martedì 25 novembre 2008

Morire d'amore nell'India di oggi.




Si chiamava Manish Kumar ed aveva 15 anni: era povero ed era un Dalit, ovvero un intoccabile.
Gli intoccabili sono gli appartenenti alla casta degli ultimi, anzi a una sotto casta di miserabili.
Si era innamorato di una ragazza di casta superiore: stava scrivendo una lettera alla sua bella e per questo “crimine” è stato picchiato, trascinato sino ai binari della ferrovia e lì gettato mentre transitava un treno, che lo ha stritolato.
Le caste sono un sistema sociale rigido, con quelle superiori dei sacerdoti e dei guerrieri, simili ai nostri nobili di spada, poi ci sono quelle dei mercanti e degli artigiani, dei contadini, ma sotto tutti ci sono i braccianti, i manovali, coloro che non hanno specializzazione, né speranze.
Questa società è stata paragonata a quella europea precedente la rivoluzione francese, ma con una rigidità sociale d'acciaio tra le varie classi, regolata da ferree leggi religiose: le caste sono contrastate dalle leggi dell'India moderna e spesso l'ordine sociale antico è stato sovvertito, ma nelle zone rurali più tradizionaliste tutto è fermo al Medioevo della fede induista.
In pratica in India si cerca di fermare la storia con queste soluzioni brutali, criminali.
Vecchie consuetudini, che durano da millenni, anche negli ultimi villaggi sperduti di questo pianeta, finalmente vengono messe in discussione, ma le resistenze sono tante.
Questo capita solo in India?
Temo di no, anzi anche nei Paesi più sviluppati certe suddivisioni antiquate di ceto persistono: non permettono di riconoscere il merito, ma neppure il dialogo tra persone di ambienti differenti.
Il liberismo vuole premiare il merito, mentre gli ideali sociali esaltano l'uguaglianza: sono valori nati in Occidente da pochi secoli, ma sono ormai indiscutibili da noi, per fortuna.
L'uguaglianza e il merito individuale è sempre esistito nel nostro mondo, ma c'era in passato pure una suddivisione delle classi sociali in modo rigido e non c'era neppure l'uguaglianza degli individui davanti alla legge.
Ora i nostri valori stanno invadendo sino l'ultimo borgo nella foresta, nel deserto: gli esseri umani sono tutti uguali e lo si ripete con coraggio.
Guai a sostenere il contrario, guai a limitare la libertà delle persone, degli uomini e delle donne.
Invece proprio nella Patria della non violenza c'è un'ondata antidemocratica, antiugualitaria.
Prima si bruciano i cristiani, si uccide chi cambia fede religiosa e preferisce quelle che li fanno uscire dalla schiavitù delle caste.
Ora pure un ragazzino innamorato viene punito da questi fanatici sanguinari.
Io rimango sempre stupito per la mancanza di proteste decise, coraggiose, contro questi crimini terribili: visto che questo mondo è sempre più piccolo ed è facile contattare, dialogare con tutti, perché non alzare le nostre voci.
Sono sempre del parere che pure da noi c'è un grande desiderio di mantenere privilegi per sé e per i figli, per i figli dei figli, per generazioni, fino alla fine dei tempi.
Il povero ragazzino innamorato indiano così non ci interessa: Lui pretendeva di avere un'esistenza libera da pregiudizi, da schiavitù, da imbecilli esaltati, da tradizioni che umiliano e tolgono i diritti fondamentali, come quelli di sognare, sperare, amare chi pare e piace.
Ha pagato per la sua “immoralità”: metteva in discussione antichi soprusi, con la “promiscuità” tra le caste, tra i ceti, tra le razze.
Il mondo del futuro saprà abbattere queste barriere ridicole?
Anni fa non avevo dubbi, oggi non ne sono più certo: troppi interessi, troppe complicità e troppe ipocrisie tradiscono tutti coloro che vogliono essere trattati come pari e non come paria, in India, in America, in Europa e in Italia.



Arduino Rossi