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domenica 4 maggio 2008

Crumiraggio e lavoro degli extracomunitari



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La polemica contro o a favore dell’emigrazione prosegue, prende toni duri e nasconde la vera situazione: non ci sono emigranti tutti buoni o tutti cattivi, non è un atto di "bontà" l’accettazione di questi nuovi arrivati.
La faccenda invece ha sicuramente risvolti meno tragici e meno buonisti di quanto si crede: un tempo questa operazione era chiamata assunzione di disperati per calmierare i salari, ovvero crumiraggio.
Nell’epoca della prima industrializzazione, per esempio, si assumevano gente dalla campagna, meno specializzata, ma meno pretenziosa in questione di salario, per smorzare le richieste di maggior guadagni degli operai delle fabbriche.
Oggi si sta facendo la stessa operazione e lo scopo principale è quello di creare una vera guerra tra poveri: dividi e impera pare ancora essere il principio fondamentale della classe economica dominante.
Che queste strategie abbiano fiato corto è facile da dimostrare, ma ciò che sorprende è che a sinistra non ci sia accorti, forse per qualche lacuna nella conoscenza della storia, di ciò che nascondeva questa operazione.
Comunque ospitare gli extracomuniri non è un gesto di solidarietà: la solidarietà, o meglio ancora, la giustizia sociale non la si fa relegando la gente a lavori umili, brutti e sporchi, per quattro soldi.
E’ solo un’operazione di richiamo di manodopera a basso costo,: togliamo la retorica e le esternazioni, avremo la visione di questa grande operazione economica, fatta sulla pelle della gente, emigranti e lavoratori locali.
Arduino Rossi

sabato 22 dicembre 2007

I nuovi disperati e i nostri poveri

C'è la nuova corsa all'assunzione del lavoratore straniero e si è già arrivati a superare quota 200 mila: si parla che si raggiungerà la cifra di 400 mila e oltre.
Perché questo incredibile bisogno di lavoratori dal Terzo Mondo?
E' semplice, perché costano poco e in genere non si lamentano troppo, almeno con il padrone.
Io parlo di padrone e non di datore di lavoro, perché in questo caso il rapporto è proprio tra padrone e servo, con pochi diritti e tanta fatica.
Ora le nostre città sono sempre più piene di stranieri che svolgono servizi mal pagati e per di più ci sono problemi di integrazione, chiamiamoli così: abbiamo scontri e odi profondi che crescono tra etnie lontane o addirittura in guerra antica tra loro.
Tra questa massa poi c'è pure una presenza forte di non adattati e adattabili: questi confluiranno nella folla dei delinquenti.
Ora ad aprire la porta di questa nuova carica di disperati sono proprio i sindacati, le associazioni che si propongono , ufficialmente, di difendere i lavoratori.
Le leggi del mercato danno così maggiore spazio a questi ultimi arrivati, perché con meno diritti, perché disposti a far qualsiasi lavoro, perché disperati ed affamati.
I nostri disoccupati si dovranno mettersi in coda.
Come viene chiamata questa operazione?
Non crumiraggio, nel senso storico del termine e non come insulto: un tempo si assumeva gente delle montagne o della campagna, per tenere bassi i salari, specialmente durante le lotte sindacali.
Questa folla di fuggitivi dalla miseria dei loro Paesi la chiamano....risorsa per l'Italia.
La guerra tra poveri non ci sarà?
Certamente, avremo violenza e asti profondi, ma non riguarda i sindacalisti, i giornalisti, sempre ben raccomandati in genere, i funzionari di alto livello, super prezzolati.
Io resto sempre del parere che questo è solo uno sporco gioco per indebolire i ceti meno abbienti nazionali, favorire scontri...etnici nel nostro Paese e poi ingrassare una cultura, chiamatela come vi pare, di destra o di sinistra, ma certamente repressiva.
E' una cultura stalinista o fascista?
Non so da quale gruppo politico partirà la caccia allo straniero non...integrato, ma ci sarà, prima o poi: tutto porta a un futuro infausto e violento.
Comunque ringrazio sempre chi ci governa e i rappresentanti sindacali per tutto questo.

Arduino Rossi