mercoledì 2 luglio 2008

l'Italia dei complotti



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C'è un'Italia celata, che agisce in modo losco e fa affari, conosce la tecnica degli intrighi, ma soprattutto impedisce al Paese sano di agire: inquina le menti dei giovani con successi immeritati, con ricchezze sporche di corruzione, di morte e dolore.
Esistono regioni che non conoscono lo sviluppo economico soprattutto per questo male terribile, che impedisce agli imprenditori, ai semplici commercianti ed artigiani, di vivere in pace.
Ci sono stati i casi terribili di imprenditori che hanno ceduto, per risparmiare, gli scarti tossici della loro produzione industriale alla Camorra, così intere zone della Campania ora sono inquinate, con discariche abusive colme di veleni.
Il senso di responsabilità di alcuni membri della comunità civile è molto basso: è per colpa di chi fa affari con le cosche mafiose che la criminalità è diventata ricca e potente.
Non servono eroi per combattere la mafia, ma solo chiarezza e la volontà di colpire gli interessi economici che gli stanno attorno.
C'è stato un dibattito nel Paese sull'immondizia di Napoli e sulle responsabilità locali e localistiche: la discussione ha ceduto il passo al regionalismo, Nord contro Sud e viceversa.
Invece le responsabilità non erano e non sono dei singoli cittadini, del Nord o del Sud, ma solo di chi si è arricchito con questi traffici: mi ricordo bene, circa 20 anni fa, quanta pubblicità e lodi si versavano sui progetti di società dedite al riciclaggio di sostanze tossiche.
I rifiuti divennero così oro in mano a certe persone, alcune di queste agivano legalmente, mentre altre cedevano tonnellate di veleni ad altri personaggi: oggi falde acquifere, terreni sono inquinati, come la salute di molti abitanti.
Di mafia e di camorra si muore, soprattutto il facile guadagno, che ha caratterizzato la mentalità di molti in questi anni, non guarda in faccia a nessuno: il cinismo delle speculazioni facili, facili, la cultura dell'intrallazzo ci sta rovinando.
Arduino Rossi