mercoledì 15 ottobre 2008

Il ritorno dei burosauri

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Proprio sotto il regno di re Brunetta I, la stirpe destinata all’estinzione dei Burosauri sta tornando in auge: sono esseri che fino alla caduta del fascismo erano potenti e forti.
Sino agli anni Cinquanta erano grintosi e dominavano quella penisola al Sud dell’Europa, detta penisola italica.
E’ una terra dimenticata da Dio, con tante belve pericolose, come politici, mafiosi e corrotti: sono animali predatori che terrorizzano e ingrassano sulla miseria di un genere degli italioti più deboli, bestie ingenue, quasi buone, forse non troppo scaltre.
I nostri Burosauri sono occasionalmente predatori: spesso sono dediti più alla pulizia delle carogne.
Come tutti gli animali spazzini, sono spesso alimentati da altre belve feroci, che cacciano nella savana italiana: sono i faccendieri, belve generose, disposte a cedere parte delle loro prede per un po’ territorio sicuro, libero da altri animali, da loro disprezzati, chiamati comunemente imprenditori onesti.
Le ferocia dei Borasauri è tipica del luogo e delle condizioni dell’ambiente in cui vivono: un tempo gli italiani si sapevano difendere da tutti questi animali perniciosi, ma negli ultimi anni tutto è tornato alle condizioni originarie, selvagge.
Ciò che sembrava appartenere a un’epoca lontana, spesso derisa dai membri più evoluti degli italioti, oggi pare una nuova realtà.
La natura parassitaria poi di questi bestioni del Giurassico, ancora presenti in Italia, non lascia spazio allo sviluppo di altre forme di vita più evolute.
I Burosauri vivono e si muovono in branco, singolarmente diverrebbero facili prede o morire di fame, ma tutti assieme possono essere pericolosi.
I nostri sauri degli uffici, come tutti i sauri, hanno un cervello molto piccolo, ma un’aggressività terrificante.
La penisola italica resterà per sempre terra di Burosari e altri animali “preistorici”?
Arduino Rossi