sabato 18 ottobre 2008

Furti di alimenti nei supermercati

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Il 10% del famoso formaggio viene rubato e si colloca al terzo posto di questa classifica: al primo posto abbiamo le lamette da barba con un 22%, mentre le cartucce d'inchiostro per le stampanti si collocano al secondo posto, con un 15%.
Il quadro che esce è interessante e non sorprendente: il ladro non cerca pane, pasta e uova, cibi poco costosi, ma necessari a sopravvivere.
Ci sono invece prodotti adatti a un ceto ben preciso, quello medio, impiegatizio o con velleità piccolo borghesi: è un mondo in difficoltà, che sta soffrendo per gli aumenti e gli stipendi fermi.
Che personaggio esce se si osservano questi dati?
Il nostro ladruncolo è uno attento all'aspetto, ama sbarbarsi, probabilmente bene, ha un computer e una stampante.
Facilmente si collega pure a Internet, ma in particolare gli piace il buon cibo, di qualità, di marca: in questo caso non rinuncia al Parmigiano grattugiato sulla pastasciutta.
Io mi sarei immaginato invece un ladro differente, un disperato che non riesce a riempirsi la pancia, ma per costoro le varie organizzazioni caritatevoli, filantropiche intervengono e nessuno, o quasi nessuno è costretto a rubare per mangiare in Italia: è una buona notizia, pur sapendo che non sia di grande consolazione, la povertà è tanta anche da noi.
Questo personaggio invece punta al decoro: non è disposto a rinunciare a un pezzetto minimo del suo tenore di vita e rischia moltissimo.
Una denuncia per furto potrebbe metterlo in cattiva luce, rovinargli pure eventualmente la carriera futura.
Tutto questo viene messo in gioco per il buon sapore del Parmigiano Reggiano: non si rinuncia al formaggio italiano più conosciuto al mondo.
Quindi esiste un'Italia minore, una borghesia piccola, piccola, che recita, che vuole mostrarsi più ricca e più “signorile” di quella che è realmente.