mercoledì 14 maggio 2008

La lista dei ricchi d'Italia



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Visco ha fatto pubblicare le liste dei contribuenti con gli imponibili e le tasse pagate.
Il Garante sulla privacy ha negato di essere stato avvisato e di non aver mai dato consensi per esporre alla pubblica conoscenza quanto quadagnano, ufficialmente, gli italiani.
La destra parla di vendetta postuma degli sconfitti dalle elezioni, Grillo avvisa dei rischi per i ricchi nazionali: sequestri di persona, pizzo per Mafia e Camorra sarebbero facilitati, oltre alle rapine nelle ville.
Visco invece ribatte che lo fanno in tutto il mondo civile (esporre nome e redditi di chi paga le tasse, non le rapine nelle ville), ma forse non si accorge che in italia la criminalità organizzata è molto aggressiva e veramente i rischi sono tanti per chi possiede qualcosa al sole.
Inoltre ho un altro dubbio, pur non essendo un esperto di normative e di regolamenti.
Credo che esista, oltre alla privacy, il segreto d'ufficio: se un semplice impiegato fa nomi e cognomi di contribuenti rischia seri provvedimenti disciplinari.
Invece questo segreto, a quanto pare, non vale per i grandi capi: si vede che loro si sentono protetti o superiori.
Sanno bene che difficilmente avranno noie serie: basterà qualche buon avvocato che farà insabbiare tutte le querele, tutti i provvedimenti che la magistratura prenderà contro questa iniziativa.
Alla fine pure io avrei voluto vedere i reddititi di qualche mio amico o di altri conoscenti ricchi e meno ricchi, restando tranquillo, perché di ricchezze non ne ho proprio, come la maggioranza degli italiani.
Pure i grillini si sono schierati a favore del provvedimento: i ricconi non sono mai simpatici, un po' per invidia, un po' per desiderio di giustizia sociale.
Avremmo scoperto che il tale, che non fa nulla, che si muove in ferrarino sempre e si alza alla 20 per andare a letto alle 8 di mattina, paga meno tasse di noi: ci saremmo infuriati non poco.
Arduino Rossi