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lunedì 15 settembre 2008

Emergenza sicurezza stradale


L'emergenza sicurezza stradale non può più essere vista come qualcosa che passerà.
Se è impossibile eliminare il pericolo degli incidenti è pure vero che molto si può fare: non basta la repressione, arma poco popolare e spesso contrastata dai soliti “duri” del volante, che si vantano di aver vinto, davanti al Giudice di Pace o in Prefettura, ricorsi contro quella amministrazione o contro quel vigile, noto per la sua rigida visione della legge, per multe il cui costo di tempo speso, di marche da bollo e di rabbia mangiata, non valevano tutto questo impegno per non pagarle.
Lo Stato e tutte le amministrazioni devono fare uno sforzo economico per migliorare la situazione.
Oso proporre un metodo: fare una statistica precisa sui tratti più pericolosi, dove sono avvenuti più incidenti gravi, valutarne le cause ed intervenire.
Spesso basta allargare un breve tratto di strada, sostituire qualche cartello, illuminare certi punti, segnalare meglio una curva per avere molti incidenti in meno.
Prima di iniziare opere faraoniche, prima di costruire altre strade, sarebbe una scelta giusta dare qualche sicurezza in più per chi percorre le vie nazionali di comunicazione: non è solo con la lotta per la sicurezza, intesa come repressione del crimine, che si migliora la vita delle persone.
Siamo ancora il Paese europeo dove è più rischioso muoversi in auto.
Benché il numero dei morti è sceso sotto i 6.000, restiamo sempre in ritardo rispetto alla Germania e alla Francia, in particolare alla Gran Bretagna, con i suoi 3.297 morti sulle strade nel 2006: quest'ultimo Paese ha condizioni simili alle nostre,
per il numero delle auto e lo sviluppo della rete stradale, ma ha pure leggi durissime per reprimere le infrazioni al codice stradale.
Inoltre le strade inglesi sono pure ben tenute, con una meticolosa manutenzione.
Comunque educare ed ancora educare con tutti i mezzi legali gli automobilisti resta sempre la principale priorità, la strategia vincente per evitare incidenti.
La colpa umana, del guidatore, è sempre la prima delle cause e si attesta sopra il 90%: non bastano i controlli e la repressione di modi scorretti di agire.
Dobbiamo evitare sempre la guida in stato di ebrezza, dopo aver ingerito o abusato di sostanze stupefacenti, quando si è stanchi, quando non si è in condizioni fisiche e psicologiche per guidare.
Solo noi possiamo decidere cosa fare e non solo per la paura delle ammende, per il terrore di vedersi sequestrata la patente, o per l'incubo della perdita dei punti sul documento di guida: un po' di maturità e di intelligenza non fa male.
Arduino Rossi

sabato 8 dicembre 2007

I pirati della strada


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Arduino Rossi Non sono le condanne dure e perpetue che rendono le strade più sicure, ma la certezza della pena che fa pensare, fa preoccupare, il potenziale delinquente. Chi decide di agire, sapendo che potrebbe provocare la morte di qualcuno deve sapere che ..... pagherà caro, pagherà tutto, senza condoni, se non dovuti a un reale ravvedimento che viene dalla fatica, dal lavoro. Scontare una colpa dovrebbe significare sudare e ridare, con il proprio impegno, qualcosa di positivo, di utile e costruttivo. E' questo che manca all'Italia: la punizione deve essere senza dubbi, né ripensamenti. Non servono esternazioni e richieste di sentenze esemplari, che si pretendono, si strillano subito dopo crimini particolarmente odiosi. Probabilmente chi ha sbagliato verrà riconosciuto, arrestato, ma poi..... Se la caverà? La gente è convinta che non avranno la punizione meritata e pretende che costoro subiscano. E' giusto?