sabato 24 maggio 2008

I disoccupati



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Il lavoro è sì fonte di reddito, ma pure ci dà un'appartenenza sociale e una dignità: uno che si guadagna da vivere è indipendente o così dovrebbe essere così, ma tutto è diventato, complicato.
Se si perde questo benedetto posto, fisso o preario che sia, si rischia di finire in basso, tra gli emarginati, tra gli esclusi: non c'è paura peggiore per molti e non c'è giovane o meno giovane che non abbia provato questo terrore.
Tranne chi possiede una grande professionalità, particolare e unica, tranne chi è figlio di papà, gli altri mortali si devono guadagnare da vivere e devono sudare per imparare un mestiere, per ottenere quel posto che permetta di vivere da soli, comprarsi una casa, farsi una famiglia.
Il diritto al lavoro è sacro, ma solo sulla carta.
I giovani poi possono essere un po' impulsivi e non sempre sono disposti ad abbassare la testa, a torto o a ragione, davanti ai capireparto, ai padroni e padroncini: qualche volta mandano all'inferno chi li comanda e così si trovano in cattive acque.
E' proprio questo fatto che il precariato diffuso ha guastato maggiormente la società: è in crisi la dignità dei lavoratori, l'orgoglio di essere un operaio, come esisteva un tempo, di chi non deve nulla a nessuno, perché il pane se lo guadagna.
Arduino Rossi