mercoledì 2 luglio 2008

Il merito



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Il merito è una parola da sempre sbandierata: se ne parla, se ne sparla ed è un valore legato alla ricchezza prodotta, ovvero alla resa della merce che si produce una volta raggiunto il mercato.
Se si crea qualcosa che vale tanto, costa tanto, rende tanto si vale molto, altrimenti si è dei falliti.
E' giusto?
Non si può protestare: è colpa la dura legge che regna oggi.
Non è quella del più forte, né quella del taglione, né quella del valore ereditato dagli avi come per i nobili di un tempo: è la legge della domanda e dell'offerta, nient'altro.
Ciò che è e sarà fuori mercato che fine farà?
Terminerà alla discarica, naturalmente, forse sarà riciclato, forse sarà abbandonato alle piogge, all'inquinamento.
Le persone che non sanno più, non possono più restare nel mercato che fine faranno?
Saranno rottamati pure loro?
I dipendenti pubblici svolgono compiti che spesso non rientrano nella logica di mercato e sono spesso "improduttivi", ma necessari: è vero che la burocrazia è spesso pesante e deve essere semplificata, snellita, resa razionale ed efficiente, ma non può essere misurata con semplici calcoli economici.
La Giustizia, la buona giustizia, non può essere sacrificata, data in cambio di una cattiva applicazione della legge: la rapidità dei processi è fondamentale, ma è più importante vedere i colpevoli condannati e gli innocenti assolti.
Stiamo diventando come gli statunitensi?
L'unico valore riconosciuto sarà il denaro accumulato, guadagnato?
Arduino Rossi