lunedì 15 settembre 2008

Indù e fanatismo


Le caste hanno l'origine nel pensiero e nella religione Induista, che ha molte forme, espressioni e contaminazioni, ma ha in comune la fede nella reincarnazione: le colpe delle vite precedenti cadono su quelle attuali e ognuno ha quello che si merita.
Se uno nasce ricco e di casta alta prima si era comportato benino, invece, se un altro nasce tra i paria, gli intoccabili, è stato in precedenza un cattivone: non si può intervenire nel Karma, guai a cercare di aiutare i miserabili e farli salire socialmente, si commette “peccato mortale”.
E' questo che provoca tanto odio per le nuove conversioni, che portano anche a miglioramenti sociali: tutto questo favorisce mutamenti nella scala sociale, da cui sono scaturite reazioni violente, secondo la solita logica di chiusura e di integralismo fanatico, tipico di questo inizio di Millennio.
Non voglio far arrabbiare i soliti sincretisti, i figli dell'Oriente con le sue filosofie irrazionali, fiorite per sognatori, amanti del fiore di Loto e anche, talvolta, del Papavero.
La mia generazione è stata travolta dai discorsi dei guru che insegnavano l'amore (quale non si sa), la pace (forse quella dei sensi), la libertà delle farfalle (altri dicevano delle mosche).
L'India per qualcuno, con certi cappellini strani che non dico cosa mi rammentano, è l'esempio di democrazia da imitare.
Noi italiani, Dario Fo direbbe Italioti, abbiamo sempre qualcosa da copiare.
Il bagno nel fiume Gange era un rito dovuto per molti giovani, ma spesso poi terminavano il lungo viaggio nell'Afghanistan precedente all'invasione sovietica, a fumare hashish e marijuana.
Quanti imbecilli direbbe qualcuno?
Non so dare torto a chi pensa così, ma era un'epoca un po' strana e a 20 anni si fanno sciocchezze di cui poi spesso ci si vergogna.
Arduino Rossi