lunedì 16 giugno 2008

Vanna Marchi



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Quella di Vanna Marchi e figliola è la triste storia tutta italiana, di complicità e di indifferenze, che è stata sventata grazie a una trasmissione televisiva popolare. Striscia la Notizia.
Il fatto che le due donne siano le uniche a pagare o quasi, mentre altri farabutti noti se la cavano ancora con poco o nulla sta nel vizio tutto italiano di cercare dei colpevoli da mettere in bella vista, al pubblico ludibrio.
Non spero nell'innocenza e nella buona fede delle due donne: è tutto troppo palese, anche perché non ho mai creduto nella magia, nella cabala, nel malocchio.
Non mi sono mai piaciuti gli urlatori televisivi, imbonitori per le signore Maria, tanto derise e maltrattate dai popolareschi venditori di cianfrusaglie.
Pare che tutto sia chiaro: essere imbrogliati come allocchi è tipico di chi è credulone, di chi si fa prendere per il naso come un pollo, di chi è ignorante.
C'è chi ha visto nel fenomeno mediatico della Marchi un certo tipo di TV per donne del popolo, per gente sempliciotta: loro non si farebbero imbrogliare così, in quel modo e in nessun'altro.
Invece capitò pochi anni fa che nelle banche italiane, abili professionisti, esperti di finanza pluri-laureati, consigliassero ai loro clienti, dal fattorino sino al libero professionista, di acquistare dei titoli sicuri, dei Bond di una ditta in forte espansione.
Erano delle obbligazioni che erano state vendute pure alla suocera, alla moglie, all'amante del promotore finanziario: erano i Bond della Parmalat.
All'epoca era veramente facile ricevere il consiglio, confidenziale e mai richiesto di fare quel bel investimento: pareva che queste obbligazioni fossero più sicure dei titoli di Stato.
Tutti sappiamo come andò a finire la faccenda e come in molti videro svanire i risparmi di una vita.
Arduino Rossi