martedì 25 marzo 2008

Il finanziamento pubblico della stampa


Beppe Grillo vuole un referendum contro il finanziamento alla stampa: un miliardo di Euro pubblici sono devoluti al mezzi di comunicazione e spesso sono gestiti in modo clientelare.
E' la solita situazione italiana, mai denunciata da nessuno perché a tutti conveniva non parlare.
Ora il Grillo nazionale, forte dei successi di Internet e del suo Blog, dà l'assalto al fortino dell'informazione tradizionale.
In fondo questo è il primo scontro tra Internet e i mezzi classici di divulgazione, giornali, radio, televisioni.
Un miliardo di euro sono un salasso non indifferente, che si devono sommare al canone versato alla RAI.
I difensori di questo sistema sostengono che questo è per la libertà di opinione, gli altri invece accusano che con questo metodo si finanza la casta politica e la corruzione.
Se cadesse il metodo dei finanziamenti pubblici tutto sarebbe legato alle vendite dei periodici e alla raccolta pubblicitaria: conterebbero gli indici di ascolto e le copie vendute, anzi lette.
Dietro al Grillo nazionale ci sono interessi di parte?
Infatti il mondo della pubblicità avrebbe un grande vantaggio e a decidere il successo di un cronista, o di un opinionista, non sarebbero più le raccomandazioni politiche, ma semplicemente i lettori.
Sarebbe un'Italia più democratica e popolare, all'Americana, dove il peso dell'opinione pubblica conterebbe come un macigno, ma sarebbe pure un Paese schiavo degli imbonitori televisivi e dei Grandi fratelli, quelli politici e (mediatici).
I pro e i contro sono tanti, ma probabilmente la Battaglia di Beppe Grillo, nel tempo, avrà successo e non rimane che attendere la nuova era di libertà e populismo.
Arduino Rossi