lunedì 10 marzo 2008

I diritti delle donne senza diritti



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L'8 marzo è arrivato, un po' in sordina, con qualche donna che entra nel dibattito, per motivi politici ed elettorali, a difesa di....diritti antichi, che nessuno vuole toccare.
La nostra società è ancora maschilista?
Sacche di ...reazione maschile esistono ancora, specialmente in ambito lavorativo, ma pure nelle famiglie, dove le donne sono costrette a rinunciare ai figli per il lavoro.
Purtroppo, come sempre capita, questa festa per i diritti delle donne è solo per le poche elette, che vivono nell'emisfero Occidentale, nei Paesi industrializzati e democratici.
Il resto delle donne sono poste sotto tradizioni diverse: sono trattate come mucche da riproduzione, le bambine non possono studiare, le donne lavorano e devono badare ai figli.
Molte non riescono a fare tutto e abbandonano le loro creature nelle baraccopoli del Terzo Mondo, alla fame, alla disperazione, alla criminalità.
Pure da noi le nuove arrivate sono costrette a subire prepotenze assurde per la nostra cultura: molte devono prostituirsi, altre subiscono ancora violenze tradizionali, tribali, religiose dei Paesi di origine.
Le voci di protesta contro queste immani ingiustizie non si sentono: il destino di queste disgraziate non ci interessa, non muove movimenti di liberazione.
La questione femminile è solo per le nostre mogli e figlie in carriera?
La lotta per la liberazione è una caratteristica del ceto medio?
Mi auguro proprio di no, altrimenti sarebbe una lotta classista e razzista, indifferente a quelle povere ragazze e bambine con un futuro da analfabete, con pance sempre gravide e occhi tristi.
Arduino Rossi