mercoledì 26 novembre 2008

Il funerale di Vito e la morte che colpisce in classe.


L'ultimo saluto Vito l'ha ricevuto nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Pianezza, Torino: erano in migliaia e c'è stato un applauso spontaneo e meritato.
Il crollo della contro-soffittatura nel liceo Darwin di Rivoli non poteva e non doveva avvenire: quando si mandano a scuola i nostri ragazzi, spronandoli per un futuro migliore se studieranno e faticheranno sui libri, non ci si attende che proprio il luogo più sicuro, o così si spera per i nostri giovani, diventi una trappola.
Si può dire che una volta superato il cancello della scuola i ragazzi siano sotto la protezione dello Stato, per le scuole pubbliche ovviamente: se capita una disgrazia come questa la colpa è tutta di chi non ha vigilato o di chi non è intervento.
In questo caso però non c'erano soldi per dare sicurezza all'istituto, come ad altri migliaia di scuole in Italia: non sono solo i crolli, ma sono pure la mancanza delle scale anti-incendio, del sistema elettrico a norma e tante altre cose, che rendono insicure molti edifici pubblici.
Pericoli nelle scuole ci sono sempre stati: tutti ci ricordiamo di aule chiuse per rischi di vario genere, di lavori urgenti e di lezioni sospese o spostate in ambienti indegni, come sottoscale, seminterrati.
Poi i crolli, piccoli e non gravi, di soffitti, di intonaci sono molto diffusi: i casi di ferimenti sono rari e si è accettato tutto questo con un fatalismo da italiani stanchi, pare che non si possa fare nulla.
Eppure la sicurezza, il benessere delle future generazioni, proprio quella parte sane dei giovani d'oggi, quelli che non sono sbandati, fuori a bighellonare, a bere e a far altro, non può essere messa al secondo posto, dietro a tante spese, a tanti tagli.
Un padre di famiglia bravo può risparmiare su tutto, ma non sulla sicurezza e sulla salute.
Ora le responsabilità politiche non cadono solo sull'ultimo governo attualmente in carica, ma pure sui precedenti: da almeno 15 anni non si parla che di tagli e di riduzioni degli sprechi.
Con questa giusta smania al risparmio non ci si è ricordati di sistemare i vecchi edifici scolastici?
Dopo anni di sperperi insensati, durante la Prima Repubblica, ora sono i ragazzi di oggi che devono pagare il conto?
Devono studiare in aule fatiscenti, su banchi rotti, con insegnanti demotivati, precari e spesso malpagati?
Sì, gli errori della politica cadono sui nostri giovani: avremmo fatto bene a urlare, non solo dopo il funerale del più sfortunato liceale d'Italia, ma anche prima, quando tutto questo avveniva.
La scuola è troppo importante e i fondi devono essere trovati: si tagli ciò che volete, per esempio i super stipendi dei grandi dirigenti pubblici, ma non mettete a rischio le vite dei giovani.
Questo lo dico per rammentare dove sono i veri sprechi nazionali: non stanno nelle spese per sistemare gli intonaci dei soffitti delle aule dove i ragazzi vogliono imparare.
Arduino Rossi