sabato 26 gennaio 2008

Il crollo della Borsa



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La Borsa è crollata: era dalla fine del 2001, dal 11 settembre, che non si vedeva un disastro simile: è colpa del petrolio, dei mutui troppo cari, dei debiti pubblici e privati.
In Europa non si vuole abbassare il tasso di sconto della Banca Centrale, ma a Roma pare che tutto questo sia lontano: non dobbiamo perdere un solo giorno, per molti potrebbe essere fatale.
Forse in tanti non si sono accorti, ma, se si sta bene attenti, si vedono sempre più senza tetto nelle vie, presso le stazioni: è una miseria che ha la sua origine in una società sempre più stremata, competitiva e sempre meno pietosa verso i ...deboli, gli stanchi, i malati mentali, i depressi.
I perdenti sono disprezzati e scavalcati, dopo uno sguardo che pare una sentenza.
I nostri rappresentanti cosa fanno?
Litigano e questo può essere giusto: fa parte del loro mestiere, ma il Paese ha fretta.
La Campania è inondata dalla spazzatura, i precari hanno sostituito i disoccupati e i lavoratori in nero, ma non in tutti i casi ci sono stati grandi vantaggi: la condizione di molti giovani è difficile, non sanno che futuro avranno.
Cosa si può fare?
Investire e fare investire, dare fiducia e far uscire allo scoperto i capitali, che sempre più finiscono ad ingrossare un mercato immobiliare, che non porta a nulla, anzi provoca l'aumento dei costi degli affitti.
Gli economisti dicono che l'instabilità politica aggrava la crisi economica e favorisce la fuga dei capitali, tiene lontani gli investitori.
Serve al più presto un governo, con politici dalle idee chiare: bisogna intervenire con decisione e capire dove siamo e dove andiamo: teme invece che il potere politico sia lontano decenni dalla realtà, non capisca la gravità della situazione.
Arduino Rossi