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venerdì 5 settembre 2008

La Colombia delle Farc



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La Colombia è da anni considerato uno delle zone più pericolose al mondo per la violenza, terribile ed è endemica: si parla, mediamente, che ci sono dai 30 mila ai 60 mila morti all'anno per omicidi di ogni genere e situazione.
La guerra civile ha origini antiche, in pratica dalla guerra che portò la secessione dello Stato di Panama, fatto voluto dagli Stati Uniti per poi scavare e controllare meglio l'importante canale che collega l'Oceano Atlantico all'Oceano Pacifico.
Gli statunitensi in Colombia sono poco popolari ed è meglio dirsi europei da quelle parti, per non trovarsi in spiacevoli equivoci.
Dopo anni di scontri tra due frazioni, che portarono al potere il Partido Conservador Colombiano, in alternanza al Partido Liberal Colombiano (Partito Liberale Colombiano), la pace non è arrivata.
La guerra continua ancora, ma per controllare i traffici di cocaina, che devono passare, per motivi geografici, dalla Colombia da tutto il Sud America, per poi confluire negli Stati Uniti e nel resto del mondo, compreso l'Europa.
Cosa ha a che vedere tutto questo con i guerriglieri marxisti?
Molto, tantissimo, perché la cocaina si coltiva nella foresta, nelle zone rurali e chi controlla il territorio è ricco e potente.
I narcotrafficanti si limitano a trattare con chi gli fornisce la materia prima e non guardano in faccia a chi gli porta la roba: possono essere guerriglieri barbuti, appartenenti ai gruppi di autodifesa, che forse si possono chiamare pure squadroni della morte, oppure sono semplici banditi, funzionari corrotti, ufficiali dell'esercito o poliziotti.
Si capisce che chi possiede più territorio, in questo gioco sporco di sangue, è il più forte.
I guerriglieri, i dati non sono sicuri, controllerebbero dal 30% al al 70% del territorio:
ci sono pure altri gruppi minori che si confondono.
Perché si definiscono rivoluzionari e marxisti i nostri guerriglieri dediti al traffico di narcotici e al rapimento di persone?
E' solo un espediente per darsi un alibi, una copertura, per non essere catalogati dei volgari banditi comuni.
Chi paga sono i contadini e la gente che si trova nel mezzo di tutto questo: è difficile non compromettersi con una parte e con l'altra, ma si rischia di finire giustiziati come guerriglieri dai militari, dai gruppi paramilitari, mentre si termina nello stesso modo per mano dei “rivoluzionari”, ma uccisi come i nemici del popolo.
Il comunismo con tutto questo cosa ha a che fare?

lunedì 14 luglio 2008

La guerra civile colombiana



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La Colombia è un Paese che non conosce la pace da circa 100 anni, o meglio il conflitto militare interno, che ha diverse nature e origini, prosegue da generazioni, con alti e bassi.
Da ormai alcuni decenni la cocaina è il motore di varie forme di violenza, di colore e di tendenze politiche opposte.
Ci sono gruppi armati, definiti di autodifesa, che commettono errori e orrori contro la popolazione civile: le torture dei prigionieri sono usuali, per terrorizzare i parenti, gli amici e i conoscenti.
I gruppi paramilitari sono potenti e prepotenti: di fatto controllano il Paese e provocano dai 30 mila ai 60 mila morti ogni anno.
A pagare il prezzo maggiore sono i contadini, coloro che coltivano spesso le foglie di coca, ma non diventano ricchi.
E' pericoloso fare politica, fare il sindacalista, il prete, l'imprenditore, il sindaco dei villaggi rurali, l'impiegato pubblico: è rischioso fare ogni attività possibile in ogni altra parte del mondo.
Si può essere processati , poi fucilati in modo sommario, dopo i soliti maltrattamenti, dai gruppi paramilitari, dai guerriglieri, pure dalle forze dell'ordine e dell'esercito, che spesso si è macchiato di crimini, ma oggi ci si scorda di tali abusi per comodità diplomatiche.
Arduino Rossi