sabato 24 maggio 2008

La baby-gang



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La prime baby-gang stanno imperversando pure da noi: sono miste dal punto di vista razziale ed etnico, per dimostrare forse che l’integrazione è "ben riuscita".
Le culture non si scontrano, ma si incontrano, però, per farle incontrare serve conoscerle, cosa che gli operatori del nostro Paese non sanno.
Abbiamo avuto tanto buonismo, parecchia faciloneria con modi che parevano dire: "Vogliamo tutti bene!"
Ora i problemi che altri Paesi hanno avuto e stanno avendo, come la Francia, stanno arrivando pure da noi: ragazzini terribili, senza ideali, senza religione, senza neppure un po’ di nazionalismo, si dedicano al teppismo, spronati dall’alcool e dalla droga.
E’ una rivolta insensato contro simboli, semafori e passanti ignari: costoro rivendicano solo il diritto a fare tutto ciò che entra loro nella testa.
Rompere, ferire, derubare, pure violentare ragazzine e signore finite sotto i loro grinfie: è una vera delinquenza da ratti e non ha connotazione etniche particolari, è la cultura della violenza fine a se stessa.
Questi ragazzi hanno da una parte le immagini dei media sono quelle di un mondo ricco e facile, dall’altra c’è la fatica dei loro genitori, che li fa vivere di poco, in case popolari o sovraffollate, degradate, spesso malsane.
La voglia di ottenere tutto o di rompere ogni cosa è la conseguenza del deserto culturale che li circonda: sono violenti perché non hanno più un’etica, una fede, una cultura popolare tradizionale.
Il degrado inizia proprio dalle loro menti, ma non è colpa loro.
Arduino Rossi