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mercoledì 14 maggio 2008

Sciiti contro Sunniti


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Il temuto conflitto all'interno delle fazioni islamiche prosegue, probabilmente foraggiato dalle armi che vengono dal caro petrolio, che a sua volta cerca scontri militari per favorire le speculazioni: le guerre sono sempre state legate a fattori economici.
Gli scopi erano il bottino dei saccheggi, le forniture militari, l'allargamento degli imperi per avere più schiavi, più tasse riscosse, più sudditi da arruolare negli eserciti.
Pare che gli sciiti si stanno buttando contro il mondo intero, con il nucleare in Iran, con le milizie nel sud del'Irak ed oggi con il Libano, che improvvisamente ritorna un campo di battaglia.
Chi sta spingendo tutto questo?
C'è una regia di cinici speculatori?
Chi scommette sul caro petrolio certamente ha tanti interessi in gioco e qualcuno tra loro potrebbe manovrare per questa escalation militare, economica, che potrebbe portare crisi su crisi, problemi e complicazioni.
Quello che manca in tutto questo è una politica estera per la pace da parte di tutto l'Occidente: non si capisce che vantaggio potrebbe avere l'Anato ad allargarsi sino alle porte della Russia.
Bisognerebbe trattare con i grandi Stati non Occidentali per trovare accordi per evitare conflitti ancora più rovinosi, così da ottenere il disarmo nucleare dell' Iran, per un po' di pace nelle zone di transito del Petrolio, come il Corno d'Africa, la Palestina.
Se si riuscisse a non vedere il gigante dell'Est come ai tempi della Guerra Fredda sarebbe un'ottima e intelligente evoluzione, per iniziare a stemperare le tensioni, a soffocare i rumori di guerra: è ancora nei confronti della Cina e della potenza nucleare russa che la diplomazia potrebbe fare miracoli.
Arduino Rossi