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martedì 25 marzo 2008

Siamo tornati ai tempi del referendum sull'aborto?



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No, non temete, è solo un po' di rumore per nulla, sempre per avere qualche voto in più.
La Cei scende in campo: "Colpa di abortismo senza confini."
Le accuse di aver, in un certo senso, spinto al suicidio il ginecologo genovese, partite in modo non troppo velato, da diversi editorialisti, vengono rigettate e rimandate al mittente.
E' un vero peccato che tutto scada e decada, tutto quanto faccia spettacolo, anche il dolore, la morte tragica e l'angoscia di chi ha dovuto abortire.
Non voglio provocare reazioni indesiderate e incontrollate, ma voglio compiangere pure la fine prima della nascita di diverse vite, che forse avrebbero potuto trovare un altro destino.
Il Segretario della Cei Betori ha pure parlato di modifiche alla legge elettorale, per avere più democrazia e meno egemonia.
Cosa intendeva esattamente?
Forse si riferiva a certe forze laiche, con i loro giornali e le loro finanze?
Sì, probabilmente accennava ai poteri forti, che non sono misteriosi, nascosti, ma in certi casi hanno nome e cognome.
Siamo alla lotta del Terzo Stato, contro il Clero oscurantista?
Siamo allo scontro della luce della fede contro gli empi e i blasfemi?
Un fatto è certo: da noi ci sono situazioni un po' datate, dove si crede di lottare per la luce del progresso, contro il buio, di non si sa cosa.
Arduino Rossi

Il finanziamento pubblico della stampa


Beppe Grillo vuole un referendum contro il finanziamento alla stampa: un miliardo di Euro pubblici sono devoluti al mezzi di comunicazione e spesso sono gestiti in modo clientelare.
E' la solita situazione italiana, mai denunciata da nessuno perché a tutti conveniva non parlare.
Ora il Grillo nazionale, forte dei successi di Internet e del suo Blog, dà l'assalto al fortino dell'informazione tradizionale.
In fondo questo è il primo scontro tra Internet e i mezzi classici di divulgazione, giornali, radio, televisioni.
Un miliardo di euro sono un salasso non indifferente, che si devono sommare al canone versato alla RAI.
I difensori di questo sistema sostengono che questo è per la libertà di opinione, gli altri invece accusano che con questo metodo si finanza la casta politica e la corruzione.
Se cadesse il metodo dei finanziamenti pubblici tutto sarebbe legato alle vendite dei periodici e alla raccolta pubblicitaria: conterebbero gli indici di ascolto e le copie vendute, anzi lette.
Dietro al Grillo nazionale ci sono interessi di parte?
Infatti il mondo della pubblicità avrebbe un grande vantaggio e a decidere il successo di un cronista, o di un opinionista, non sarebbero più le raccomandazioni politiche, ma semplicemente i lettori.
Sarebbe un'Italia più democratica e popolare, all'Americana, dove il peso dell'opinione pubblica conterebbe come un macigno, ma sarebbe pure un Paese schiavo degli imbonitori televisivi e dei Grandi fratelli, quelli politici e (mediatici).
I pro e i contro sono tanti, ma probabilmente la Battaglia di Beppe Grillo, nel tempo, avrà successo e non rimane che attendere la nuova era di libertà e populismo.
Arduino Rossi