martedì 16 settembre 2008

Berlusconi, Putin e la politica estera dell'Italia


Ora Berlusconi è tutto impegnato a trattare con l'amico Vladimir Putin, altro esponente di primo piano di uno Stato produttore di petrolio, non si sa bene se il primo o il secondo produttore di oro nero al mondo.
Con l'Unione Europea come vanno le cose? Il nostro premier tutto affari non rischia di esporsi troppo?
Non temete!
Silvio sa come trattare con gli amici ed eccolo al telefono con il presidente francese
Nicolas Sarkozy, saltando commissioni e perdonatemi la schiettezza, pure i Commissari che pare non contino molto, quando sono lontani dai governi più “pesanti” d'Europa, come Francia, Germania e Gran Bretagna.
Sì, Silvio Berlusconi sa ben tmediare con gli uomini politici di tutto il mondo: una bella chiacchierata al telefono e tutto funziona, viene messo al suo posto.
La politica estera di una nazione come l'Italia può essere gestita come quella di una grande azienda di famiglia?
Si avranno dei vantaggi economici, ma la diplomazia non vive solo di compra e vendite, di appalti guadagnati, di petrolio acquistato a buon mercato.
Quando si guida una Nazione bisogna preoccuparsi pure del suo avvenire: buoni accordi si trasformarono in passato in cattive alleanze, in giochi pericolosi.
Le alleanze e i contatti diplomatici ci possono creare dei problemi in futuro: un'amicizia troppo stretta con un dittatore alla fine può metterci in cattiva luce se quel dittatore cadrà.
Certi accordi possono spostarci verso scelte pericolose ed alleanze sconvenienti, addirittura costringerci a ridiscutere le nostre posizioni diplomatiche.
Vedremo come andrà a finire la real-politic del nostro nuovo “grande diplomatico” dal telefono facile.
Arduino Rossi.