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martedì 16 settembre 2008

Napoli, tifo violento


1.500 tifosi sono difficili da gestire e contenere. con qualche centinaio di esaltati, pronti a tutto, che si mischiano nella massa.
Le polemiche successive sono sempre quelle, tra polizia, ministri, politici di destra e di sinistra, giornalisti, buonisti o intransigenti.
Forse la faccenda è più semplice di quanto si creda, anzi semplicissima: bisogna applicare un antico principio, tanto ripetuto a voce e quasi mai messo in pratica.
E' pure un proverbio popolare, lo conoscono, lo cantilenano anche i bambini: “Chi rompe paga!”
Chi dovrebbe pagare i danni sull'intercity e alle linee del trasporto pubblico di Roma?
Non certamente i soli 5 fermati, né i soliti capri espiatori, presi dalla massa e posti ben in vista per il pubblico ludibrio, ma tutti i colpevoli scoperti sul fatto, per i danni provocati e provati grazie a videocamere, a testimoni coraggiosi (più esattamente li definirei eroici), se ce ne saranno .
Tutto questo non riguarda neppure il penale, ma basta applicare il Codice Civile, ovvero aprire cause di risarcimento da parte degli enti pubblici in questione.
Ora gli ostacoli che si contrappongono sono diversi: il primo sta nel riconoscimento dei vandali, nella raccolta delle prove a loro carico.
Bisogna poi ricordarsi che i teppisti, per poveri che siano, hanno sempre degli avvocati e questi, pur non essendo sempre dei Principi del Foro, sanno inceppare le cause, discutere l'ovvio e l'evidente, mandando in crisi le argomentazioni dell'accusa.
L'accusa parte sempre dagli enti pubblici offesi: nella nostra cultura nazionale sono beni posseduti da tutti e quindi di nessuno, di conseguenza sono beni mal difesi, mal protetti e tanto meno difficilmente risarcibili in caso di danneggiamenti.
Altro problema sta nella nullatenenza di molti di costoro, che non lavorano, non hanno nulla ufficialmente su questa terra, né qualche rendita.
Le soluzioni ci sono, ma la volontà politica per applicarle temo di no: accelerare e semplificare i procedimenti, in questo caso quelli civili, con un rito abbreviato per casi particolari, come i danneggiamenti volontari.
Già con questo metodo si avrebbero delle buone armi per scoraggiare i soliti facinorosi, ma non basta.
Arduino Rossi

venerdì 8 agosto 2008

L'occupazione del Duomo di Napoli da parte di extracomunitari.



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I napoletani sono razzisti?
Mi dispiace deludere i sostenitori di questa teoria facile e sciocca, ma è solo una guerra tra poveri: gli spazi e i soldi a Napoli sono pochi.
Ci sono poche case e costano parecchio: dare a tutti un'abitazione, un lavoro, o solo una vita accettabile, in molti quartieri di Napoli è difficile.
Gli extracomunitari in questione non avevano più casa perché un incendio, in via Trencia a Pianura, aveva distrutto un fatiscente edificio: per i duecento occupanti il comune ha cercato degli alloggi di fortuna, ma per gli extracomunitari sono sorti dei problemi.
Si sono alzate barricate, con cassonetti incendiati, per impedire l'arrivo degli extracomunitari, in parte in cerca di permesso di soggiorno, o di asilo politico.
Questa prima violenza ha aperto la strada, infelice e sconsiderata, all'occupazione del Duomo, dopo aver protestato a palazzo San Giorgio, sede del Comune di Napoli.
Così la catena della violenza ha portato a far cedere il comune di Napoli due volte.
Sarà questo il metodo per ottenere diritti?
Il principio è proprio infelice, perché è quello che apre a spiragli pericolosi: vince chi urla di più e chi provoca o minaccia di più.
E' grave in particolare questa idea: far credere che la legalità sia elastica e tutto sia lecito.
Volevo ricordare che i blocchi stradali sono illegali, che sono pure vietati le occupazioni dei luoghi di culto, di tutte le fedi, che è un reato (personalmente ritengo molto grave, ma poco punito dalle leggi nazionali) l'istigazione a delinquere: sostenere che è legittimo occupare case, chiese, moschee, templi indù, scuole, stazioni, strade pubbliche è grave.
Quasi mai questi "crimini", ripeto socialmente pericolosi,, sono perseguiti dai nostri giudici: probabilmente hanno altro da fare, ma sono certo che avremmo molti reati in meno se questa maledetta istigazione a delinquere fosse colpita con giusta severità.
E' ora di far conoscere il carcere a chi lancia il sasso e nasconde la mano.
Tornando alla faccenda di Napoli vorrei far notare che, se il Comune non avesse ceduto una prima volta alle prepotenze della piazza, non ci sarebbe stata la seconda
manifestazione violenta.
Arduino Rossi