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Contro le proteste degli studenti scendono in campo le sexy studentesse: sono ragazze emiliane della zona tra Bologna, Reggio e hanno posato per il fotografo Corrado Bertozzi.
Saranno le modelle dell'edizione 2009 del calendario “Sexpolitik” con fini pro riforma Gelmini: ora entrano in campo le “curve” delle studentesse e laureate, dai 19 ai 33 anni, così le armi della politica sono aumentate.
Spogliarsi per la causa è un'iniziativa non nuova, ma questo fatto entra nella cultura vecchia che torna di moda: la bellezza, anche provocante, allo stato naturale, spesso non è legata allo studio, all'intelligenza, secondo una certa opinione diffusa.
Le secchione erano e ancora oggi sono considerate delle ragazze poco attraenti: una certa mentalità ritiene che le belle ragazze non devono far fatica, basta la presenza.
Sapere che ci siano studentesse pronte a spogliarsi per così “alti ideali”, senza remore né titubanze dimostra che nella gioventù di oggi c'è ancora coraggio e ardimento: un tempo si diceva “nudi alla meta”, oggi invece si può correggere con “nude alla meta”.
Quale sia la meta in questione non si sa, ma si sospetta, o almeno i soliti maliziosi la immaginano: io non lo sono e credo nella loro buona fede, assoluta.
Si sono spogliate per la cara signora e ministro Gelmini, che sarà sicuramente riconoscente con queste belle fanciulle filo governative.
Oggi è pericoloso esporsi e si rischia di persona.
Insulti e parolacce non vengono risparmiate a nessuno: appena si esce dal branco ecco che arrivano i tiratori scelti, gli spacconi, o se preferite l'espressione milanese originale, i bauscia, che sfogano le loro frustrazioni personali, i loro fallimenti individuali, anche amorosi contro il nemico del popolo di turno.
Denudarsi di fronte a questa folla di potenziali avversari inferociti è veramente un segno di grande coraggio morale ed umano.
Sì, per chi non se ne fosse ancora accorto, me la sto prendendo allegramente: non sono un moralista e non mi piace solo la volgarità.
Invece per quanto riguarda la riforma Gelmini qualche dubbio mi resta in testa, nonostante le bellezze delle studentesse in mostra: i tagli fatti in questo modo stanno mettendo in crisi molte Università, scuole pubbliche di ogni ordine, grado e incredibile, pare pure le scuole private.
I tagli sono necessari in questo momento difficile, di crisi: è pure complicato differenziare il buono dal cattivo, gli sprechi da ciò che serve ed è di vitale importanza.
E' risaputo che la destra preferisce ridurre la spesa pubblica e le tasse, mentre la sinistra ha un maggiore interesse verso il sociale.
Ora vedere questa riforma, tanto criticata, come qualcosa legata solo ai tagli e gli sprechi è troppo semplice: io invece voglio far notare che da troppe stagioni la scuola italiana non è più una fucina di studi e di impegni per apprendere, o non è solo questo.
E' da tempo un luogo per fornire titoli di studi, da usare poi nella vita reale: tutti noi siamo purtroppo testimoni dell'esistenza di laureati con gravi lacune di nozioni elementari.
Da troppi anni la cultura e la conoscenza si sono isolate, senza premi e riconoscimenti, se non quelli che ci permettono di muoversi meglio nel mondo, oso dire di vivere meglio.
Ora non mi rimane che augurare alle belle ragazzone di ricominciare a studiare: non basta e questo lo sanno certamente, finire su un calendario per riuscire nella vita.
Contro le proteste degli studenti scendono in campo le sexy studentesse: sono ragazze emiliane della zona tra Bologna, Reggio e hanno posato per il fotografo Corrado Bertozzi.
Saranno le modelle dell'edizione 2009 del calendario “Sexpolitik” con fini pro riforma Gelmini: ora entrano in campo le “curve” delle studentesse e laureate, dai 19 ai 33 anni, così le armi della politica sono aumentate.
Spogliarsi per la causa è un'iniziativa non nuova, ma questo fatto entra nella cultura vecchia che torna di moda: la bellezza, anche provocante, allo stato naturale, spesso non è legata allo studio, all'intelligenza, secondo una certa opinione diffusa.
Le secchione erano e ancora oggi sono considerate delle ragazze poco attraenti: una certa mentalità ritiene che le belle ragazze non devono far fatica, basta la presenza.
Sapere che ci siano studentesse pronte a spogliarsi per così “alti ideali”, senza remore né titubanze dimostra che nella gioventù di oggi c'è ancora coraggio e ardimento: un tempo si diceva “nudi alla meta”, oggi invece si può correggere con “nude alla meta”.
Quale sia la meta in questione non si sa, ma si sospetta, o almeno i soliti maliziosi la immaginano: io non lo sono e credo nella loro buona fede, assoluta.
Si sono spogliate per la cara signora e ministro Gelmini, che sarà sicuramente riconoscente con queste belle fanciulle filo governative.
Oggi è pericoloso esporsi e si rischia di persona.
Insulti e parolacce non vengono risparmiate a nessuno: appena si esce dal branco ecco che arrivano i tiratori scelti, gli spacconi, o se preferite l'espressione milanese originale, i bauscia, che sfogano le loro frustrazioni personali, i loro fallimenti individuali, anche amorosi contro il nemico del popolo di turno.
Denudarsi di fronte a questa folla di potenziali avversari inferociti è veramente un segno di grande coraggio morale ed umano.
Sì, per chi non se ne fosse ancora accorto, me la sto prendendo allegramente: non sono un moralista e non mi piace solo la volgarità.
Invece per quanto riguarda la riforma Gelmini qualche dubbio mi resta in testa, nonostante le bellezze delle studentesse in mostra: i tagli fatti in questo modo stanno mettendo in crisi molte Università, scuole pubbliche di ogni ordine, grado e incredibile, pare pure le scuole private.
I tagli sono necessari in questo momento difficile, di crisi: è pure complicato differenziare il buono dal cattivo, gli sprechi da ciò che serve ed è di vitale importanza.
E' risaputo che la destra preferisce ridurre la spesa pubblica e le tasse, mentre la sinistra ha un maggiore interesse verso il sociale.
Ora vedere questa riforma, tanto criticata, come qualcosa legata solo ai tagli e gli sprechi è troppo semplice: io invece voglio far notare che da troppe stagioni la scuola italiana non è più una fucina di studi e di impegni per apprendere, o non è solo questo.
E' da tempo un luogo per fornire titoli di studi, da usare poi nella vita reale: tutti noi siamo purtroppo testimoni dell'esistenza di laureati con gravi lacune di nozioni elementari.
Da troppi anni la cultura e la conoscenza si sono isolate, senza premi e riconoscimenti, se non quelli che ci permettono di muoversi meglio nel mondo, oso dire di vivere meglio.
Ora non mi rimane che augurare alle belle ragazzone di ricominciare a studiare: non basta e questo lo sanno certamente, finire su un calendario per riuscire nella vita.
Arduino Rossi