domenica 4 maggio 2008

Crumiraggio e lavoro degli extracomunitari



Sostieni l'editoria indipendente: acquista questo e-book su Lulu.





LINK-UTILI

La polemica contro o a favore dell’emigrazione prosegue, prende toni duri e nasconde la vera situazione: non ci sono emigranti tutti buoni o tutti cattivi, non è un atto di "bontà" l’accettazione di questi nuovi arrivati.
La faccenda invece ha sicuramente risvolti meno tragici e meno buonisti di quanto si crede: un tempo questa operazione era chiamata assunzione di disperati per calmierare i salari, ovvero crumiraggio.
Nell’epoca della prima industrializzazione, per esempio, si assumevano gente dalla campagna, meno specializzata, ma meno pretenziosa in questione di salario, per smorzare le richieste di maggior guadagni degli operai delle fabbriche.
Oggi si sta facendo la stessa operazione e lo scopo principale è quello di creare una vera guerra tra poveri: dividi e impera pare ancora essere il principio fondamentale della classe economica dominante.
Che queste strategie abbiano fiato corto è facile da dimostrare, ma ciò che sorprende è che a sinistra non ci sia accorti, forse per qualche lacuna nella conoscenza della storia, di ciò che nascondeva questa operazione.
Comunque ospitare gli extracomuniri non è un gesto di solidarietà: la solidarietà, o meglio ancora, la giustizia sociale non la si fa relegando la gente a lavori umili, brutti e sporchi, per quattro soldi.
E’ solo un’operazione di richiamo di manodopera a basso costo,: togliamo la retorica e le esternazioni, avremo la visione di questa grande operazione economica, fatta sulla pelle della gente, emigranti e lavoratori locali.
Arduino Rossi