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venerdì 12 dicembre 2008

Prosciutto e bistecca alla diossina dalla Patria dei folletti.

Prosciutto e bistecca alla diossina dalla Patria dei folletti.
Il ministro irlandese dell'Agricoltura, Brendan Smith ha ammesso che la diossina abbia contaminato le mucche della verde Irlanda: la terra degli gnomi e dei folletti questa volta non ci ha regalato una fiaba per bambini.
Sono state sequestrate 89 partite di carne suina irlandese in Italia, ma ce ne sono altre da scovare e sono 42 le già rintracciate.
Francesco Martini assicura: “Contiamo in brevissimo tempo di trovarle e sequestrarle tutte".
Oltre al latte cinese contaminato, oltre a tante minacce misterioso alla nostra salute, ora c'è pure la diossina nella carne, sembra per colpa di mangimi inquinati.
La diossina è una sostanza chimica temibile: provoca il cancro e mutamenti genetici.
In tanti si ricordano la nube tossica di Seveso, che causò seri problemi per anni a quella zona, ora bonificata: fu per colpa di un'industria chimica straniera in Italia.
Non voglio riaprire vecchie polemiche, ma è giusti osservare che questa sia un'amara sorpresa, per un popolo come il nostro da sempre esterofilo.
Un tempo si diceva che “tutto il mondo è paese”, ovvero siamo tutti uguali su questa terra: i controlli e le furbizie, anzi le disonestà, sono scarsi ed abbondanti in ogni parte di questo pianeta.
Ora ci sarà un momento di timore in più tra i consumatori, con qualche riduzione di acquisti della carne di maiale, che è tra le più economiche ed interessante per chi fatica ad arrivare alla fine del mese.
Per rinfrescare la memoria dei consumatori abbiamo già avuto la crisi per la carne di pollo, per il timore dell'influenza Aviaria, che colpì pure il consumo delle uova, mentre ancora prima ci fu quello della Mucca Pazza, che ci fece temere per la carne bovina, specialmente quella con l'osso.
I maiali erano rimasti, più o meno, lontani da certe contaminazioni e dai nostri incubi alimentari: ora pure le salsicce e i salami non possono restare al di sopra di ogni sospetto.
Si vede che sia impossibile ritornare al buon tempo andato, che purtroppo portava tanti altri problemi, con contaminazioni parassitarie che dagli animali passavano all'uomo: i sapori erano certamente variegati e non banali come oggi, ma i pericoli per la salute c'erano pure allora e forse più di oggi.
Un fatto è sicuro: si chiudono le porte quando i buoi sono scappati dalla stalla.
Il grave sta nella necessità di vincere la concorrenza e di guadagnare sempre più con mangimi scadenti, poi il fenomeno della diossina è solo l'ultima e brutta conseguenza di speculazioni senza scrupoli: le tecniche di crescita e di sviluppo negli allevamento non rispettano le condizioni di vita di esseri che sono stati fatti nascere per le nostre necessità alimentari.
Proteggere e pretendere di far star meglio gli animali di allevamento non è solo per evitare crudeltà insensate, ma è pure per migliorare la qualità delle carni.
I vegetariani non cantino vittoria e non si considerino fuori pericolo: se i mangimi animali contengono diossina, pure altri alimenti possono essere stati coltivati in modo inadeguato, dalla frutta alla verdura.
Un fatto è sicuro! I dati dell'impatto sulla nostra salute e sulla mortalità, che hanno queste frodi alimentari, non sono diffusi o sono quasi sconosciuti: è giusto non creare allarmismi, ma pretendere di sapere quanto ci costa la mortadella avvelenata, il formaggio con sterco di topo, l'insalata ai crittogamici non è una curiosità inutile.
Poi c'è la speranza che tutti i colpevoli siano condannati adeguatamente: per i casi accidentali, ma con responsabilità ci sia la pena per lesioni e omicidi colposi, per i casi di dolo volontario si applichi pure il codice penale per omicidio e lesioni gravi volontarie.
Non credo che chi uccide per rapina sia peggiore di chi uccide per far denaro sulla nostra salute.

Arduino Rossi

martedì 2 dicembre 2008

Il rispetto e la libertà


Il rispetto e la libertà stanno alla base di tutte le società più evolute, non ci può essere sviluppo senza questi due principi: il primo si intende il rispetto delle minoranze, delle donne, dei bambini, degli anziani, dei poveri, mentre la libertà sta proprio nella libera scelta di un individuo di fare le sue scelte, come la fede religiosa, l’esprimere delle sue idee politiche, lo sviluppo della sua personalità come meglio crede.
Oggi nel mondo esiste una situazione come quella cinese che sta portando il Paese asiatico a un notevole sviluppo economico.
Le contraddizioni interne e i contrasti vengono sopiti da questa splendida e contraddittoria crescita del Pil: sino a quando non rallenterà, sino a quando non arriverà la prima crisi tutto funzionerà, poi potrebbe crollare tutto come un castello di carte.
La mancanza di democrazia, di libertà di parola farà esplodere la rabbia accumulata negli anni: non si sa quando avverrà, ma è certo che capiterà se la democrazia non prenderà il sopravvento.
I Paesi islamici non conoscono la libertà individuale di scegliere la propria fede e il proprio comportamento personale indipendente: questo è un grande limite alla crescita della società tutta, che, se si escludono rari casi, appartengono a una fase di sottosviluppo economico senza scampo.
Forse i Paesi islamici, nonostante petrol dollari, rappresentano la condizione peggiore per lo sviluppo economico: quindi più libertà equivale a maggior benessere ottenuto per tutti.
Arduino Rossi

Beppe Grillo è pronto all'esilio a Lugano?


Il comico genovese si sta preparando per trasferirsi, armi e bagagli, in Svizzera, o meglio, non lui in persona, ma il suo blog dovrebbe forse espatriare: teme decreti e decretini, sempre pronti a censurare la libertà della rete.
Ha acquistato un appartamento con la bella vista del lago di Lugano, vicino alla casa di Mina.
Così il grillo parlante spiega questa sua decisione: "...ho scelto un angolino tranquillo e sicuro. Un posto carino, se rischio di finire al gabbio sono pronto... Scherzi a parte non ho paura di essere arrestato in Italia, ma il mio blog rischia veramente di essere censurato, oscurato, chiuso e io voglio essere pronto per ripartire immediatamente in un Paese sicuro che me lo consente.''
Questa notizia lascia dubbiosi e perplessi allo stesso tempo: milioni di italiani hanno un blog personale, dove scrivono di tutto e si stanno inquietando.
La rete è vasta e complessa: è possibile comunicare ed avere contatti con tutto il mondo, anche con Paesi dove la censura è cattiva, feroce con chi è ostile al potere costituito.
I censori sono da sempre la genia più stupida della terra: chi non sa rispondere, ribattere alle opinioni altrui con argomenti, le vuole cancellare.
Questi grigi individui non hanno l'intelligenza per dialogare: sarà sufficiente prenderli per il naso, facendo passare attraverso le maglie di controllo tutto ciò che si desidera.
Si può censurare Internet?
Sinceramente non so se sia possibile: non sono un esperto, ma più che censura è legittimo parlare di ostacoli e di difficoltà, che probabilmente diverrebbero delle complicazioni per chi vorrà aprire un blog.
Invece solo un cretino potrebbe pensare di poter tappare la bocca a Beppe Grillo: lui può benissimo ripartire da Lugano, ma anche da Parigi, da Pechino o dove preferisce nel mondo.
E' sempre il personaggio italiano più noto sulla rete e la sua immagine è internazionale, mondiale: il nostro Paese finirebbe tra quelli che limitano la libertà di parola, o così apparirebbe e lui diventerebbe un martire.
Inoltre non mi immagino possibile fermare chi vorrebbe leggere e vedere il suo blog: qualsiasi ostacolo verrebbe facilmente superato dai navigatori appena capaci.
No, Beppe Grillo probabilmente ha fatto una scelta comoda e di propaganda: se fuggisse veramente in Svizzera, o meglio, se il suo blog partisse da Lugano, darebbe di sé l'immagine del profugo, con un alone romantico da rivoltoso: a Lugano si rifugiarono gli anarchici nell'Ottocento, in Svizzera si nascosero fuggiaschi di tutto il mondo, da tutte le dittature del passato.
Proprio da Ginevra partirono i rifugiati russi, per la rivoluzione, capeggiati da Lenin.
Cosa a che fare Beppe Grillo con tutti costoro?
Probabilmente nulla, ma guadagnerebbe moltissimo in popolarità: speriamo che nessun imbecille si svegli male alla mattina e voglia limitare la libertà della rete, temo per lui una vita politica breve.
Sarebbe travolto dai fischi e dalle maledizioni di tutti coloro che sanno usare un computer, sanno navigare nella rete: in pratica la parte più evoluta del Paese si ribellerebbe e probabilmente supererebbe i divieti con stratagemmi.
Ci sono pericoli per la libertà della rete?
Probabilmente non ce ne sono, ma ne ho viste troppe da questa classe politica e ci si può attendere di tutto.
Arduino Rossi

domenica 30 novembre 2008

Il bullismo e gli isterismi.



Dopo anni di discorsi e di accuse contro il bullismo ecco che arrivano i giustizieri, nelle scuole e nella società°: si va a caccia di ogni atto che pare aggressivo, pure se minimo, ma non di tutti.
Ci sono le categorie protette e gli intoccabili: certi figli non si possono toccare: sono le creature dei papà delinquenti, oppure dei ricconi, degli onorevoli, dei potenti e notabili di ogni razza e categoria.
Loro possono sempre scorrazzare, deridere i compagni timidi, le ragazzine sole e molestarle: a loro nulla è proibito, per loro le vecchie teorie sociologiche funzionano ancora e servono come giustificazione.
Allora chi deve pagare?
Non sono certamente i figli dei prepotenti, quelli sono protetti dai paparini e dalle mammine, che lottano contro la ragione, il buon senso il buon gusto e la logica.
Pagheranno chi per sbaglio non ha papà autorevoli, o pericolosi criminali. Chi li tocca quelli?
I professori non sono degli eroi, anzi tirano a campare per la maggior parte dei casi: dovranno trovare il monellaccio da castigare e sarà il briccone di turno, anche se ha fatto poche marachelle.
Ovvero sarà figlio d povera gente, appartenente a nessun gruppo sociale numeroso ed agguerrito: lui pagherà per tutti e la farsa della lotta l bullismo avrà il suo bel finale ridicolo e tragico per le vittime del bullismo e della repressione.
Arduino Rossi

sabato 29 novembre 2008

Lavoro precario e fatica per un posto decente


La lotta per un posto di lavoro, oppure per un’attività produttiva continua anche dopo la pensione per molti: spesso ci si sposa tardi e i figli restano a casa sino a 30 anni e oltre, terminano l’università tardi e cercano un lavoro pure loro.
I poveri padri, pensionati oppure non, devono proseguire a mantenerli talvolta sino oltre i 60 anni, anche dopo i 65 anni: non rimane che trascorrere la vita a cercare lavoro decoroso e accettabile, quanto meno retribuito decentemente, o inventarsi qualcosa, altrimenti la famiglia crolla.
Così tutta la vita migliore di un poveretto svanisce e si consuma per guadagnarsi i soldi per i figli, per la casa e il mutuo, per dare una casa in montagna o al mare, in modo da uscire dalla città il più possibile, per respirare aria buona, per rilassarsi.
Questa è una vita da schiavi e in molti si chiedono se ne vale la pena di viverla: quando non ci ammazza dalla fatica, si rischia di finire presto al margine della società, con stipendi sempre più risicati, con pensioni che si svalutano rapidamente, non c’è scampo dalla miseria.
Non c’è alternativa: o ci si dà da fare o si muore di fame, o quasi.
Pure chi possiede grandi patrimoni in questi tempi li vede a rischio: gli immobili costano moltissimo come mantenimento, mentre i titoli si sono ridotti a meno della metà di un anno fa.
Si rischia di finire male e dover svendere sia gli uni che gli altri: solo chi sta attento e valuta con attenzione riesce a salvare il salvabile.
Sono tempi duri per tutti i fannulloni, non solo per quelli del pubblico impiego.
Arduino Rossi

Voi non avete notato che i prepotenti stanno alzando la testa?


Sì, sono tanti idioti con soldi, con amici degli amici, con abiti firmati taroccati, con musi duri, alteri, arroganti da stronzi, come vecchi nobili prima delle Rivoluzione Francese.
Si permettono qualsiasi cosa: insulti, prepotenze, ma soprattutto calunnie, menzogne di ogni tipo.
Questa povera Italia di inizio millennio assomiglia sempre più a un feudo dominato da conti, marchesi, baroni: il loro potere sta nel denaro, negli avvocati che sanno far passare il bianco come nero, che trasformano gli aggressori in aggrediti, i lupi in agnelli.
E' sempre più difficile proporre e imporre i diritti elementari delle persone, anzi paiono neppure più cosa da fare: al primo posto c'è il guadagno, poi il prestigio e gli umili sono schiacciati.
Questo capita nei tribunali, ma pure sulla stampa, sempre più con giornalisti
asserviti, negligenti verso i fatti oggettivi: sono pronti ad abbassare la testa e sono mediocri dal punto di vista professionale.
La libertà, quella giusta, quella contenuta nei confini dell'onestà, ha bisogno di uguaglianza: senza la verità e il diritto al rispetto di ogni persona perché umana tutto è vano, compreso il merito e la possibilità di costruirsi una vita e un po' di benessere, per sé e per gli altri.
Arduino Rossi

giovedì 20 novembre 2008

Strage di Erba: Olindo, Rosa e il processo spettacolo.


(Strage di Erba: Olindo, Rosa e il processo spettacolo mostri mostro assassini massacro sterminio killer)


Attorno alla strage più assurda e incomprensibile degli ultimi anni, con i personaggi accusati di un crimine orrendo, insolito ed enigmatico, da capire e catalogare, l'interesse del pubblico cresce.
Ci sono intanto 320mila euro richiesti dai legali di Mario Frigeri, l'unico superstite del massacro, principale accusatore e testimone fondamentale dell'accusa.
Invece Azouz, marito e padre di due delle vittime, si accontenta di una condanna all'ergastolo “senza Dio”: non chiede di più e rinuncia alla pena di morte, che in Italia non esiste, ma Lui forse non lo sa.
In televisione pare già tutto scritto e fatto: c'è pure la folla che vuole assistere all'ultimo atto e in tanti si attendono una condanna.
Perché tanta “popolarità” per un caso così atroce?
Non ci furono padri assassini, che sterminarono la propria famiglia?
Non ci furono fidanzati e uomini disperati che ucciso tre, quattro o più persone?
Quelle tragedie furono catalogate come frutto della pazzia, o come questioni incomprensibili, dovuto a malattia e depressione.
Invece ciò che sorprende e attira la curiosità morbosa delle folle sta nella situazione comune, da lite di condominio: per bisticci nei palazzoni italiani ci sono stati dei morti, ma mai stragi premeditate.
Ora io non mi interesso del dibattito processuale, non sono né colpevolista né innocentista, ma semplicemente interessato alla ricostruzione dell'accusa, che prendo come spunto per alcune osservazioni.
Le liti di condominio degenerano talvolta in rissa, con cazzotti sui denti, qualche coltellata tra i più facinorosi e alla peggio in fucilate sparate dopo qualche alterco: la cronaca nera non segnala omicidi organizzati, preterintenzionali, con l'eliminazione di quattro persone, la distruzione dell'appartamento con il fuoco.
Rosa e Olindo odiavano la famiglia Azouz per banali motivi: erano i soliti schiamazzi e i classici rumori, forse provocati pure dal bambino.
C'era stata una causa civile, finita male per i due accusati: tutto ciò rammenta migliaia, decine di migliaia di casi simili.
In ogni condominio o quasi, ci sono liti per faccende futili che avvelenano l'esistenza a troppe persone: sono all'ordine del giorno di movimentate assemblee condominiali spazi comuni usurpati, baccani e strilla di ragazzini, sempre più o meno catalogati, a torto o a ragione, dei maleducati.
Quante volte sono stati battezzati con i nomi dei due di Erba tanti abitanti di condomini particolarmente rompi scatole, ma pure quante volte si è augurato, a bassa voce, ai vicini esuberanti di incontrare pure loro degli assassini esasperati.
Il divertente e tragico di queste grandi “dibattiti” condominiali sta nel fatto che fanno tanto felici molti avvocatini: certe questioni si risolverebbero con i doppi vetri alle finestre, con qualche sistema di isolamento acustico, che oggi spesso può essere misto, con l'isolamento termico, in certi casi.
Ci sono pure altri metodi che evitano gravi guai con i vicini, ma alla peggio ci sono i giudici di pace, che possono decidere per faccende di poco conto.
Sì, su questo massacro si sono proiettati sentimenti e desideri di vendetta: pare che dietro ai due imputati ci siano milioni di rompiscatole impuniti, che ti telefonano per una sedia spostata, per il marmocchio che frigna dopo le 22, dimostrando sin da piccolo di non rispettare il regolamento condominiale.
E' il movente banale, insensato, futile, che ci rende curiosi per il caso di Erba.
Quanti potenziali assassini si nascondono nei nostri condomini?
In quanti hanno meditato omicidi e pure stragi di vicini odiosi?
Sarebbe una grande delusione se il processo prendesse una nuova svolta e si mutasse movente, ma pure colpevoli: ormai sono in troppi che attendono questa sentenza.
C'è un rancore potente che sale contro i due imputati.
Sono loro che devono pagare per tutti gli inquilini che ci fissano dietro le tapparelle, che controllano i nostri passi, per trovarci in fallo?
Lasciamo quindi ai giudici la decisione e non immedesimiamoci.
Che la giustizia faccia il suo corso, senza vendette popolari e gioia per le eventuali condanne o assoluzioni.
Arduino Rossi

mercoledì 19 novembre 2008

Eluana Englaro a Straburgo, è l'ultima spiaggia.



Sono 34 associazioni italiane, che si battono per la difesa della vita e sono ricorse alla Corte europea, nella speranza di ottenere un rinvio o una risposta positiva per la sopravvivenza di Eluana. Si punta all'applicazione della regola 39, o l'estrema urgenza, che comporta la sospensione di qualsiasi azione sino al pronunciamento della Corte. Quindi i giudici europei dovranno decidere sulla legittimità della richiesta, sospendere o annullare la sentenza.
Io comunque non credo in questo miracolo, da Straburgo non può uscire una risposta che vada contro le ideologie trionfanti, o meglio contro i luoghi comuni che vengono ripetuti da grandi e da piccini. Non voglio parlare di Eluana e del suo dramma, di questa mentalità che la condanna, o la libera a secondo del punto di vista. Di imbecillità se ne sentono tante e poi gli insulti non mancano mai: i soliti emotivi non sanno controllare le loro emozioni, le loro pulsioni esuberanti, quando si toccano certi argomenti. Lì vedo, ecco che arrivano coloro che ci liberano dal Medioevo: finalmente andiamo verso un mondo nuovo, si aprono gli orizzonti e c'è il sole dell'avvenire che ci attende. E' un peccato che il sole di cui parlano non si trova più nel futuro, ma è già tramontato da tanto, tanto tempo. Per loro il Vaticano è il covo di tanti orrori impronunciabili, ma non ho mai capito come fosse possibile che un luogo così tenebroso potesse contenere tanti splendori e tanta bellezza artistica: quelle opere non sono quelle buone che intendono i Vangeli, ma certamente sono magnifiche. Eppure ognuno ha diritto di fare ciò che vuole della sua vita, di buttarla via, come un fazzoletto sporco, guai a dubitare di tale verità assoluta. Sì, pare proprio così, nell'era post Medioevo clericale, dopo una lunga lotta contro i dogmi, ecco che tornano sotto forma di verità indiscutibili, altrimenti si è bollati con l'insulto più diffuso tra i gruppi anarchici e sovversivi di anni fa, forse pure di oggi, ovvero con cattolico. Discutere, chiedere, dubitare è un diritto fondamentale di ogni essere umano: senza dubbi non esisterebbe la libera scelta, avremmo solo una verità fissa, rigida nell'Universo. Cosa scopro all'inizio del 3° Millennio? La madre di tutte le certezze, la rivelatrice di dogmi di fede per eccellenza, usa un linguaggio pacato, morbido, sensato: cerca il dialogo con tutti e non sentenzia nulla o poco, lasciando aperte tutte le porte o quasi, mentre dall'altra parte sento discorsi da fine Ottocento, con un linguaggio stantio. Si vede che la retorica degli illuminati di allora, adoratori del progresso umano, che, mi ripeto ancora, ci condusse a due guerre mondiali, diverse rivoluzioni finite malamente, tante guerre coloniali e genocidi di tutti i tipi, non è passata di moda. Lo so che Eluana è solo un caso, ma io ho paura del risorgere di questi discorsi, specialmente se dietro ci sono grandi giornali, stampa cosiddetta libera, ma con poteri forti alle spalle, diciamo con grandi forze economiche che li sostengono. Allora il mio dubbio diventa atroce. La mancanza di incertezze dei soliti troppo "sicuri di sé", la tecnica denigratoria e semplicistica, che impedisce qualsiasi dialogo, specialmente con le menti "semplici", non nasconde qualcosa? Il dio preferito in questa epoca è uno solo: non è trino, ma si chiama quattrino. Combattiamo quindi una battaglia storica per liberarci dei retaggi del passato? Lottiamo per risparmiare miliardi di euro, per tagliare i costi della sanità? Se si eliminassero tutti i malati inguaribili quanti soldi potremmo racimolare? Forse usciremmo pure dalla crisi attuale e si risparmierebbero risorse per altri usi, come lo shopping. Erano le idee di un capo di Stato del passato, che fece potente la sua nazione, la Germania degli anni Trenta: le vittime dirette però furono 12 milioni e provocò una guerra da 50 milioni di morti. Diffidate delle imitazioni!

giovedì 13 novembre 2008

La suocera colpisce ancora.

( marito moglie suocera suocere suoceri suocero genero nuore spose matrimonio sposi marito e moglie)

Il Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Salernitano-Lucano sostiene che l'apposizione di una condizione sul futuro del matrimonio, fatta dallo sposo, costituiva motivo di nullità.
In pratica il matrimonio è nullo se uno dei futuri sposi impone delle condizioni, dei sé e dei ma: il caso in questione riguarda due sposini di Amalfi, che si unirono in matrimonio nella chiesa di Sant'Andrea nel gennaio del 1998.
Lui però impose la lontananza della suocera, ma la mamma della moglie, a sentire la versione di Antonio P., di 37 anni, non restava al suo posto ed aveva rovinato tutto.
I francesi dicono “cherchez la famme”, ovvero “cerca la donna” quando c'è un delitto particolarmente feroce: noi la nostra femmina l'abbiamo sempre da mostrare e denunciare.
Chi è più odiata della suocera italiana?
Le mamme nazionali non sanno restare al loro posto: sono sempre la fonte di mille ambizioni, proteggono sino all'esasperazione le figlie, poi i maschietti hanno mogli che non li sanno curare, o così le signore suocere sostengono.
Da questi scontri ”interfamigliari” nasce una rivalità terribile al femminile attorno a un bambinone di 30 o 40 anni, talvolta mai totalmente svezzato.
La Corte di Appello di Salerno ha confermato la sentenza del tribunale ecclesiastico, così Antonio e Gemma sono ora liberi di risposarsi, con una figlia tra i contendenti e una suocera che potrà affermare: “Lui non era adatto al matrimonio. L'avevo detto!”
Invece qui esce un'Italia che non è mutata troppo negli anni: è sempre quella con i suoi luoghi comuni, delle solite situazioni, che si ripetono, che si tramandano di generazione in generazione.
La mamma è sempre la mamma, ma la suocera è sempre la peste, pur restando la mamma della “controparte”: le coppie non si sposano più in chiesa, tutto è più “precario”, come il lavoro per i giovani.
Oggi si è qua, domani si è là, chi vivrà vedrà: si segue il destino che fa incontrare, litigare e dividere, lasciando solo tanti rancori verso gli ex e le ex.
Si può dire che questo personaggio, tante volte descritto nelle barzellette, nelle commedie allegre, nei film di qualche decennio fa, non tramonta mai: la suocera, la mamma italica, non si stanca di vedere le sue creature in preda a mille pericoli.
Il primo è quello delle bambinone,che quando si sposano finiscono in mano a certi “mascalzoni”, lazzaroni, falliti, incapaci: loro, povere figliole, meriterebbero di più, molto di più, altro che quegli ometti da quattro soldi, che le tengono a stecchetto.
I maschietti invece hanno donne che li fanno stirare le camice, che non sanno cucinare, che li lasciano dimagrire a vista d'occhio: “poverini”, dalla mamma loro erano serviti, riveriti, curati e avevano pure le scarpe lucidate in modo impeccabile.
Poi la casa di quella là è sempre sporca, le lenzuola sono stropicciate.
I nipotini crescono tutti screanzati, non salutano neppure i nonni: chissà cosa inculcherà in quelle testoline quella là.
La guerra continua ed è bello sapere che tutto il Paese abbia trovato un nemico comune: il tribunale ecclesiastico, quello laico dello Stato Italiano, l'opinione pubblica, nella sua maggioranza, escluse le suocere ovviamente, ritiene che sono loro le cause di tutti i mali nazionali.
Quelle donne petulanti, insoddisfatte che pretendono sempre di fare la mamma ai figli 40enni, sono l'origine di ogni male, o così pare ascoltando tanti discorsi.
Un tempo queste signore erano denunciate alla Santa Inquisizione come streghe, si vede che le tradizioni sono cambiate: ci si limita a divorziare, ritrovandoci un'altra suocera, per ricominciare una vita di coppia.
Arduino Rossi

mercoledì 12 novembre 2008

Piccoli borghi italani

(borgo paese paesini villaggi villaggio italiano italiani borghi provincia province)


Non siete mai stati un periodo in un piccolo, minuscolo borgo italiano?Sì, in quei paesini destinati, secondo le valutazioni anagrafiche e demografiche, a estinguersi.Sono luoghi incredibilmente umani, come una grande famiglia allargata, con pure odio e antiche guerre, anzi faide al suo interno, ma con persone sempre pronte ad aiutarsi, ad aiutare i nemici.C'è pure la chiesetta del paesino e il cimitero minuscolo, con tutti gli antenati di almeno cento anni prima, con qualche fiore ancora fresco il giorno dei morti per tutti.E' una dimensione scordata, che esiste e forse non esisterà più fra qualche decennio: le città, grandi e piccole, svuotano le valli e le zone meno ricche del Paese.Alla peggio ci saranno uniforme, brutte, case e villette per turisti estivi, che sperano di farsi un affare con una casa che utilizzano 15 giorni all'anno.In queste realtà si ritrovano esseri umani, che ti parlano e ti trattano non per la macchina che hai, se hai o non hai l'ultimo telefonino, ma perché sei una persona.Forse ti daranno un soprannome, ti derideranno perché sei un “buffo” cittadino, ma alla fine, se non ti sentirai un esploratore tra gli indigeni, sarai un uomo tra altri uomini e niente più.Vi assicuro che è una sensazione stupenda: si ritorna a essere persone e non degli imbecilli etichettati per la professione che si svolge, per i soldi che si hanno o non si hanno, per gli status symbol.Invecchiare e morire in queste realtà è quasi piacevole, peccato che i nostri figli non conosceranno più questi miro cosmi.

Arduino Rossi

Genitori sotto processo

(genitori psicologi pedagogia pedagoghi bambini ragazzini ribelli eduazione)


Voglio tornare sul dramma dei genitori normali, criminalizzati da strizza cervelli da rotocalco, da insegnanti furiosi, da sociologi politicizzati.
Sì, da quella razza rabbiosa di super esperti, di intenditori che sanno tutto o quasi, tranne crescere i loro marmocchi.
I genitori spesso sono vittime di vicini impiccioni, invidiosi che sentono gli strilli dei ragazzini prepotenti, arroganti e talvolta chiamano i carabinieri.
Qualcuno di questi si sente protetto dalla legge e vengono istruiti ad agire come se fossero al sopra del bene e del male: rompono, spaccano, comandano in casa e non si riesce a contenerli.
Non si possono punire più di tanto e le solite sculacciate, qualche sano schiaffone, risolutivo un tempo, è visto come maltrattamento: infatti i genitori sono spesso terrorizzati dai servizi sociali, da quelle signore spesso zitelle, quasi sempre acide e antipatiche, che alzano il dito indice, gridando “guai”.
I ragazzini, protetti da tutte questi cervelloni, da queste autorità esterne alla famiglia, criminalizzata e accusata da anni di tutti i mali del mondo, vanno oltre il lecito: fuori c'è un mondo di farabutti, di criminali ben difesi dalla legge.
Sono gli spacciatori, i papponi, gli sfruttatori dei sogni dei ragazzini e delle ragazzine: spronano le ambizioni dei futuri “campioni” di calcio e le “stupende” veline in erba che per ora fanno le cubiste, poi saranno a disposizione del locale per altro, qualche volta.
I genitori cosa possono fare?
Possono rinchiudere in camera le bambinone per non farle uscire senza essere denunciati di sequestro di persona?
Possono dare due bei schiaffi sonanti senza essere considerati dei seviziatori?
Temo di no e i problemi risolvibili con una maggiore autorità paterna e materna finiscono per incancrenirsi, sino alle tragedie che tutti vediamo nelle nostre strade.

Arduino Rossi

Un barbone bruciato è un segno dei tempi?

(emarginati senza casa senza tetto disoccupati barbone barboni)

Un clochard è stato cosparso di un liquido infiammabile, mentre dormiva su una panchina in via Flaminia, a Rimini.
Il poveretto non è in pericolo di vita, ma è grave al centro Grandi ustionati dell'ospedale di Padova per le ustioni riportate.
Il senza fissa dimora ha dichiarato di chiamarsi Andrea Rizzo, 46enne di Taranto, ma la polizia, che conduce le indagini, cerca conferma all'identità del poveruomo, comparando le impronte digitali.
Pure su una bottiglia di vetro, trovata accanto all'uomo, saranno fatti i rilievi necessari per stabilire se ha contenuto il liquido infiammabile e ci siano impronte del responsabile di un gesto tanto crudele.
I clochard, chiamati pure barboni, spesso con tono di disprezzo, sono sempre meno tollerati nella nostra società: sono sporchi, puzzano, bevono, parlano da soli, spesso perché affetti da disturbi dovuti all'abuso di sostanze stupefacenti, oppure per colpa di troppo alcool, ma anche per la mancanza di cure psichiatriche non obbligatorie, ma su questo argomento non vado oltre per non innestare polemiche infinite.
Fanno paura alle signore sole, agli anziani, con le loro insistenze per l'elemosina, con richieste quasi minatorie: non sono ben visti nei quartieri bene delle città, anzi i negozianti e gli inquilini dei palazzi signorili li allontanano in vari modi, o meglio cercano di allontanarli.
Quale sia il movente e soprattutto chi è stato a dare fuoco al solitario senza casa non si sa: potrebbe essere chiunque, anche un altro clochard, per rivalità di territorio, un pazzo, un demente qualsiasi, oppure qualche banda di giovani o addirittura di ragazzini che mettono in pratica le sentenze verbali degli adulti, come è già capitato in passato.
Non importa ora sapere e non è giusto farne un caso emblematico per polemiche politiche: siamo sempre il paese che dice, “piove governo ladro”, ma non esageriamo.
I senza fissa dimora, questi senza tetto vivono, sopravvivono, dormendo sotto i cartoni: muoiono per mille malattie, ma mai di fame grazie ad associazioni di volontariato, che li nutrono e forniscono gli abiti.
Io mi sono sempre chiesto come un uomo possa finire così, in queste condizioni non più umane: come un essere umano possa terminare dalla casa alla strada, da una vita normale con un'infanzia, le scuole e il lavoro, poi concludere tra gli stracci e la sporcizia.
E' un mistero e sono certo che le differenze che sussistono tra esistenze cosiddette di successo e queste miserabili ci siano solo eventi spesso fortuiti: nella vita si imboccano vie diverse a secondo degli eventi e delle nostre scelte.
Tutti potremmo finire in questo modo?
L'alcool, la droga pare siano al primo posto tra le cause che favoriscono situazioni di vita miserabili, poi c'è la malattia mentale, ma pure la vecchiaia solitaria, con la perdita del senno, può portare a far smarrire lai dignità e spingere al vagabondaggio.
Paiono cose che non ci potranno riguardare mai, ma, pur restando la povertà un fattore di rischio, anche i ricchi potrebbero, in teoria, terminare in tali condizioni: i casi eclatanti non sono mancati in passato, con barboni scoperti poi, dopo la morte, milionari.
Io sono certo che sia solo una la causa che ha ridotto in tale stato questi uomini disperati: la solitudini dai loro simili, la mancanza di una famiglia, di affetti sicuri e stabili, l'assenza di una rete di solidarietà umana, che può aiutare quando si cade in disgrazia.
La miseria umana di questi ultimi è dovuta a quella che circonda, talvolta, le nostre vite con le nostre indifferenze?
Può essere vero, ma non mi piacciono le risposte sicure, le sentenze.
Un fatto è certo: questi “miserabili” che provocano in noi tanta pena, ma pure disgusto, sono nostri simili, non dobbiamo mai scordarlo.
Arduino Rossi

mercoledì 5 novembre 2008

Baby gravidanze in aumento per colpa della TV?

(gravidanza infantile bambine ragazzine con figlie incinte partorire mamme bambine)

Telefilm o reality show pare che favoriscano gravidanze indesiderate tra le ragazzine: in passato la televisione è stata accusata di allontanare gli adolescenti dalla realtà, di provocare bassa resa scolastica, basso senso critico e scusate se lo dico, probabilmente di non favorire lo sviluppo intellettivo dei minorenni.
Oggi invece la questione si fa più delicata e fondamentale per l’esistenza stessa delle bambinone.
La rivista statunitense Pediatrics rivela questa brutta tendenza e questo aumento di rischio per “incidenti” sgraditi: pare proprio che programmi televisivi, che trattino di sesso esplicito, favoriscono imitazioni in ragazze non ancora mature.
Sono state analizzate 2.000 adolescenti tra i 12 e i 17 anni per valutare il loro comportamento sessuale, legandolo alle loro abitudini e ai loro gusti televisivi: si è scoperto che hanno il doppio di possibilità di restare incinte, in modo ovviamente indesiderato, senza precauzioni, rispetto alle altre loro coetanee.

Questo riguarda pure l'Italia?
Di studi nel settore non ce ne sono, poi i nostri ragazzi e in particolare le ragazzine, sono seguite maggiormente dai loro genitori, rispetto alle monelle di oltreoceano: in fine ci sono delle regole, quasi sempre rispettate, che impediscono alle nostre televisioni di trasmettere dati programmi prima della sera.
Siamo quindi salvi?
Bisogna dire che la lotta di molti genitori, per sottrarre i propri ragazzi dal fascino “travolgente” del piccolo schermo, spesso risulta vana: i ragazzini d'oggi sono prepotenti e usano armi improprie contro i genitori, con sotterfugi e inganni di ogni genere.
Anche quando si riesce a vincere, ciò che si è evitato di far entrare nelle testoline ingenue dei propri figli passa attraverso i discorsi dei loro coetanei: ciò che scaturisce è un mondo tanto facile, molto sciocco, artificiale, oso dire demenziale, ma che misteriosamente piace ai ragazzi.
Un fatto mi ha sempre sorpreso di certe telefilm: non trattano mai o quasi di poveracci, non si parla dei 7 milioni e più di poveri italiani, o di altri Paesi.
Non serve vedere tutti i programmi pomeridiani, basta una o due ore all'anno di visione per avere chiaro di cosa si tratta: il mondo che sbuca dal video è sempre benestante e ha risorse finanziarie inesauribili.
Questi eroi immaginari conducono esistenze tranquille e non hanno mai fretta, beati loro: non hanno orari d'ufficio da rispettare, tanto meno devono andare in fabbrica, o dietro un bancone di un supermercato.
I problemi sono sempre grandi, con milioni di euro a disposizione, scusate di dollari, con patrimoni da difendere: non devono mai lottare per arrivare alla fine del mese.
Sono felice per loro, ma sinceramente vorrei sapere dove vivono costoro?
Pure i ricchi piangono in questi mesi, avendo perso la metà dei loro patrimoni azionari: invece i nostri eroi, tanto amati dalle ragazzine, passano il loro tempo trattando questioni di cuore, ma appunto come ragazzini mai cresciuti, con ripicche e capricci da bambinoni e bambinone.
Dopo tutto ciò se qualche sognatrice quindicenne, nonostante il mutuo da pagare, le corse della mamma per fare la spesa, la stanchezza del papà, che torna tardi dagli straordinari per pagare le bollette, si trova il suo principe azzurro nel compagno di classe, anche lui figlio di milionari con le rate della lavatrice da sborsare, non bisogna stupirsi.
Il finale però non sarà come quello in televisione, bello, splendente, tra cavalli, praterie, ville da sogno, con servitori sempre cortesi, ma sarà in qualche clinica di periferia.
Così il frutto di tanta passione potrà terminare la sua breve esistenza in sala parto, abortito o nato e abbandonato: la fiaba è finita e le bambole ballerine, con le scarpine con i cuoricini, tra risate infantile e futili discorsi ora lasceranno lo spazio al dolore, alla tristezza della durezza dell'esistenza.

Arduino Rossi

venerdì 24 ottobre 2008

Fiumi di alcool scorrono in Italia.

(Alcool alcol alcolismo alcolisti acolista alcoliste alcolizzati alolizzato alcolizzata)


Nove milioni di italiani rischiano per l'alcool: si inizia verso gli 11 anni, un ragazzo su 5, tra gli 11 e i 15, abusa dell'alcool.
E' un'abitudine nordica, dei Paesi del Nord Europa, che sta prendendo piede anche da noi: il bere tutto assieme, lontano dai pasti, il fine settimana, il “binge drinking”, il bere troppo è una moda diffusa ormai.
Dalla I Conferenza nazionale sull'alcool, organizzata dal ministero del Welfare, sono usciti dati allarmanti: 25% della mortalità dei giovani maschi è attribuibile a cause legate all'alcool, mentre pure per le ragazze la situazione è preoccupante con un 10% di mortalità.
La questione è pure molto grave tra gli anziani, con 3 milioni di bevitori eccessivi per chi ha più di 65 anni.
Ci sono 25.000 morti all'anno per l'alcool e sono decessi tutti evitabili.
Abbiamo un 50% di incidenti stradali provocati sempre dall'eccesso di alcool.
Sballo, divertimento, con abusi fa parte di un cultura, anzi di una sotto cultura molto diffusa: lottare contro luoghi comuni e scemenza allo stato puro è spesso difficile. Non è questione di fare prediche, neppure di essere puritani senza peccato.
Combattere la logica del “divertimento” che spinge a stordirsi con l'alcool significa esporsi allo scherno, ad accuse di vario genere, tra cui quelle di essere dei pedanti.
La fuga che l'alcool ti permette di fare dal mondo, dai problemi, dalle difficoltà piccole e grandi, da sempre affascina molte persone, in particolare maschi, ma ora il tabù rivolto al sesso femminile, che impediva di bere, perché tipico di donne indegne, di cattive femmine, ora sta cadendo.
Le casalinghe bevono, le donne sposate e separate o sole, talvolta bevono: per fortuna la maggioranza del sesso gentile prova ribrezzo per gli eccessi dell'alcool.
Ora questo bel Paese si trova con 9 milioni di individui che tendono ad alzare troppo il gomito: appartengono a tutti i ceti sociali, a tutte le categorie e non è solo un modo di essere tipico dei disoccupati, dei cassaintegrati, come si ritiene solitamente.
Ci sono pure imprenditori, donne eleganti, liberi professionisti, sino all'operaio comune.
La preoccupazione sta ora per i ragazzi, che iniziano in troppi già a 11 anni, in quella fase delicata, confusa che è la preadolescenza, periodo zeppo di gesti infantili, insensati, di ribellione agli obblighi degli adulti, tra cui quello di farsi una o più sbronze per dimostrare che possono fare tutto, che loro non temono nulla e sono superiori a tutti.
Un malessere profondo, una grande insoddisfazione sta alla base e dentro certi atteggiamenti da rivoltosi, in quella età strana.
Pare che ai nostri ragazzi abbiano rubato il futuro: questa generazione di adolescenti, per la prima volta dopo molti anni di crescita e benessere, hanno di fronte un avvenire incerto, precario.
Non sanno sognare e non sanno progettare, sfiduciati pure perché vedono spesso gli adulti in difficoltà, che affannano.
Infatti ambiscono tutti di fare i calciatori e le veline, a livello popolare, mentre per gli altri ci sono già pronti i lavori da ereditare dal papà.
Non stiamo lasciando ai nostri ragazzi un bel mondo in cui vivere: paure, angosce, devastazioni ambientali e non ultimo il brutto che avanza nelle città, nelle periferie, con discariche e fabbriche abbandonate.
Inoltre tra gli adulti c'è sempre più una fame insaziabile di denaro, che li spinge ad agire con ipocrisia e con ferocia con i suoi simili.
Questi soldi son sempre più rari, difficile da racimolare, sia nel mondo degli affari, sia per le difficoltà di entrare in qualsiasi professione: non bastano gli studi, neppure la buona volontà, è tutto difficile.
Così, se il mondo è cattivo, è meglio non vederlo, stordendosi con un po' di birra, con i liquori, magari scadenti, creando poi tanti problemi a se stessi e agli altri, anticipando la propria morte di anni.

Arduino Rossi

sabato 18 ottobre 2008

I privati negli ospedali pubblici

(ospedale ospedali privati pubblici finanziamenti privatizzazione ospedalieri ospedalaliere sanità salute)

Far entrare i privati negli ospedali per migliorare i servizi, dove il pubblico non è riuscito a rendere decente certe situazioni di degrado, potrebbe essere una scelta corretta, ma sicuramente è una decisione disperata: siamo all'ultima spiaggia per certe realtà.
Ci si scorda che il privato funziona solo se c'è una concorrenza: quando si vuole privatizzare, applicare la conduzione privata, le gestione privata si hanno buoni risultati se si lascia lo spazio al confronto.
In pratica, chi finisce in questi reparti, i cui costi devono essere controllati per non dare troppi regali a chi gestisce, deve pure poter scegliere, sia per la conduzione, per la pulizia, per la bravura dei medici.
Il privato si muove sempre per il suo interesse e quando non ha concorrenze cerca di ridurre gli sprechi, ma aumentare il proprio profitto, sfruttando alla meglio il regime di monopolio.
Inoltre un fatto è certo: questo governo e pure i precedenti di destra o di sinistra, crede ciecamente nel privato e nelle sue grandi virtù, che sono bassi costi e alte rese.
Quindi si tende a ridurre il peso dello Stato in tutti i settori, come la scuola e la sanità, ma qualche dubbio persiste.
E' tutto brutto il pubblico?
E' tutto bello ciò che fanno i privati?
Lo Stato deve delegare quasi tutto ciò che fa?
In passato pure l'esercito e le carceri erano in mano ai privati, ma non erano tempi felici.
Un fatto però è certo: in tanti sperano di mettere le mani sui servizi svolti sino ad oggi dallo Stato.
La scuola e la sanità sono ai primi posti, poi c'è la gestione delle Agenzie Fiscali, che fanno tanta gola, con i loro enormi introiti, mentre le Poste e i trasporti su rotaie paiono ormai, anche per normative europee, di fatto vicine alla completa privatizzazione.
Arduino Rossi

Cattivi maestri

(ideologia idelogia ideologhi educatori istigatori aizzatori arruffapopolo ribelli rivoltosi rivoluzionari)

Ci sono altri comportamenti ambigui da parte di politici, di gruppi minoritari, di persone che, in buona fede o in cattiva fede, favoriscono la violenza.
E' il problema dei cattivi maestri, ma è pure il limite che c'è tra il diritto ad esprimere le proprie opinioni e l'istigazione a delinquere.
Segnare con chiarezza il confine tra queste due situazioni è importante, perché è in gioco la libertà da una parte e il fiancheggiamento al terrorismo dall'altro.
La caccia alle streghe degli anni Cinquanta è un esempio di limitazione della libertà di parola, mentre l'esaltazione alla violenza degli anni Settanta è ciò che si può definire una degenerazione dell'ideologia, della critica, dell'abuso della libertà di pensiero.
Chi sono i cattivi maestri?
Sono tutti coloro che insegnano a odiare, con teorie più o meno sensate, che preparano la strada alla “rivoluzione”: non commettono reati, ma li favoriscono indirettamente.
L'unica risposta a questi istigatori, quando esistono realmente, quando favoriscono le menti più deboli e giovani ad azioni, di cui poi si dissociano se non addirittura condannano apertamente, è la critica e l'ironia: è operazione in genere facile per certi discorsi spesso contraddittori, retorici, anacronistici.
La violenza diventa per molti l'unica risposta possibile, come per certi bambini non troppo intelligenti con i loro coetanei: dove non arrivano le parole si passa alle mani.
Quindi, ne sono certo, nessuno gli verrà in mente di prendersi un “ferro vecchio” per sparare a questo o quel ministro, indicato come il “nemico del popolo”, altro schema mentale tipico di certe ideologie estreme, esasperate: il cattivo di turno diventa il capro espiatorio da colpire.
Arduino Rossi

Furti di alimenti nei supermercati

(furti supermercato supermercati ipermercati ipermercato ladri ladruncoli fame golosità)
Il 10% del famoso formaggio viene rubato e si colloca al terzo posto di questa classifica: al primo posto abbiamo le lamette da barba con un 22%, mentre le cartucce d'inchiostro per le stampanti si collocano al secondo posto, con un 15%.
Il quadro che esce è interessante e non sorprendente: il ladro non cerca pane, pasta e uova, cibi poco costosi, ma necessari a sopravvivere.
Ci sono invece prodotti adatti a un ceto ben preciso, quello medio, impiegatizio o con velleità piccolo borghesi: è un mondo in difficoltà, che sta soffrendo per gli aumenti e gli stipendi fermi.
Che personaggio esce se si osservano questi dati?
Il nostro ladruncolo è uno attento all'aspetto, ama sbarbarsi, probabilmente bene, ha un computer e una stampante.
Facilmente si collega pure a Internet, ma in particolare gli piace il buon cibo, di qualità, di marca: in questo caso non rinuncia al Parmigiano grattugiato sulla pastasciutta.
Io mi sarei immaginato invece un ladro differente, un disperato che non riesce a riempirsi la pancia, ma per costoro le varie organizzazioni caritatevoli, filantropiche intervengono e nessuno, o quasi nessuno è costretto a rubare per mangiare in Italia: è una buona notizia, pur sapendo che non sia di grande consolazione, la povertà è tanta anche da noi.
Questo personaggio invece punta al decoro: non è disposto a rinunciare a un pezzetto minimo del suo tenore di vita e rischia moltissimo.
Una denuncia per furto potrebbe metterlo in cattiva luce, rovinargli pure eventualmente la carriera futura.
Tutto questo viene messo in gioco per il buon sapore del Parmigiano Reggiano: non si rinuncia al formaggio italiano più conosciuto al mondo.
Quindi esiste un'Italia minore, una borghesia piccola, piccola, che recita, che vuole mostrarsi più ricca e più “signorile” di quella che è realmente.

mercoledì 15 ottobre 2008

La fame nel mondo

(fame affamati denutriti senza cibo FAO morti di fame poveri e poverissimi miseri miserabili)
Gli affamati sulla terra sono destinati ad aumentare da qui al 2050, quando si arriverà a una popolazione mondiale, secondo certe stime, di 9 miliardi di individui.
I costi delle materie prime agricole nel 2006 sono aumentati del 12% , nel 2007 abbiamo avuto un 24% in più, mentre nei primi sette mesi dell'anno, per la Fao, i prezzi alimentari hanno avuto un aumento di circa il 50%.
Queste impennate dei prezzi, che mettono a rischio la stabilità sociale di molti Paesi del Sud del mondo, stanno rendendo difficile la vita a troppe persone: metà dell'Umanità vive con meno di 3 dollari al giorno e un miliardo patisce nella disperazione nera con meno di un dollaro al giorno.
In genere sono donne sole con figli: vivono in ambienti rurali e subiscono tradizioni pesanti che, prima ancora della fame, ne limitano i diritti elementari.
Per questo motivo in molti cercano di giungere nelle periferie delle orribili megalopoli del Terzo Mondo, dove ci sono maggiori possibilità di sfamarsi, di avere un lavoro, di uscire dalle regole rigide che esistono ancora nelle campagne.
Tutto questa sofferenza è sotto gli occhi dell'Occidente, un tempo opulento, oggi non troppo ricco, con le sue sacche di povertà estrema nelle periferie degradate.
Un ulteriore sviluppo cerealicolo interessa i Paesi ricchi e i maggiori produttori mondiali?
Non eccessivamente, perché il dramma di queste popolazioni sta tutto nella mancanza di denaro per comprarsi alimenti: non entrano nel mercato mondiale, che a sua volta si dedica ad altre produzioni, come l'allevamento del bestiame.
Cosa spinge questi miserabili ad avere tanti figli?
Nelle campagne povere del pianeta Terra l'unica ricchezza sta nel numero dei figli e quindi delle braccia da far lavorare: tanti bambini però muoiono di senti e di fame, di malattia.
Solo dando a questa gente un minimo di reddito, che li sollevi dalla necessità immediata, rendendoli capaci di progettare l'avvenire per se stessi e per i loro figli, è possibile ridurre il numero delle nascite, naturalmente con un'adeguata educazione alla maternità e paternità responsabile.
Investire per i più poveri è un affare per tutti, anche per i più egoisti, ma migliorare le condizione di vita degli affamati non è facile.
Si sono spesi e spesso sprecati molti soldi in passato: in parte gli aiuti non sono neppure giunti dove dovevano arrivare per la corruzione di certi governi e delle autorità locali.
Molti capitali sono stati buttati in opere faraoniche tanto presuntuose quanto lontane dai bisogni della povera gente.
Arduino Rossi

I modelli dei ricchi

(moda modelli esempi telenovele esibizionismo esibizioni falsi ricchi benestanti eleganza sperpero)

Esiste un mondo strano, che sorge e non si capisce che fine farà.
E' quello dei pataccari, ovvero coloro che si vestono, si atteggiano a esseri superiori.
A chi o a cosa si considerino superiori non si sa e non si capisce.
Sono i figli degli anni Ottanta, quando era di moda credersi e far credere di essere di ceto superiore: la concezione e i modelli di ricchi e super ricchi erano quelli proposti in televisione, specialmente quelli che scaturivano dalle serie televisive popolari.
Così le caricature, nate da luoghi comuni, da battute o dalla rappresentazione della commedia dell'arte dei nobili e dei ricchi borghesi, si sono trasformate in personaggi da imitare: questi schematici individui furono riproposti dai film popolareschi e dai “polpettoni” pomeridiani per casalinghe annoiate.
I veri e autentichi ricchi sono ben diversi: sono persone normali e continueranno ad esserlo, mentre le caricature, fatte da una piccola borghesia, spesso pure misera, sono passate come autentiche.
Non ci sono frotte di miliardari che parlano con l'erre moscia, ma tanti imbecilli che non hanno un centesimo: si atteggiano a miliardari, con le loro bella erre mosce, con mogli impellicciate e fantomatiche ville a Cortina o in altri luoghi rinomati, che forse non hanno neppure visto in vita loro.
Questi falsi ricchi sono spesso ridicoli, ma pure perniciosi: offendono gli ultimi e fanno tanto male ai semplici, rovinando la vita a tutti.
Arduino Rossi
La Camorra uccide senza pietà sette extracomunitari e provoca una sommossa: sicuramente tutto questo è legato al cinismo di un'organizzazione criminale che in passato, in anni, ha provocato centinaia di morti.
Questa gente senza scrupoli sicuramente vuole entrare in politica, provocando pure disagi alla società: dopo la battaglia per l'immondizia, ora punta a scontri etnici, razziali per il creare confusione.
Così le forze dell'ordine dovranno essere impegnate per sedare disordini, oltre a far capire ai nuovi arrivati che sono loro o padroni del territorio e sono pronti a colpire, a colpire e a uccidere, senza porsi di limiti.
Probabilmente agiranno ancora e non si faranno intimorire da qualche protesta violenta di extracomunitari, anzi godranno nel vedere che le loro strategie raggiungono i loro scopi.
Questo è solo l'inizio di altre stragi e che provocheranno problemi, repressioni ed altre stragi?
Questo fatto riguarda tutta l'Europa: i difficili rapporti etnici potrebbero essere un campo per pescare nel torbido: quando organizzazioni delinquenziali, terroristiche potrebbero guastare la pace, portandoci in dietro di secoli, per quanto riguarda i diritti umani.
Per favore non favoriamo, con frasi idiote, questo scontro: la razza e il razzismo non ha nulla a che vedere: chi urla da un altro lato per combattere il razzismo, fa da coro a chi favorisce o scontro etnico.
Lo sviluppo potrebbe essere tragico: con odio che si moltiplica all'odio, spaventando ancora di più la gente e provocando scelte criminali, orrende.
Arduino Rossi

Contrasto tra gruppi diversi etnici nel nostro Paese

(etnia razza e razzismo razzismi Italia extracomunitari contrasti sociali intergrazione)


Il fenomeno di contrasto tra gruppi diversi etnici nel nostro Paese sta prendendo forme ed espressioni tragiche: l’omicidio del ragazzo nero a Milano ha scatenato una manifestazione di protesta che serve solo ad inasprire gli animi: la violenza scaturita in quel frangente forse era dovuta al razzismo, forse no, ma certamente portare tutto sul piano sociale, con mobilitazioni che avranno l’unico risultato di spingere sempre più persone ad “odiare” gli stranieri, non è una strategia vincente.
In troppi non sanno che le parole spesso diventano armi: bisogna raffreddare gli animi di uno scontro finito in una rissa con un morto è doveroso.
Esistono responsabilità individuali e non sociali altrimenti quella che è la maggioranza silenziosa, o almeno una parte di essa, potrebbe decidere di spostarsi verso atteggiamenti e comportamenti sempre più ostili verso i nuovi arrivati.
Non è poi uno scontro razzista, ma un contrasto dovuto a diversi usi, a mancanze di leggi e regole certe: fare chiarezza e pretendere il rispetto di tutte le leggi, compreso quelle che riguardano i contratti di lavoro, sta alla base di una pacifica convivenza, altrimenti tutto precipiterà e quello che si vede all’orizzonte è nero, molto scuro, da tempesta oso dire para-nazista.
Sono certo che in molti, a sinistra non si sono ancora accorti di questo e rischiano di finire nella pentola di un futuro nefasto: le strategie politiche devono essere intelligenti o si rischia molto, troppo.
Arduino Rossi