lunedì 17 marzo 2008

Le ragioni della difesa per la strage di Erba



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Nel processo della strage di Erba la difesa cerca di annullare la testimonianza dell'unico superstite, che, si sostiene, accusa i due coniugi per timore di altre ritorsioni, magari sui figli.
Potrebbe essere vero, ma il non confessare e denunciare il presunto vero assassino, o assassini, non mi pare un atto scaltro: converrebbe di più chiedere la protezione delle forze dell'ordine e denunciare i criminali, che hanno pure assassinato la moglie dell'accusatore.
Sicuramente i tempi per compiere un tale massacro sono stretti, inoltre nessuno ha notato i due accusati nelle vicinanze, non ci sono tracce di sangue sui vestiti e neppure le mani si sono sporcate.
Nella casa degli orrori non ci sono impronte e l'accusa si basa solo su due confessioni, confuse e contraddittorie oltre che ritrattate.
La difesa afferma che la parte civile e la Corte non sono equi, ma hanno una sentenza già pronta.
Il problema dei processi visti e condotti anche dai mezzi di comunicazione porta a trasformare la realtà, complessa e ricostruita in un'aula di giustizia, in un telefilm, con i cattivi da punire, a tutti i costi.
Ora i Romano erano le persone adatte a rivestire la parte dei cattivi, simili a tanti rompi scatole nei nostri condomini, da presentare come mostri.
Sarebbe bello che tutto tornasse nella normalità: non nascondo che spero nell'innocenza di Olindo e Rosa.
Sarebbe rassicurante sapere che i cattivi non sono i nostri vicini, ma solo quelli di professione, delinquenti incalliti.
Tutto tornerebbe come prima, con qualche parola di troppo nei bisticci tra vicini e alla peggio, con spintoni e schiaffi che non dovrebbero esserci, ma niente più.
Arduino Rossi