martedì 16 settembre 2008

Comunismo, socialismo reale e fallimento politico


Per tutto il Novecento questi Stati, così organizzati, erano visti da una parte della popolazione mondiale come ideali, come modelli di efficienza e di giustizia.
La fame, la miseria, lo sfruttamento, si credeva, nei regimi di Socialismo Reale, non si sapesse cosa fosse: la prima vittima era la verità, che doveva essere sempre nascosta, si doveva sempre negare, pure l'evidenza.
La morte di un dittatore quasi mai lascia tristezza sincera, pietà, compassione, tranne anni dopo, quando qualcuno scopre che “si stava meglio quando si stava peggio”: i nostalgici delle peggiori tirannidi non mancano mai e non c'è stato regime, per disumano, terrificante e sanguinario, che non abbia avuto e abbia i suoi fans, dopo che è terminato nella spazzatura della storia.
Cosa tiene vivo uno Stato comunista solitario e irriducibile?
La paura sicuramente è un collante terribile, ma pure il timore di cambiare: noi umani sappiamo resistere in condizioni di sofferenza terribile, sbuffando, borbottando, ma mai ci ribelliamo, tranne in rari casi.
I Nord coreani sono così costretti a far finta di essere felici, quando difficilmente riescono a riempire la pancia, quando non hanno nulla, neppure la possibilità di dire il proprio pensiero liberamente, professare la religione che preferiscono, credere in ciò che vogliono e andare dove a loro pare.
Vivono in una grande prigione, terribile.
Un fatto però bisogna ammettere: tutti i regimi comunisti avevano poco pane, poche case decenti, pochi abiti, per di più molto brutti, ma avevano anche scuole, pure buone, servizi sanitari decenti.
Spesso la fine del comunismo significò, per molti anni se non per sempre per una parte della popolazione, la fine di tutto questo: sparirono i medici gratuiti, la scuola totalmente senza costi sino all'università.
Nonostante questi cambiamenti negativi, nonostante la perdita di qualche diritto fondamentale, per fasce ampie della popolazione non ci fu neppure un miglioramento economico, i nostalgici restano sempre pochi.
Cosa hanno di diverso ora?
C'è la possibilità di parlare quasi liberamente, la completa libertà resta sempre un'utopia.
Arduino Rossi