ecologici, con un atteggiamento più accorto verso le alleanze e i rapporti internazionali non farebbe male al mondo.
Arduino Rossi