venerdì 7 novembre 2008

Obama bello e abbronzato

(politica estera e interna, nazionale, insulti e parolacce tra i politii Berlusconi e Veltroni)


Mentre le Borse stanno perdendo miliardi di euro, mentre la più grande crisi economica del dopo guerra sta facendo capolino, i nostri politici si insultano sul dilemma se sia lecito oppure no dire che Obama è bello e abbronzato.
Walter Veltroni pretende le scuse verso il neo presidente statunitense, insinuando che la battuta di Silvio Berlusconi sia inadatta, se non velatamente razzista.
Da destra sono partite parole pesanti, altro che pietre: “tromboni” e “imbecilli” non si risparmiano mai agli avversari da noi.
Si vede che la nostra democrazia è meno matura di quella statunitense.
Facciamo un riassunto, da sinistra si è detto: “...parole infelici e grevi.... regala all'Italia l'ennesima figuraccia....colpiscono gravemente l'immagine e la dignità del nostro Paese sulla scena internazionale e rischiano di provocare una incrinatura nei rapporti di amicizia con gli Usa. Di qui l'auspicio che ad Obama vengano al più presto rivolte scuse ufficiali."
La nostra destra al governo così risponde: “...colpo di trombone di Veltroni e dell'esercito dei moralisti della sinistra...cavalcare ogni frase di Berlusconi....Se scendono in campo gli imbecilli, siamo fregati.......La madre degli imbecilli della sinistra è sempre incinta.......i bigotti del politicamente corretto.”
Facendo un sunto di tutto, si può riassumere con tanti “imbecille di qui e imbecille di là”, per tutti: ci sono argomenti sufficienti per far lavorare qualche studio legale per decenni, con cause e contro cause.
Sarebbe una pacchia per i nostri avvocati: dopo ci chiediamo perché abbiamo così tanti avvocatini nel nostro Paese.
Lo stile è molto diverso da quello del dopo elezioni degli Stati Uniti e sinceramente se è lecito o no definire Obama abbronzato oppure no, non me ne importa assolutamente nulla, come per la maggioranza delle persone in Italia, al mondo e negli Usa: sono invece dispiaciuto sapere che queste liti finiscano, talvolta, pure sulla stampa estera e facciamo figuracce terribili.
Scordiamoci la questione di Obama abbronzato e bello, torniamo invece sulle faccende nazionali, che sono gravi: il 2009 sarà un anno di recessione e sarà l'anno più duro per gli italiani dal dopo guerra ad oggi.
Non perché gli italiani non ne abbiano già passate tante, ma da tempo le prospettive erano sempre in crescita e di benessere dietro la porta per tutti o quasi: mancano all'appello 7 milioni e 500 mila poveri senza speranza di cambiamento della loro sorte.
Ora il ceto medio si vede tagliare pezzetti e pezzettini di reddito, ma soprattutto famiglie normali, con due stipendi, perdono un pilastro del loro reddito, altri, artigiani e commercianti, vedono ridursi drasticamente le occasioni di lavoro e di guadagno.
Sì, pare proprio che questa volta non si salvi nessuno, tanto meno gli investitori del mondo finanziario, che vedono dimezzarsi i loro patrimoni azionari, senza sapere quando questa discesa si fermerà.
Obama è l'unica “medicina” per il mondo?
Ogni Stato deve fare la sua parte e noi invece ce la prendiamo con calma: non dico che dobbiamo terrorizzare la gente, anzi, il potere politico dovrebbe riassicurare e tranquillizzare.
Un fatto è sicuro, nella storia del capitalismo queste crisi sono state periodiche: lo sviluppo è sempre tornato e anche in questo caso si uscirà dal tunnel.
Invece il pericolo maggiore sta nelle conseguenze politiche che ne deriveranno: nel lontano 1929 il mondo conobbe una recessione terribile, che portò, negli anni successivi, conseguenze differenti.
Negli Stati Uniti ci fu il New Deal di Franklin Delano Roosevelt, in Germania, salì al potere Adolf Hitler con il nazismo: furono due risposte differenti alla crisi economica dell'inizio degli anni Trenta del Novecento.
Arduino Rossi