giovedì 5 giugno 2008

Razzismo contro gli italiani



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Essere italiano nei primi decenni del Novecento negli Stati Uniti era sinonimo di sporco, sporcaccione e anche delinquente: Sacco e Vanzetti furono assassinati dalla giustizia di quel Paese perché simbolo di italiani brutti, sozzi e predisposti al crimine.
Infine quante umiliazioni hanno subito e subiscono ancora i nostri emigranti in Europa, democratica e multietnica.
Ora ci accusano di essere ancora cattivoni, ma con gli altri: io in genere non mi arrabbio, ma certe sentenze le rigetto e li rimando al mittente.
I razzisti sono altri, sono i "buoni di turno", i perbenisti, gli snob che si guardano allo specchio e si sistemano sino all'ultimo capello per sentirsi in ordine, sempre dalla parte "giusta".
Voglio essere appunto cattivo: non sono loro che devono convivere con culture diverse, con i rom che rubano in casa.
Loro li guardano dall'alto e fanno tanta beneficenza.
Sono filantropi e si sentono tanto bravi quando fanno bei gesti.
Perché non si preoccupano di altre tragedie, come la mancanza di libertà di pensiero, di religione: qualcosa c'è pure in Italia.
In Cina ci sono tante condanne a morte, in Asia non si rispettano le minoranze, ma pure per decenni gli italiani hanno subito in Paesi civilissimi trattamenti indecenti: ora dei poveracci subiscono violenze e abusi da delinquenti di molte culture, sia da italiani, sia da stranieri.
Arduino Rossi