mercoledì 15 ottobre 2008

Libertà di stampa,

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Tempo fa un giornale su cui scrivo mi impose alcune limitazioni: la prima è la solita, quella derivante dalla paura delle querele per calunnia.
In questo settore sto molto attento e non faccio apertamente dei nomi: è rischioso fare dichiarazioni dirette, si può sempre incappare nella denuncia per calunnia a mezzo stampa.
Tempo fa un sindaco di una provincia del Nord Italia aveva “abbattuto” le croci del cimitero del suo paesino: ovvero aveva sistemato il cimitero in rispetto delle altre religioni, così affermava, ma togliendo a tutti i cristiani il diritto di avere una croce sulla sua tomba.
Il burocrate di sinistra, perché da alcune ricerche fatte su Internet apparteneva a tale genia, (per me appartengono alla ”razza” peggiore e sono superati solo dagli stalinisti e dai nazisti irriducibili) voleva far credere di essere nel giusto.
Invece di abbassare la testa aveva preteso le scuse per un mio pezzo: il direttore in questione le fece, contro il mio parere.
Altro limite comune è quello relativo ai musulmani e alla religione islamica: io rispetto tutte le fedi e di conseguenza non le derido, per non offendere le persone fedeli a tali religioni.
Nonostante questo non posso parlare dell’Islam come fosse una religione di pace, né una fede democratica, rispettosa delle minoranze non islamiche o delle donne.
Criticare la legge in vigore in tutti i Paesi islamici, oso dire in tutti i regimi islamici, che impedisce la libertà di fede, significa rischiare l’esclusione dalla stampa nazionale: questo fatto è vergognoso.
Altro gruppo di potere potentissimo è quello della magistratura: guai criticarla, è pericoloso e spesso si rischia la censura da parte dei direttori editoriali.
In Italia c’è libertà di stampa?
Sì, ma è una libertà vigilata.
Arduino Rossi