lunedì 14 luglio 2008

Il crollo dei mercati finanziari



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Il rischio di una caduta nell'estate del mercato azionario era prevedibile e previsto, ma ora si parla di una crisi molto grave, forse la peggiore del dopo guerra.
C'è d'aver paura?
Il panico è proprio il principale nemico degli investitori, come la spavalderia nei periodi buoni: comunque questa è una fase difficile, con rischi di ulteriori scivoloni, anche consistenti.
Se uno vuole esporre e si sente sicuro, con molta prudenza si può arrischiare, ricordandosi che le zampate dell'orso fanno male (l'orso indica la borsa in caduta).
L'economia ora attende periodi difficili e Draghi ha osservato: "La politica economica deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita, con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale",
Esiste pure il problema del costo del lavoro, che però non corrisponde a salari alti, anzi, il contrario.
Il Governatore della Banca d'Italia chiede ciò che è giusto: "La riduzione delle aliquote d'imposta gravanti su lavoratori e imprese rafforzerebbe gli interventi volti a dare sostegno alla crescita; diminuirebbe le distorsioni dell'attività economica; migliorerebbe la posizione competitiva delle nostre imprese".
Tutto questo non deve mettere in dubbio il risultato del pareggio di bilancio della spesa pubblica nel 2011, data che significherà un momento importante per tutto il Paese, che sta subendo da anni salassi economici per pagare i debiti dei governi della Prima Repubblica: si sta sudando veramente il sangue.
Arduino Rossi