sabato 24 maggio 2008

Gli statali sotto attacco



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Gli statali sono nuovamente nell'occhio del ciclone e questa volta non si scherza: i "mangia pane a tradimento" andranno a casa.
E' un principio giusto, anzi santo, cristiano, oltre che di tutte le fedi di questo mondo, valido pure per l'etica laica.
Non rimane che attendere i risultati, ma io sono sempre un po' dubbioso.
Tutti gli sfaccendati saranno mandati a cercarsi un lavoro?
I raccomandati e i super raccomandati non saranno risparmiati?
Non metteranno alla gogna solo i poveri disgraziato della PA?
Qualcuno è veramente nulla facente, ma altri sono anche ammalati di depressione, con incompatibilità ambientali autentiche e non inventate.
Io vorrei vedere spediti a lavorare veramente, con un bel calcio nel sedere (metaforico e non fisico) gli amiconi dei politici, quelle dinastie, spesso numericamente limitate, ma arroganti e spavalde, che se ne infischiano del succedersi dei governi, delle minacce di licenziamento: loro si fanno carriere brillanti, ridendo dei proclami dei ministri di turno.
C'è un altro fatto, che pochi hanno osservato: se veramente tutti i dipendenti pubblici lavorassero con impegno, applicando leggi, decreti, circolari e direttive alla lettera il Paese si fermerebbe, più nulla funzionerebbe.