giovedì 13 novembre 2008

La suocera colpisce ancora.

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Il Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Salernitano-Lucano sostiene che l'apposizione di una condizione sul futuro del matrimonio, fatta dallo sposo, costituiva motivo di nullità.
In pratica il matrimonio è nullo se uno dei futuri sposi impone delle condizioni, dei sé e dei ma: il caso in questione riguarda due sposini di Amalfi, che si unirono in matrimonio nella chiesa di Sant'Andrea nel gennaio del 1998.
Lui però impose la lontananza della suocera, ma la mamma della moglie, a sentire la versione di Antonio P., di 37 anni, non restava al suo posto ed aveva rovinato tutto.
I francesi dicono “cherchez la famme”, ovvero “cerca la donna” quando c'è un delitto particolarmente feroce: noi la nostra femmina l'abbiamo sempre da mostrare e denunciare.
Chi è più odiata della suocera italiana?
Le mamme nazionali non sanno restare al loro posto: sono sempre la fonte di mille ambizioni, proteggono sino all'esasperazione le figlie, poi i maschietti hanno mogli che non li sanno curare, o così le signore suocere sostengono.
Da questi scontri ”interfamigliari” nasce una rivalità terribile al femminile attorno a un bambinone di 30 o 40 anni, talvolta mai totalmente svezzato.
La Corte di Appello di Salerno ha confermato la sentenza del tribunale ecclesiastico, così Antonio e Gemma sono ora liberi di risposarsi, con una figlia tra i contendenti e una suocera che potrà affermare: “Lui non era adatto al matrimonio. L'avevo detto!”
Invece qui esce un'Italia che non è mutata troppo negli anni: è sempre quella con i suoi luoghi comuni, delle solite situazioni, che si ripetono, che si tramandano di generazione in generazione.
La mamma è sempre la mamma, ma la suocera è sempre la peste, pur restando la mamma della “controparte”: le coppie non si sposano più in chiesa, tutto è più “precario”, come il lavoro per i giovani.
Oggi si è qua, domani si è là, chi vivrà vedrà: si segue il destino che fa incontrare, litigare e dividere, lasciando solo tanti rancori verso gli ex e le ex.
Si può dire che questo personaggio, tante volte descritto nelle barzellette, nelle commedie allegre, nei film di qualche decennio fa, non tramonta mai: la suocera, la mamma italica, non si stanca di vedere le sue creature in preda a mille pericoli.
Il primo è quello delle bambinone,che quando si sposano finiscono in mano a certi “mascalzoni”, lazzaroni, falliti, incapaci: loro, povere figliole, meriterebbero di più, molto di più, altro che quegli ometti da quattro soldi, che le tengono a stecchetto.
I maschietti invece hanno donne che li fanno stirare le camice, che non sanno cucinare, che li lasciano dimagrire a vista d'occhio: “poverini”, dalla mamma loro erano serviti, riveriti, curati e avevano pure le scarpe lucidate in modo impeccabile.
Poi la casa di quella là è sempre sporca, le lenzuola sono stropicciate.
I nipotini crescono tutti screanzati, non salutano neppure i nonni: chissà cosa inculcherà in quelle testoline quella là.
La guerra continua ed è bello sapere che tutto il Paese abbia trovato un nemico comune: il tribunale ecclesiastico, quello laico dello Stato Italiano, l'opinione pubblica, nella sua maggioranza, escluse le suocere ovviamente, ritiene che sono loro le cause di tutti i mali nazionali.
Quelle donne petulanti, insoddisfatte che pretendono sempre di fare la mamma ai figli 40enni, sono l'origine di ogni male, o così pare ascoltando tanti discorsi.
Un tempo queste signore erano denunciate alla Santa Inquisizione come streghe, si vede che le tradizioni sono cambiate: ci si limita a divorziare, ritrovandoci un'altra suocera, per ricominciare una vita di coppia.
Arduino Rossi