sabato 18 ottobre 2008

I privati negli ospedali pubblici

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Far entrare i privati negli ospedali per migliorare i servizi, dove il pubblico non è riuscito a rendere decente certe situazioni di degrado, potrebbe essere una scelta corretta, ma sicuramente è una decisione disperata: siamo all'ultima spiaggia per certe realtà.
Ci si scorda che il privato funziona solo se c'è una concorrenza: quando si vuole privatizzare, applicare la conduzione privata, le gestione privata si hanno buoni risultati se si lascia lo spazio al confronto.
In pratica, chi finisce in questi reparti, i cui costi devono essere controllati per non dare troppi regali a chi gestisce, deve pure poter scegliere, sia per la conduzione, per la pulizia, per la bravura dei medici.
Il privato si muove sempre per il suo interesse e quando non ha concorrenze cerca di ridurre gli sprechi, ma aumentare il proprio profitto, sfruttando alla meglio il regime di monopolio.
Inoltre un fatto è certo: questo governo e pure i precedenti di destra o di sinistra, crede ciecamente nel privato e nelle sue grandi virtù, che sono bassi costi e alte rese.
Quindi si tende a ridurre il peso dello Stato in tutti i settori, come la scuola e la sanità, ma qualche dubbio persiste.
E' tutto brutto il pubblico?
E' tutto bello ciò che fanno i privati?
Lo Stato deve delegare quasi tutto ciò che fa?
In passato pure l'esercito e le carceri erano in mano ai privati, ma non erano tempi felici.
Un fatto però è certo: in tanti sperano di mettere le mani sui servizi svolti sino ad oggi dallo Stato.
La scuola e la sanità sono ai primi posti, poi c'è la gestione delle Agenzie Fiscali, che fanno tanta gola, con i loro enormi introiti, mentre le Poste e i trasporti su rotaie paiono ormai, anche per normative europee, di fatto vicine alla completa privatizzazione.
Arduino Rossi