mercoledì 5 novembre 2008

Baby gravidanze in aumento per colpa della TV?

(gravidanza infantile bambine ragazzine con figlie incinte partorire mamme bambine)

Telefilm o reality show pare che favoriscano gravidanze indesiderate tra le ragazzine: in passato la televisione è stata accusata di allontanare gli adolescenti dalla realtà, di provocare bassa resa scolastica, basso senso critico e scusate se lo dico, probabilmente di non favorire lo sviluppo intellettivo dei minorenni.
Oggi invece la questione si fa più delicata e fondamentale per l’esistenza stessa delle bambinone.
La rivista statunitense Pediatrics rivela questa brutta tendenza e questo aumento di rischio per “incidenti” sgraditi: pare proprio che programmi televisivi, che trattino di sesso esplicito, favoriscono imitazioni in ragazze non ancora mature.
Sono state analizzate 2.000 adolescenti tra i 12 e i 17 anni per valutare il loro comportamento sessuale, legandolo alle loro abitudini e ai loro gusti televisivi: si è scoperto che hanno il doppio di possibilità di restare incinte, in modo ovviamente indesiderato, senza precauzioni, rispetto alle altre loro coetanee.

Questo riguarda pure l'Italia?
Di studi nel settore non ce ne sono, poi i nostri ragazzi e in particolare le ragazzine, sono seguite maggiormente dai loro genitori, rispetto alle monelle di oltreoceano: in fine ci sono delle regole, quasi sempre rispettate, che impediscono alle nostre televisioni di trasmettere dati programmi prima della sera.
Siamo quindi salvi?
Bisogna dire che la lotta di molti genitori, per sottrarre i propri ragazzi dal fascino “travolgente” del piccolo schermo, spesso risulta vana: i ragazzini d'oggi sono prepotenti e usano armi improprie contro i genitori, con sotterfugi e inganni di ogni genere.
Anche quando si riesce a vincere, ciò che si è evitato di far entrare nelle testoline ingenue dei propri figli passa attraverso i discorsi dei loro coetanei: ciò che scaturisce è un mondo tanto facile, molto sciocco, artificiale, oso dire demenziale, ma che misteriosamente piace ai ragazzi.
Un fatto mi ha sempre sorpreso di certe telefilm: non trattano mai o quasi di poveracci, non si parla dei 7 milioni e più di poveri italiani, o di altri Paesi.
Non serve vedere tutti i programmi pomeridiani, basta una o due ore all'anno di visione per avere chiaro di cosa si tratta: il mondo che sbuca dal video è sempre benestante e ha risorse finanziarie inesauribili.
Questi eroi immaginari conducono esistenze tranquille e non hanno mai fretta, beati loro: non hanno orari d'ufficio da rispettare, tanto meno devono andare in fabbrica, o dietro un bancone di un supermercato.
I problemi sono sempre grandi, con milioni di euro a disposizione, scusate di dollari, con patrimoni da difendere: non devono mai lottare per arrivare alla fine del mese.
Sono felice per loro, ma sinceramente vorrei sapere dove vivono costoro?
Pure i ricchi piangono in questi mesi, avendo perso la metà dei loro patrimoni azionari: invece i nostri eroi, tanto amati dalle ragazzine, passano il loro tempo trattando questioni di cuore, ma appunto come ragazzini mai cresciuti, con ripicche e capricci da bambinoni e bambinone.
Dopo tutto ciò se qualche sognatrice quindicenne, nonostante il mutuo da pagare, le corse della mamma per fare la spesa, la stanchezza del papà, che torna tardi dagli straordinari per pagare le bollette, si trova il suo principe azzurro nel compagno di classe, anche lui figlio di milionari con le rate della lavatrice da sborsare, non bisogna stupirsi.
Il finale però non sarà come quello in televisione, bello, splendente, tra cavalli, praterie, ville da sogno, con servitori sempre cortesi, ma sarà in qualche clinica di periferia.
Così il frutto di tanta passione potrà terminare la sua breve esistenza in sala parto, abortito o nato e abbandonato: la fiaba è finita e le bambole ballerine, con le scarpine con i cuoricini, tra risate infantile e futili discorsi ora lasceranno lo spazio al dolore, alla tristezza della durezza dell'esistenza.

Arduino Rossi