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martedì 16 settembre 2008

Cosa cercano i nostri fisici europei a Ginevra?



L'acceleratore di particelle invierà il primo fascio di protoni il fatidico 10 settembre 2008 che, lungo i 27 chilometri dell'anello del Large Hadron Collider (Lhc), dovranno ricreare le condizioni del Big Bang, in base alla relatività di Einstein: si esplorerà il segreto della grande esplosione che generò il nostro Universo, il tempo e lo spazio da noi conosciuto.
Cosa cercano i fisici in questo sorprendente e molto costoso esperimento?
I segreti della materia, del tempo e dello spazio, ma pure nozioni sulla nascita dell'Universo.
I vantaggi potrebbero essere enormi per tutti, anzi queste ricerche cambieranno il destino dei nostri figli e nipoti.
Per questo avvenire glorioso dobbiamo rischiare il nostro presente, finire nel nulla di un buco nero?
Che brutta fine di tutti i nostri desideri, le nostre ambizioni, le speranze, le paure e le angosce.
Non sono un esperto, ma ho la convinzione che dopo il 10 settembre il mondo non terminerà, né avremo risposte che ci permetteranno di avere energia pulita a buon mercato, dalla fusione nucleare, né tante altre belle cose come nuovi motori per navicelle spaziali.
Tutto sarà come prima o quasi e i nostri terrori si sposteranno su rischi tradizionali: terrorismo, inquinamento nucleare, batteriologico e chimico.
Invece si vede che i nervi siano a fior di pelle per tutti.
Un tempo un esperimento simile avrebbe attirato l'attenzione di tantissimi profani, ragazzi, ragazzini, ma anche molti adulti: avrebbero ascoltato le teorie dei fisici, stupendosi per le loro affermazioni sui buchi neri, sul Big Bang, sulla relatività di Einstein.
In molti avrebbero sognato ad occhi aperti viaggi spaziali, i film e i libri di fantascienza avrebbero avuto un'impennata nelle vendite.
Ora siamo alla cultura dell'apprendista stregone, non per una mentalità oscurantista trionfante, ma per i gravi danni all'ambiente e per le paure dell'inquinamento, per l'effetto serra, per i disastri che si vedono già e per un mondo reso più brutto dal cattivo sfruttamento della tecnologia.
Arduino Rossi