lunedì 16 giugno 2008

Amnasty International



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Amnasty International colpisce ancora: per anni l’organizzazione internazionale per i diritti umani ha parlato, condannato e denunciato.
Il fatto è che, si sa, gli uomini non sono tutti uguali, così pure i diritti: i buddisti del Tibet devono essere difesi a spada tratta, come è di moda oggi, invece gli abitanti del Darfur (Ovest del Sudan) paiono molto meno interessanti, nonostante il genocidio in corso.
I diritti delle minoranze non islamiche e islamiche dell’Arabia Saudita contano poco o nulla, mentre il regime iraniano, che si comporta sicuramente meglio con gli "infedeli" dei principi Sauditi, sono indicati come brutti e cattivi, da stigmatizzare.
Come i cattivi sono visti a secondo di interessi politici ed economici, pure la trasgressione dei diritti umani varia da Paese a Paese: si segnalano con maggior enfasi dati crimini in alcuni Stati.
Un esempio?
In Perù si sono travate delle fosse comuni con centinaia di corpi, fatto comune pure in Colombia, ma questo non interessa: tutto viene denunciato, ma con "tono di voce" differente.
L’Italia, esattamente il popolo Italiano, è stato accusato di razzismo e di xenofobia.
Non mi risulta che questo sia capitato per spettacoli e per pubblicità negativa, da parte di stampa e televisioni tedesche, inglesi e francesi, rivolta contro gli italiani
Si vede che il razzismo non dipende da come lo fai, ma da chi lo fa, secondo i nostri bravi e onesti amici di Amnasty International.
Arduino Rossi