venerdì 8 agosto 2008

Cogne: i dubbi di una sentenza.



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Una madre decide di eliminare la sua creatura, in una mattina fredda, monotona, perché stanca dei capricci del suo moccioso?
Quante stragi avremmo nelle nostre case, nelle nostre famiglie: alla peggio c'è un rimprovero in più, un castigo eccessivo, o pure un ceffone, ma nient'altro.
La stanchezza delle madri porta alla depressione, ma non all'omicidio, tranne nei casi di follia, ma una malattia mentale non nasce dalla sera alla mattina.
Anna Maria Franzoni avrebbe potuto uccidere con tanta ferocia solo se fosse stata in condizioni psicologiche non ottimali: avrebbe dovuto vivere nell'ansia, nell'angoscia, nel terrore, o essere una psicotica, per agire come una belva con il suo bambino.
In passato avrebbe dovuto mostrare un carattere violento, improvvisamente aggressivo, collerico.
Per la signora Franzoni nessuno se ne è accorto prima dell'omicidio?
E' questo il punto: una mamma non uccide, perché l'infanticidio va contro la sua natura, tranne nei casi sopra indicati, ma qualcuno avrebbe osservato benissimo qualche anomalia, qualche stranezza.
Ora l'idea che la mamma è sempre la mamma in ogni situazione viene un po' incrinata: è vero che un cuore di mamma è colmo di tenerezze per i suoi bambini, ma non è necessariamente così in ogni ora della giornata.
Ci sono pure sentimenti in contraddizione, o la voglia di libertà dai doveri di genitrice.
Per i giudici della Cassazione quindi l'imputata Franzoni ha colpito per liberarsi di un figlio che considerava malato, come una gatta che abbandona i gattini meno robusti e malaticci.
Forse le motivazioni delle sentenze precedenti convincevano di più.
Si parlava di raptus improvviso, senza predeterminazione: un gesto quasi cosciente, ma non totalmente lucido.
Il fatto che poi la Signora Franzoni non abbia confessato è un altro dei dubbi della difesa: come madre assassina il rimorso di coscienza deve essere straziante, da spingere al suicidio.
Le polemiche ora possono tacere: sono convinto che la mamma Franzoni sconterà pochi anni, o anche pochi mesi ancora e tornerà alla sua famiglia.
E' giusto? E' Sbagliato?
Questa vicenda lascia molti dubbi e sinceramente non ho certezza da proporre.