mercoledì 15 ottobre 2008

Morgan Stanley

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Morgan Stanley
E' incredibile, ma nel mondo globale si può essere più poveri o perdere il posto di lavoro per fatti lontani decine di migliaia di chilometri: questo capitava già cento anni fa, ma più lentamente.
C'è chi fa pure il profeta di sciagura: immagina mutui alle stelle e il crollo del valore degli immobili.
E' ipotesi improbabili e forse dietro queste teorie ci sono giochi speculativi.
Il pericolo che la bolla speculativa nel settore immobiliare scoppi è veramente minimo.
In Europa e in Italia, almeno per questo settore, almeno per quanto riguarda la stabilità del valore della moneta, per il costo del denaro, per il valore degli appartamenti, non ci sono grandi preoccupazioni: non saremo costretti a pagare mutui da strozzinaggio per case svalutate.
Almeno così sarà per molto tempo, ma io non credo che un sistema che si base sugli investimenti immobiliari, che sono gli unici sicuri da almeno 30 anni, non può durare in eterno: da troppo tempo noi italiani ci fidiamo solo dei soldi investiti nell'acquisto della prima, seconda e anche terza casa.
I denari spesi nel mattone non deludono, anzi, spesso negli ultimo periodi, hanno trasformato persone normali in ricchi, ma solo per il patrimonio formale detenuto.
Case collocate in zone di pregio sono diventate la grande vittoria, la grande fortuna per gente comune, ma questo solo in teoria: non si vende perché non si sa come investire.
Così il prezzo degli immobili resteranno fermi, o avranno poche variazioni: gli Stati Uniti sono proprio un'altra realtà, sono un altro mondo, con alti e bassi, con Elenore risorse, molti squilibri, tante potenzialità e capacità di ripresa.
Noi siamo un po' statitici, a crescita zero, decadenti, in una recessione, ma lieve, sufficiente a renderci tutti un po' più poveri, ma con abitazioni di centinaia di migliaia di euro.
Non ci resta che attendere lo “tzunami”, sperando di non subire troppi danni: ci sarà un rincaro dei tassi bancari, ma non eccessivo e forse non dovuto solo alla crisi dei mutui americani.
Avremo un po' di recessione, ma soprattutto subiremo decisioni dure e “necessarie” per il nostro bene ovviamente.
Quindi ci dobbiamo attendere tagli alla spesa pubblica, con aumenti dei costi dei servizi, senza avere grandi cambiamenti positivi, per esempio non credo nella forte riduzione delle tasse, almeno a breve.
Quando ci sono le grandi crisi molte cose cambiano: ci saranno difficoltà e perdita di posti in aziende già deboli, avremo pure conseguenze indirette, come nuove politiche, che in passato, in situazioni simili, hanno favorito l'aumento dei conflitti armati, la crescita dei focolai di guerra e di guerriglia.
Arduino Rossi