venerdì 31 ottobre 2008

Gli Statali hanno il contratto, ma la CGIL non ci sta.

(statali contratto statalismo CGIL sciopero rottura contarttazione)

La Cisl e la Uil hanno confermato la firma al protocollo del governo, con 70 euro al mese, ma l'organizzazione sindacale Cgil non firma: sono troppo pochi.
I “fannulloni” avranno pure 113 euro in più nella tredicesima, con l'indennità di vacanza contrattuale per il 2008.
Lo scontro è duro e i contrasti sono pure forti tra le altre organizzazioni sindacali: le polemiche pare portino a fratture tra gli stessi lavoratori.
Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil ha confermato gli scioperi già programmati in ambito regionale, oltre a uno sciopero generale ai primi di dicembre: "Iniziamo le procedure per la proclamazione immediata di uno sciopero generale che, nei tempi di legge, dovrebbe tenersi i primi di dicembre con manifestazione a Roma".
Nonostante le scuse del ministro Brunetta, che aveva dichiarato in un'intervista di “fregarsene” della contrarietà della Cgil, la vertenza non è rientrata.
Sicuramente i 3 milioni e 650 mila dipendenti pubblici non saranno soddisfatti dopo aver perso gran parte degli extra, incentivi vari, vedendo la sostituzione di questi soldi con solo 113 euro, che pare un regalo di Natale ai poveri.
I tempi sono difficili: avere un posto fisso e non rischiare di perderlo è già tanto in questo periodo complesso, con le prospettive nefaste che si vedono all'orizzonte.
La Cgil invece vuole scendere in campo contro il governo e mobilita la sua base contro Brunetta, il ministro più amato nel Paese, ma pure il più odiato tra gli statali:
la fama di ministro di ferro e le sue scelte unilaterali lo hanno reso la vittima principale di vignette satiriche e di derisioni di ogni tipo
La Cgil ora sarà sola a contrastare le scelte governative, ma è prevedibile che gli aumenti imposti, saranno gli unici e Brunetta non concederà un centesimo in più.
Quindi avremo pure i travet in piazza, con le bandiere rosse a urlare slogan per qualche decina di euro in più nello stipendio, con la rabbia di chi vede perdere potere e diritti consolidati: i dipendenti pubblici furono assunti a frotte durante la prima Repubblica, con l'idea di dare un posto a più persone, per avere poi fedeltà, specialmente nella cabina elettorale.
I dipendenti pubblici erano dei conservatori, dei fedeli al governo in carica, difensori dell'ordine costituito nella maggioranza dei casi.
I poteri si susseguirono e tutti, approfittando della loro posizione di maggioranza, imposero i loro uomini all'interno delle pubbliche amministrazioni: i democristiani, i socialisti, i comunisti, ma pure gli altri gruppi e partiti minori riuscirono ad infiltrare dei loro.
La raccomandazione era uno strumento sicuro, si dice, per mettere i propri protetti al posto giusto: così nacque una casta di privilegiati, che non potevano essere mai licenziati, che avevano più o meno discreti stipendi, che avevano pure il bisogno di inventarsi un lavoro per sentirsi importanti, in certi casi.
Nacque quella cultura della “complicazione degli affari semplici” tanto nota ai cittadini comuni, che si somma alle già numerose leggi e procedure ministeriali.
Da tutto questo, a torto o a ragione, scaturì l'odio popolare per tutti gli statali, che poi, negli ultimi anni, fu pure istigato dalla stampa.
I “fannulloni” sono cambiati con Brunetta?
Temo di no, anzi ora sono di più in ufficio a complicare le procedure.
Solo una rivoluzione che ponga alla base le necessità dei cittadini, con semplificazioni e scelte drastiche, ci libererà di una categoria peggiore di quella dei nullafacenti: è quella dei dannosi, complicati, insensati, fanatici applicatori delle procedure confuse e astruse.
Costoro hanno un solo scopo: auto convincersi, da bravi burocrati, di essere pure intelligenti, mentre le imprese, già in difficoltà si impantanano tra cavilli e bizantinismi.
Prima di mandare al lavoro i fannulloni, prima di parlare di merito è giusto rimettere nel mondo reale troppi lavoratori virtuali, che trascorrono le loro esistenze a fare gincane tra commi e direttive, ancora oggi con un linguaggio barocco, che è simile a quello che si legge nei libroni degli archivi storici del XVII secolo.
Arduino Rossi

giovedì 30 ottobre 2008

La rana in croce di Bolzano

(croce crocefisso crocifisso crocifissi crocefissi rana anfibio rane anfibi offessa villipendio al cristianesimo)

L'artista tedesco Martin Kippenberger lanciò una provocazione, come spesso fanno gli artisti.
Fu accolta dal museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano, il maggio scorso: la rana crocefissa fu esposta tra polemiche e difensori, così da dare allo scaltro artista teutonico un bel po' di pubblicità gratuita.
Ora c'è la notizia che la direttrice del museo, anzi del Museion, la svizzera e ginevrina Corinne Diserens è stata licenziata.
Papa Benedetto XVI durante il suo soggiorno a Bressanone sottolineò che quella immagine insultava il sentimento religioso dei cristiani, ma a quanto pare la faccenda non interessava alla fondazione del museo Sudtirolese, poi i debiti fecero il miracolo: la signora direttrice aveva causato un buco nel bilancio della fondazione e nonostante la sua origine svizzera, era stata poco accorta.
Le perdite ammontavano a 500 mia euro.
Il consiglio di Fondazione, che gestisce il museo, ha spiegato così la scelta di licenziare la spendacciona e imprecisa, (incredibile, ma vero) ginevrina: "Alla base della decisione ci sarebbe la difficile e pesante situazione finanziaria.”
Quindi non fu l'insulto a 2 miliardi e 300 milioni di cristiani che provocarono il licenziamento della signora in questione e la fece tornare a casa sua, a Ginevra, Patria di banchieri e di Giovanni Calvino: fu il dio denaro, che sta sopra tutto in questa epoca volgare, a “punire” l'ardimentosa esperta di anfibi.
L'arte come provocazione fa parte del gioco, contemporaneo, per la fama dell'artista, o presunto tale e per la vendita, a caro prezzo, dell'opera, che senza pubblicità varrebbe nulla, anche se stupenda.
Così la famosa “merda d'artista” in scatolette, si sperano vuote, giocarono con ironia e intelligenza contro questa commercializzazione di qualsiasi opera artistica, specialmente se frutto di scaldalo, polemiche e tante parole, anche insulse.
Invece l'insulto e il disprezzo verso il sentimento dei cristiani, poco conta, contro la fede di chi oggi teme di mostrare il volto nelle scuole, sui posti di lavoro, perché è seguace di un “tizio” messo in croce 2.000 anni fa: la rana in croce fece ridere, forse e spesso, in modo sguaiato molti .....democratici in Italia e all'estero.
Offendere i simboli religiosi significa offendere i sentimenti delle persone, la loro dignità come tali: infatti trovo di cattivo gusto e punibile, con ammende e non con punizioni corporali o linciaggi, chiunque derida i testi sacri, o i fondatori di qualsiasi fede, cristiana, islamica, buddista, o induista, ma pure animista che sia.
La polemica solita sta nel fatto che c'è una componente politica nostrana pronta a difendere e ad accusare chi insulti l'Islam, l'Induismo o il Buddismo, ma vanti il diritti di calunnia e di linciaggio morale, come fosse uno dei fondamenti della libertà personale di ciascuno, verso la fede di Cristo, specialmente contro il cattolicesimo.
Le polemiche sono ovvie ed è fin troppo facile far notare a tali signori le loro contraddizioni, la loro mancanza di obbiettività e di oggettività, ma si sa, le fedi laiciste non ammettono dubbi: si reggono su luoghi comuni e banalità consolidate nel decenni, se non nei secoli.
E' legittimo parlare di dogmi di fede laiche, che, quando vengono messi in dubbio, fanno scattare il sogghigno, il disprezzo, ma mai risposte sensate: non si va mai oltre il sentito dire.
Infatti tutti parlano di cristianesimo, ma nessun laico, o quasi mai, ha letto almeno i Vangeli: la Bibbia è troppo luna e farebbero fatica, non pretendo tanto.
Quando si fanno osservazioni sui testi religiosi rispondono con frasi inventate, che i testi biblici non hanno, così scaturisce tutta una sequela di pseudo vangelo, basato su sciocchezze dette: ne esce un Gesù moralista e castigatore di costumi, Sodoma e Gomorra furono distrutte per i peccati sessuali (invece furono punite perché derubavano i poveri, le vedove e gli orfani, oltre per non aver ospitato gli stranieri).
Quante stupidaggini si sentono e io ho scommesso con i soliti “sicuri di sé” tante volte: “mille ma non più mille” non esiste nella Bibbia, la mela di Eva non c'è nella Genesi.
Sino ad oggi nessuno è tornato a pagare le scommesse: hanno fatto tutti i “portoghesi”.
E' un peccato che i laici non siano di parola e non risarciscano i loro debiti: a quest'ora sarai molto ricco.
Arduino Rossi

mercoledì 29 ottobre 2008

Omicidio Meredith, c'è una condanna.

(omicidio di Perugia omicidi italiani assasini crimini assassinati assassinata)


La prima sentenza è per Rudy Guede: è di 30 anni di carcere.
Il giovane l'ivoriano non ha ottenuto attenuanti ed è stato condannato per omicidio volontario, con l'aggravante della violenza sessuale.
Ha evitato l'ergastolo e l'isolamento diurno solo perché il rito abbreviato non lo prevede se non con l'aggravante del furto, contestata invece a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox.
Quindi si attende l'altro processo per i due ex fidanzati, forse già segnato da questo primo giudizio con rito abbreviato: l’accusa è di aver ucciso, durante il tentativo di imporre un gioco erotico, l'inglese Meredith, che, secondo il PM, si era ribellata con determinazione, per questo motivo era stata soppressa.
Secondo l'accusa come sottofondo c'è l'uso della droga con sesso e abusi vari: quindi, se fosse vero, il movente sarebbe squallido, futile, per scopi torbidi, di persone dalla coscienza alterata dalle sostanze stupefacenti.
Ora è il turno della difesa smontare questo quadro accusatorio, ma pare tutto molto complesso e in salita.



I tre paiono proprio i personaggi adatti a rappresentare un certo tipo di gioventù insensibile, predisposta al crimine, senza remore, né limiti, predatrice e feroce: così la stampa e la televisione descrivono gli accusati del delitto di Perugia.
Senza entrare, come sempre nel dibattimento, anzi rimanendone totalmente fuori, lasciando ai periti il loro lavoro, la raccolta delle prove scientifiche da confutare o smontare, pare proprio che questo caso giudiziario, per la sua componente internazionale, senza differenze di razza, abbia attirato la curiosità di mezzo mondo.
Ora è forse più interessante capire come è stato proposto all'opinione pubblica questo omicidio: abbiamo sesso, droga, giovani senza limiti e senza punizioni, genitori sempre pronti a perdonare, a nascondere i figli colpevoli, a difenderli.
Se il fatto sia vero oppure non lo sia non conta per i mezzi di comunicazione: i processi mediatici cercano “altri imputati”, che probabilmente non hanno nulla a che vedere con gli avvenimenti, con le personalità reali degli accusati.
Si descrivono delle caricature, da mostrare all'opinione pubblica: in questo caso abbiamo il nero, che non si è inserito nella vita civile, nonostante l'adozione, nonostante tante buone cose ricevute.
Sempre in questo romanzo popolare, proposto e imposto, c'è pure il rampollo di buona famiglia che prometteva bene: era lanciato nella carriera, ma aveva delle brutte abitudini, cattive tendenze.
In fine c'è la bella diabolica che se ne approfitta della fanciulla ingenua, che odia per la sua purezza, la sua limpidezza e la assassina.
Io sono certo che gli imputati, ma pure la vittima di questa tragedia, non assomiglino neppure un po' a queste descrizioni: hanno le loro personalità articolate, contraddittorie, come tutti.
Invece l'immagine che ne esce, leggendo i giornali, o accendendo la televisione è proprio questa semplificata.
Tutto ciò quanto pesa sul percorso della Giustizia?
Temo parecchio: il processo virtuale, fatto su Internet, o nei dibattici televisivi, prende sempre più importanza.
In un mondo dove l'immagine e l'apparenza è tutto, queste sceneggiate forse diventano dei macigni con cui la giurisprudenza dovrà fare i conti: in Gran Bretagna i tre sono tutti colpevoli e si attendono sentenze esemplari come questa a 30 anni per Rudy Guede.
Negli Stati Uniti si è convinti che Amanda sia innocente e con lui, quasi pulito, c'è Raffaele Sollecito.
Gli assassini sono sempre gli uomini neri da quelle parti?
Invece il processo reale cerca colpevoli e innocenti con le prove reali, indifferente alla psicologia degli imputati: è tutto un dibattito e un'interferenza tra polizie scientifiche, esperti che criticano, perizie di parte che contestano.
Quindi questo sarà un giudizio oggettivo?
Noi che restiamo fuori da tutto ciò siamo un po' perplessi, confusi e attendiamo, magari con i nostri pareri già consolidati.
Un fatto è certo: esiste un tipo di gioventù, che da sempre conosce eccessi, abusa di se stessa e degli altri.
E’ il delirio di onnipotenza che in un'età della vita fa tanto male alla salute e non solo.
Non si sa se è stato questo lo spirito diabolico che ha favorito l'omicidio di Perugia, ma la convinzione di essere potenti, scaltri, intelligentissimi, da poter fare fessi chiunque è molto diffusa tra i ragazzi, quelli che sperano, ambiscono molto.
La perdita del rapporto con le famiglie e il proprio ambiente può fare il resto: sesso, droga, alcool sono così usati e abusati.
Non è una questione di morale infranta, ma semplicemente di salute fisica e mentale guastate.

Arduino Rossi

martedì 28 ottobre 2008

Ai soliti puristi della razza Obama non è simpatico


(Elezioni negli Stati Uniti 4 Novembre 2008 Presidente degli Stati Uniti d'America USA Vice presidente)

Qualcuno vuole Barak Obama morto: sono i neonazisti statunitensi, gli skinheads volevano assassinarlo con altre personalità nere del Tennessee.
Sono stati gli agenti federali a scoprire il complotto contro il candidato democratico: questi tentativi criminali sono qualcosa di prevedibile, purtroppo, perché, per certe menti, un presidente nero è un segno che preannuncia la fine del mondo.
Il colore della pelle è solo una “questione estetica”: ciò che conta sono i pensieri, che non hanno colore e neppure un'appartenenza razziale.
Il nostro Obama sarà forse presidente: le elezioni diranno se McCain è riuscito a recuperare sugli indecisi oppure dovrà consegnare la Casa Bianca a un nero, proprio lui, che è un pronipote di proprietari di schiavi.
Sarebbe certamente bello immaginare l'uomo più potente del mondo un nero, così da mostrare a tutto il mondo che il merito vale più dell'appartenenza a questo gruppo o all'altro di potere, a questa o quella famiglia, o a quella pura etnia bianca.
Chiunque potrebbe diventare presidente, in un Paese democratico, si diceva tempo fa.
Obama sarà migliore di Bush?
Chi vivrà vedrà.
Ora le culture razziste subiranno una grande sconfitta, per secoli i popoli dell'Europa, ma pure altre etnie, si sentirono superiori ai neri: li resero schiavi, li dominarono, costringendoli a lavori umili.
Sì, un presidente nero alla Casa Bianca è proprio la morte per tutte le idiozie dei cultori delle razze superiori, o presunte tali.
Se non sono riusciti questa volta ad ucciderlo, ci riproveranno in futuro: l’imbecillità criminale non si arrende facilmente.
Il razzismo ebbe origine forse, oltre da teorie di estrema destra consolidate negli anni Trenta del secolo scorso, pure da versioni degenere della teoria di Darwin: il darvinismo o meglio i darwinismi fecero da piedistallo a molti discorsi pericolosi, criminali, del Novecento.
Tutto questo non ha nulla a che vedere con il grande scienziato inglese, ma la selezione della specie, il più forte che sopprime il più debole (in realtà Darwin parla di adattamento all'ambiente e non di forza), fu usato come base per creare ideologie razziali insensate.
L'adattamento all'ambiente non segue i nostri parametri: non si parla di superiore e inferiore, ma di capacità di adattamento o meno, con conseguenze strane, come per i casi di specie inferiori per intelligenza, ma superiori per resistenza, come gli scarafaggi.
Sarebbero loro gli esseri dominanti in caso di olocausto nucleare, ma è difficile considerarli superiori a tutti i mammiferi, agli uccelli, pure ai rettili che si estinguerebbero, perché non adatti all’ambiente radioattivo.

Ora un presidente nero pare proprio una bella notizia: a sinistra si esulta, ma a destra, in Italia, dicono che Obama ha copiato, nel suo programma certe idee del programma del nostro e nostrano centro destra.
Si sa che noi italiani ci piace salire sul carro del vincitore, qualsiasi vincitore sia: si può dire che ci piace vincere sempre e a tutti i costi.
Ora Obama, salvo mutamenti di rotta negli ultimi giorni, ha già molti estimatori in Italia: viene tirato per la giacca e presentato come loro amico.
Non temano chi si aspetta cose strane, nuove: il colore della pelle è scuro, ma non ci saranno scelte sconvolgenti.
Obama non metterà in subbuglio l’ideologia degli interventi militari e di caccia ai terroristi: ci saranno più sussidi per i poveri negli USA, qualche assegno familiare, ma questa è una questione interna.
Forse in tanti resteranno delusi, io mi metto già tra costoro: il colore della pelle non conta: siamo tutti esseri umani, nel bene e nel male.
Arduino Rossi

lunedì 27 ottobre 2008

In quanti furono a manifestare a Roma?


(manifestazione circo massimo Roma Veltroni Berlusconi Pd Idv Pdl)

Furono 2.500.000 o solo 200.000 i manifestanti che scesero in piazza a Roma, contro il governo Berlusconi?
Il presidente del consiglio prende le distanze ed accusa: ''Non sono riuscito a vedere le immagini della manifestazione. Ho sentito solo le dichiarazioni della Questura di Roma e non posso che dire, come hanno già detto altri, che questa e' la sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie.”
Dall'altra parte Veltroni è convinto della sua vittoria, almeno per il numero degli scontenti in strada: ''Il governo farebbe bene ad ascoltare la voce della società italiana.”
Che in Italia la matematica non piaccia è risaputo, ma non riuscire a stabile quanti siano, indicativamente, i partecipante a una manifestazione è veramente incredibile: si vede che non si vuole usare i metodi statistici, scientifici, quasi indiscutibili e si preferiscono quelli della politica.
Chi sarà il bugiardo?
E' una questione di fede, politica ovviamente.
Per Veltroni questa era una sua prova personale, un successo necessario per mantenere il suo posto di Segretario del Partito: c'erano dei dubbi e delle discussioni che criticavano il modo di fare opposizione di Veltroni.
Solo una grandissima risposta, un'enorme manifestazione avrebbe ridato una spinta alle scelte del delfino di Prodi.
Un successo il segretario del PD lo ha ottenuto: ci sono i primi segni di riappacificazione tra il PD e l'Idv.
Antonio Di Pietro ha spento un po' le polemiche: “Non ho nulla da rimproverare a Veltroni.”
Inoltre il malcontento sta avanzando in certe categorie sociali: gli insegnanti, i pubblici dipendenti si stanno organizzando in scioperi, ma il resto del Paese pare indifferente ai dibattiti politici.
C'è pure un po' di incoscienza, convinti che la crisi finanziaria non ci riguarda: la Borsa è lontana dagli italiani, tranne per i pochi sfortunati che ci hanno creduto sino a ieri.
Qualcuno vede dei vantaggi, con il calo della benzina, la crisi delle fabbriche e della produzione è ancora lontano: si parla, nell'opposizione, che bisogna aiutare la borsa della spesa e non la Borsa delle azioni.
Questa demagogia, un po' facile, non cerca di capire che tutto è collegato e non è vero che i guai degli altri non ci riguardano: esiste in questo mondo uniformato, una strana catena, non proprio quella di Sant'Antonio, ma che porta bene o male, a secondo dei casi e degli eventi.
Il capitalismo finanziario è l'unico sistema che abbiamo, bello o brutto e non è stato sostituito da nulla: ora bisogna curarlo, ma è molto difficile.
Posso essere cattivo con una domanda?
I nostri politici hanno capito cosa sta capitando?
La crisi del 1929, quella paragonata a questa per importanza e gravità, sconvolse il pianeta, non ancora globalizzata: da quella situazione il mondo mutò e lo fece in peggio.
Le banche sono da salvare, ma bisogna pure riempire le borse delle spese, altrimenti la gente avrà fame di cose necessarie e non necessarie: allora diventerà cattiva e i potenti, per salvare le loro poltrone sotto i loro grossi sederi, cercheranno i soliti capri espiatori.
A chi toccherà questa volta?
Saranno ancora gli ebrei, gli zingari, i comunisti, i misteriosi speculatori che agiscono nell'ombra?
Quando la rabbia cresce cerca delle vittime: per ora tutto tace, ma, pur non volendo essere pessimista, il peggio non è ancora arrivato.
La maggioranza e le opposizioni avranno occasione per accapigliarsi, per dirsene di santa ragione: Veltroni e Di Pietro avranno la possibilità di far sentire le loro voci, organizzare la rabbia popolare in movimenti, ma forse sarà meglio agire senza essere sempre in campagna elettorale.
E' un lusso che non ci possiamo permettere: non pretendo parole dolci, d'amore, ma questi continui insulti tra le parti e questa mancanza di lealtà e un minimo di oggettività fanno solo male.
Veltroni ha adunato milione di oppositori arrabbiati contro il governo?
Erano in pochi e isolati dal Paese, tutto compatto con Silvio?
Invece i dubbi che i signori politici siano adeguati e non si rendano conto cosa stia capitando preoccupa: Berluscono sta già accusando gli speculatori, che danneggiano l'economia reale.
E' come accusare le talpe di scavare gallerie, le tarme di mangiare il legno: fanno il loro “mestiere”, mentre i politici devono pure loro agire, con anti-tarme se è necessario, prima che il tetto crolli sulle nostre teste.
Arduino Rossi

venerdì 24 ottobre 2008

Pio XII diventerà Beato? Pio XII Santo, Israele e politica estera

(Pio XII Madrid - papa vaticano Pio XII - Santo, Israele e politica estera)

In Israele il Papa del tempo dell'olocausto non piace proprio: Pio XII governò la Chiesa Cattolica dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale sino agli anni bui dell'inizio della guerra fredda.
Il postulatore della causa di beatificazione di questo Papa molto discusso, padre Molinari non ci sta e risponde con determinazione contro il ministro israeliano per le Questioni sociali, Yitzhak Herzog: "Queste affermazioni sono un'ingerenza su un affare interno della chiesa cattolica."
Cosa non va nel Pontefice di quel periodo?
Sicuramente il suo silenzio, per quanto riguarda la Shoah, non piace a una certa storiografia, inoltre è pure odiato per la sua ostilità al comunismo: fu il Papa della scomunica agli elettori comunisti, che fu tra le principali cause della sconfitta elettorale social comunista nel 1948.
Per spiegare la posizione di Pio XII bisogna capire il periodo: c'erano due forze politiche che dominavano il mondo, il comunismo di Stalin e il nazismo in Germania.
I nazionalismi esasperati, lo scontro tra ideologie, gli odi razziali, favorirono il sorgere di conflitti epocali, tra nazioni, coinvolgendo interi continenti.
La Chiesa Cattolica allora, come oggi, era continuamente minacciata, attaccata, accusata: rischiava da destra e da sinistra, le comunità cristiane furono perseguitate da entrambi i fronti.
In questa ottica che si può capire la politica, definiamola pure, troppo prudente di Pio XII.
Non denunciò la Shoah, ma permise ai conventi e all'interno dello stesso Stato Vaticano, di assicurare un rifugio a tutti i perseguitati, anche ai comunisti, agli anticattolici, agli ebrei, seguendo lo spirito cristiano: per questo motivo tanti religiosi e religiose pagarono, furono deportati nei campi di sterminio nazisti.
Ora giudicare con il senno del poi tutto questo pare alquanto strano, se non incomprensibile.
Infatti il problema non riguarda solo il Pontefice e se sarà o non sarà Beato: sicuramente le dichiarazioni del ministro israeliano paiono quantomeno inopportune, lesive della libertà religiosa della Chiesa Cattolica.
Per spiegare l'antisemitismo e cercare di capire quali siano le responsabilità in ambito cristiano e cattolico occorrerebbe troppo tempo: gli ebrei furono rinchiusi per secoli nei ghetti, furono chiamati Giudei, non perché appartenenti alla tribù di Giuda, ma per ricordare Giuda Iscariota, il traditore di Gesù.
Sì, di odio contro gli ebrei ne è stato seminato tanto per secoli, ma Pio XII forse non fu responsabile di questo, o sicuramente non fu il Pontefice che favorì tanto astio.
Lo scontro e le incomprensioni hanno origini antiche, ma certamente si legano a situazioni attuali: anche oggi come al tempo di Pio XII ci sono poteri, nazionalismi, religioni che si scontrano.
Ancora una volta i cristiani, i cattolici, sono tra i due fronti, odiati da entrambi.
Benedetto XVI deve mantenere buoni rapporti con l'Islam, anche quello radicale, con gli Stati islamici, per difendere le minoranze cristiani presenti, che soffrono persecuzioni ed emarginazione.
Inoltre c'è una realtà laica, legata pure ad alcuni gruppi finanziari, all'influenza degli ebrei americani, che vorrebbero la Chiesa spostata con chiarezza contro l'Islam, senza dialogare con i "nemici", tra cui la repubblica iraniana, la Siria e altri Stati canaglia o quasi.
Qualcuno sostiene che le campagne mediatiche contro il Vaticano, come quelle dei preti pedofili, siano organizzate e amplificate da questi poteri forti, da queste "associazioni" economiche, finanziarie e nazionali.
Se sia vero non si sa, ma qualche sospetto esiste, almeno tra coloro che non si fanno prendere dall'emozione, ma preferiscono la ragione, il ragionamento, la razionalità.
Quindi di interferenze si può parlare senza remore.
Si usa Pio XII, con le solite ricostruzioni storiche di parte, poco attente ai fatti, agli avvenimenti, al periodo storico in questione, per riproporre vecchie teorie accusatorie, al fine di ottenere dei vantaggi: mutare la politica estera del Vaticano a proprio favore.
Si può dire che la storia si ripete.
Arduino Rossi

Barack Obama sorpassa John McCain.

(obama maccan - obama tax plan -obama muslim -obama vs maccan elezioni del presidente degli Stati Uniti d'America USA)


Barack Obama sorpassa John McCain.

Quanto sta costando a McCain la politica economica di Bush?
Forse perderà le elezioni e sarà pure una brutta sconfitta, se i sondaggi saranno confermati: secondo Zogby, Obama ha 10 punti percentuali sul suo rivale.
Ora vanta un bellissimo 52% contro un povero 42% di McCain: si vede che il ceto medio americano, sempre più in difficoltà, non si fida più di una politica che ha causato tanti danni.
Mancano 13 giorni all'Election Day: nulla è escluso, ma Obama ha guadagnato l'1,3% in un giorno e McCain ha perso lo 0,4%.
Forse i dubbiosi si stanno schierando con il probabile primo presidente di colore alla Casa Bianca.
Si vuole cambiare finalmente linea politica?
Quali sono gli errori di Bush?
Gli interventi militari a caccia di terroristi in tutto il mondo, tranne dove forse si doveva intervenire, hanno favorito la crescita del prezzo del petrolio, ma soprattutto il mancato controllo sul comportamento di certe banche, che non avevano scrupoli di favorire mutui facili, hanno spinto fino all'assurdo la speculazione sugli immobili, sino a far scoppiare la bolla.
Così la garanzia dei prestiti si svalutava, i tassi crescevano e resero impossibile il pagamento delle rate per troppa gente: gli immobili non valevano più il capitale prestato e le banche, come si sa, si trovarono in grave difficoltà.
Il controllo sulle attività spericolate, al limite dell'onestà, almeno quella morale se non legale, è completamente mancato: una cultura economica, fatta tutta di guadagni facili, è terminato male.
Avremo milioni di disoccupati in tutto il mondo, recessione, povertà in aumento.
Ci sarà finalmente una nuova guida e una nuova filosofia al potere negli Stati Uniti?
L'ultima super potenza rimasta è l'unica che può decidere delle sorti economiche del pianeta?
In questo momento storico sicuramente sì, non solo per il peso finanziario del gigante americano, ma per la presenza di capitale di origine statunitense in tutto il mondo, in particolare in Asia: il denaro che circola in ogni luogo, accettato in quasi tutto il pianeta, è sempre il dollaro.
C'è tutta una cultura e un'ideologia che sta alle spalle della speranza di un presidente di origine africana: c'è un vecchio tipo di populismo, di canti e di retoriche attorno al popolo degli ex-schiavi, pronti a mutare, sovvertire l'ordine dei bianchi conservatori, se non reazionari.
Inoltre Obama ha pure un padre emigrante africano, di fede islamica, da qui tante strane ipotesi sul personaggio.
In verità il colore della pelle e l'origine etnica non significano nulla: si può essere conservatori o progressisti, a secondo dei casi, delle situazioni, delle convenienze.
Un mutamento della politica economica del nuovo presidente, si spera, darà fiato alla finanza statunitense e mondiale, ma per la politica estera le scelte coraggiose, i cambiamenti di rotta, saranno più lenti.
L'interventismo militare probabilmente non cesserà, restando incomprensibile il senso e la strategia di tutto ciò: le giustificazioni ufficiali non sono sufficienti a chiarire un tale dispiego di uomini e di mezzi.
Vedremo se Obama, se vincerà le elezioni, avrà il coraggio di scelte nuove.
Avremo meno navi da guerra nei mari, meno soldati a caccia di fanatici pronti a farsi esplodere con cinture imbottite di esplosivo?
Vedremo se saprà usare altre strategie e più determinazione per imporre i valori democratici: non più cannoni per esportare la democrazia, ma il peso dei dollari americani, oppure semplicemente l'uso ancora più accorto degli strumenti di diffusione del pensiero, come le televisioni, le radio e in particolare internet.
Quindi meno bombe "intelligenti" e più dialoghi, parole, scelte pratiche e propaganda, per favorire la libertà di pensiero in tutto il mondo.
Forse è proprio questo che temano i potenti della terra e in conseguenza questa strategia non sostituirà quella della guerra, delle conquiste, del controllo del territorio con i bombardieri.
Arduino Rossi