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Il temuto conflitto all'interno delle fazioni islamiche prosegue, probabilmente foraggiato dalle armi che vengono dal caro petrolio, che a sua volta cerca scontri militari per favorire le speculazioni: le guerre sono sempre state legate a fattori economici.
Gli scopi erano il bottino dei saccheggi, le forniture militari, l'allargamento degli imperi per avere più schiavi, più tasse riscosse, più sudditi da arruolare negli eserciti.
Pare che gli sciiti si stanno buttando contro il mondo intero, con il nucleare in Iran, con le milizie nel sud del'Irak ed oggi con il Libano, che improvvisamente ritorna un campo di battaglia.
Chi sta spingendo tutto questo?
C'è una regia di cinici speculatori?
Chi scommette sul caro petrolio certamente ha tanti interessi in gioco e qualcuno tra loro potrebbe manovrare per questa escalation militare, economica, che potrebbe portare crisi su crisi, problemi e complicazioni.
Quello che manca in tutto questo è una politica estera per la pace da parte di tutto l'Occidente: non si capisce che vantaggio potrebbe avere l'Anato ad allargarsi sino alle porte della Russia.
Bisognerebbe trattare con i grandi Stati non Occidentali per trovare accordi per evitare conflitti ancora più rovinosi, così da ottenere il disarmo nucleare dell' Iran, per un po' di pace nelle zone di transito del Petrolio, come il Corno d'Africa, la Palestina.
Se si riuscisse a non vedere il gigante dell'Est come ai tempi della Guerra Fredda sarebbe un'ottima e intelligente evoluzione, per iniziare a stemperare le tensioni, a soffocare i rumori di guerra: è ancora nei confronti della Cina e della potenza nucleare russa che la diplomazia potrebbe fare miracoli.
Arduino Rossi


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Il temuto conflitto all'interno delle fazioni islamiche prosegue, probabilmente foraggiato dalle armi che vengono dal caro petrolio, che a sua volta cerca scontri militari per favorire le speculazioni: le guerre sono sempre state legate a fattori economici.
Gli scopi erano il bottino dei saccheggi, le forniture militari, l'allargamento degli imperi per avere più schiavi, più tasse riscosse, più sudditi da arruolare negli eserciti.
Pare che gli sciiti si stanno buttando contro il mondo intero, con il nucleare in Iran, con le milizie nel sud del'Irak ed oggi con il Libano, che improvvisamente ritorna un campo di battaglia.
Chi sta spingendo tutto questo?
C'è una regia di cinici speculatori?
Chi scommette sul caro petrolio certamente ha tanti interessi in gioco e qualcuno tra loro potrebbe manovrare per questa escalation militare, economica, che potrebbe portare crisi su crisi, problemi e complicazioni.
Quello che manca in tutto questo è una politica estera per la pace da parte di tutto l'Occidente: non si capisce che vantaggio potrebbe avere l'Anato ad allargarsi sino alle porte della Russia.
Bisognerebbe trattare con i grandi Stati non Occidentali per trovare accordi per evitare conflitti ancora più rovinosi, così da ottenere il disarmo nucleare dell' Iran, per un po' di pace nelle zone di transito del Petrolio, come il Corno d'Africa, la Palestina.
Se si riuscisse a non vedere il gigante dell'Est come ai tempi della Guerra Fredda sarebbe un'ottima e intelligente evoluzione, per iniziare a stemperare le tensioni, a soffocare i rumori di guerra: è ancora nei confronti della Cina e della potenza nucleare russa che la diplomazia potrebbe fare miracoli.
Arduino Rossi


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Tutto è pronto per la battaglia, la grande guerra del centro destra, sempre più destra e meno centro, per la mancanza dell'Udc: si dovrà lavorare per le famiglie, la sicurezza e l'economia, sempre più minacciata da tempeste che si annuvolano all'orizzonte.
Ministro senza portafoglio sarà il leghista Calderoli, definito come ministro per le semplificazioni, ovvero per de legiferare, sfrondare le numerose leggi inutili, doppie o triple, contraddittorie: è una novità importante, che porterebbe a notevoli risparmi nella spesa pubblica, snellirebbe le procedure legislative e della giustizia.
Speriamo che questa funzione sia ben applicata e non ci siano intoppi in interessi parassitari, di categoria.
Pare che Berlusconi sia andato in vacanza, perché è tornato dopo due anni dalle sconfitta e la salita dell'ultimo governo Prodi: auguriamoci che si sia riposato ed abbia le idee chiare.
Intanto il Paese si scopre il più vecchio d'Europa ed è giusto intervenire subito per aiutare le famiglie con figli: non siamo più nell'epoca di dare figli alla Patria, ma il crollo demografico degli ultimi 15, 20 anni è ormai drammatico.
Questo problema era lontanissimo dalla cultura della sinistra, invece l'ecologia i nostri stupendi panorami nazionali non sono particolarmente amati a destra, o così pare: la protezione dell'ambiente, le energie alternative non sono mai entrate tra i primi punti dei programmi della Casa delle Libertà.
Io sono sia speranzoso che preoccupato: vedo avanzare la crisi petrolifera, che potrebbe trasformarsi in recessione, con gravi ripercussioni finanziarie.
Temo i condoni come la grandine e le cavallette, spero in un fisco più razionale e semplificato, in leggi che favoriscano la libera iniziativa, anche dei giovani.
Sono comunque certo che Silvio Berlusconi sappia bene che non può fallire: sono già pronti chi lo vorrebbe sostituire, proprio da destra, alleandosi con il centro dell'Udc, che questa volta sta all'opposizione.


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Sta nascendo il nuovo governo, con polemiche per la Lega Nord, che si prende una fetta di potere, con l’intervento della Libia di Gheddafi contro Calderoni, tra proteste per ingerenza e plausi.
Corretta è stata la risposta pacata del Ministro degli Esteri, Dalema, Ministro uscente, che ha smorzato i toni, rassicurato la Lega Araba, preteso il rispetto decisionale dell’Italia, senza interventi stranieri nelle decisioni di politica interna.
E’ un fatto scandaloso, oltre che quasi ridicolo, che a protestare sia stato il figlio di un dittatore, di uno Stato implicato in passato nel terrorismo, posto tra integralismo e Occidente.
Ora i dolori arriveranno per le pensioni, che prima o poi verranno ritoccate al rialzo, per l’età, invece le tasse dovrebbero essere meno dolorose, ma l’importante che il debito pubblico non cresca ancora, per non scaricare sulle prossime generazioni i nostri errori in economia.
La sicurezza resta al primo posto tra le aspettative dei cittadini, ma è pure molto diffusa la convinzione che extracomunitario significhi solo problemi e delinquenza.
Senza riproporre vecchi stereotipi, che affermano la poca voglia di lavorare degli italiani e per questo arrivano dall’estero i lavoratori, che svolgono i mestieri che gli italiani non vogliono più fare.
Non credo che gli extracomunitari siano una risorsa: li considero delle persone e non dei "beni" da sfruttare.
Ora il nuovo governo Berlusconi, che aveva già deluso gli italiani due anni fa, pare a molti il meno peggio, l’unica alternativa a una situazione difficile: la crisi del caro petrolio continua a minacciare l’economia mondiale, compreso la disastrata Italia, che ha al suo interno molti "nodi ingarbugliati".
Riuscirà Silvio a districarsi in questo labirinto?
Lo sapremo fra cento giorni.


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Le donne italiane sono ancora lontane dal livello di istruzione delle donne svedesi, con i 17 anni di studio in media, ma le italiane sono soprattutto lontane per gli aiuti all'infanzia, come asili nido, scuole materne, scuole con orari pomeridiani.
La distanza sta ancora di più per la partecipazione dei papà alle cure dei figli, specialmente se piccoli: da noi un padre che bada ai bambini è quasi un pioniere.
Un uomo che sceglie il part-time o l'aspettativa per la prole è visto, o si considera lui stesso così, come un "mammo", ovvero un perdente, un debole, un'affemminato, uno .....sfortunato (non uso mai le parolacce, specialmente quando scrivo).
Sì, fare la mamma da noi è qualcosa di eroico: è sempre più un atto coraggioso, anche perché i tempi sono complessi e le condizioni sono meno a misura di bambino.
Non ci sono più i cortili dove far giocare i ragazzini in sicurezza, né parchi senza spacciatori, senza pedofili, o presunti tali, che avvicinano ai monelli solitari con intenti morbosi, o così pare dalle cronache giornalistiche di questi ultimi anni.
Le donne che si dedicano a questa nobile, quanto sempre più faticosa "professione" di mamma, sono sempre più meritevoli di stima: rinunciano alle carriere lavorative per il mestiere di madre.
E' sempre più difficile seguire i figlioli, a cui non si fa mancar nulla, dalla piscina al pianoforte, dal dentista migliore, da pagare con cambiali, alle vacanze studio in Inghilterra.


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La Giustizia inciampa e i delinquenti in via di giudizio per reati gravi, come rapine in ville o stupri di minorenni, vengono rilasciati per errori procedurali: questi intoppi tendono sempre più a svalutare la Giustizia, a spingere l’opinione pubblica verso scelte e decisioni pericolose.
Lo Stato di polizia pare l’unica risposta adeguata alla criminalità dilagante: in verità è la soluzione meno adatta, quasi peggiore del male stesso, ma in pochi se ne stanno rendendo conto.
Solo il Diritto, con le sue leggi assicura, o dovrebbe assicurare, i responsabili dei reati in carcere: le altre forme di giustizia sommaria invece lasciano liberi i colpevoli che si possono permettere protezione, porterebbero alla cattura e alla punizione di tanti capri espiatori, innocenti o quasi innocenti,.
Invece la risposta deve essere data dallo Stato che si deve rinnovare, colpire gli errori e le negligenze amministrative, burocratiche: deve semplificare le procedure e differenziare, in modo chiaro, l’errore formale dall’errore sostanziale.
Questo concetto può essere riassunto con parole più semplici: quando ed essere liberato è uno che potrebbe essere innocente, quando ad essere scarcerato è un farabutto, magari reo confesso, con prove schiaccianti.
Si potrebbe fare molto in questi casi così eclatanti di ingiustizia palese: è il compito degli organi di controllo e dei legislatori, oltre del potere esecutivo.


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Sinceramente l'unica analisi degna ed accettabile che ho trovato, rispolverato, per cercare di capire cosa stia avvenendo è quella che risale alle due guerre mondiali, alle guerre coloniali e post coloniali: in pratica si accusavano gli interessi capitalistici, dei "biechi" speculatori, che spingevano le nazioni in conflitti e tensioni per aumentare il prezzo del carbone, dell'acciaio, del pane.
Questo modo di pensare aveva dei grossi limiti, pur restando logico e credibile: era impregnato di ideologia, i capitalisti avevano volti e nomi ben definiti, talvolta rappresentati con caricature eccessive e ridicole.
Io invece credo nella spinta degli interessi di interi popoli, non di cattivi governanti guerrafondai, che cercano guadagni rapidi e sicuri, che favoriscono date politiche economiche di controllo delle risorse del pianeta, con interventi anche militari miopi e pericolosi.
Mi spiego meglio, cercando di essere chiaro: la corsa all'approvigionamento e all'accumolo delle scorte, la ricerca di nuovi mercati per le proprie merci hanno favorito molti governi e caste di potere in tanti Stati del mondo più povero, spesso ha condotto al comando dittatori che si sono poi ribellati all'Occidente talvolta, come figli ingrati.
Non bisogna scordarsi che i signori che ci vendono il petrolio sono pure quelli che acquistano le nostre merci, tra cui armi e in qualche caso pure tecnologia nucleare. Questo discorso non è solo riferito all'Italia, ma è da considerare tipico di tutte le nazioni industrializzate.
Da una parte si commercia e dall'altra si chiede il rispetto, ipocrita, delle regole democratiche, ma questi governanti sono spesso corrotti e disprezzati dai loro popoli.
Questi tirannelli mantengono il potere con la forza, grazie alle armi che ottengono dall'Occidente, ma pure, in misura minore, dalla Russia e dalla Cina.
Tutto questo provoca contrasti che generano tensioni, che favoriscono le speculazioni sulle materie prime, sul prezzo del petrolio e sui cereali, affamando mezzo mondo.
Arduino Rossi