giovedì 20 novembre 2008

Nude per la causa di Gelmini.

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Contro le proteste degli studenti scendono in campo le sexy studentesse: sono ragazze emiliane della zona tra Bologna, Reggio e hanno posato per il fotografo Corrado Bertozzi.
Saranno le modelle dell'edizione 2009 del calendario “Sexpolitik” con fini pro riforma Gelmini: ora entrano in campo le “curve” delle studentesse e laureate, dai 19 ai 33 anni, così le armi della politica sono aumentate.
Spogliarsi per la causa è un'iniziativa non nuova, ma questo fatto entra nella cultura vecchia che torna di moda: la bellezza, anche provocante, allo stato naturale, spesso non è legata allo studio, all'intelligenza, secondo una certa opinione diffusa.
Le secchione erano e ancora oggi sono considerate delle ragazze poco attraenti: una certa mentalità ritiene che le belle ragazze non devono far fatica, basta la presenza.
Sapere che ci siano studentesse pronte a spogliarsi per così “alti ideali”, senza remore né titubanze dimostra che nella gioventù di oggi c'è ancora coraggio e ardimento: un tempo si diceva “nudi alla meta”, oggi invece si può correggere con “nude alla meta”.
Quale sia la meta in questione non si sa, ma si sospetta, o almeno i soliti maliziosi la immaginano: io non lo sono e credo nella loro buona fede, assoluta.
Si sono spogliate per la cara signora e ministro Gelmini, che sarà sicuramente riconoscente con queste belle fanciulle filo governative.
Oggi è pericoloso esporsi e si rischia di persona.
Insulti e parolacce non vengono risparmiate a nessuno: appena si esce dal branco ecco che arrivano i tiratori scelti, gli spacconi, o se preferite l'espressione milanese originale, i bauscia, che sfogano le loro frustrazioni personali, i loro fallimenti individuali, anche amorosi contro il nemico del popolo di turno.
Denudarsi di fronte a questa folla di potenziali avversari inferociti è veramente un segno di grande coraggio morale ed umano.
Sì, per chi non se ne fosse ancora accorto, me la sto prendendo allegramente: non sono un moralista e non mi piace solo la volgarità.
Invece per quanto riguarda la riforma Gelmini qualche dubbio mi resta in testa, nonostante le bellezze delle studentesse in mostra: i tagli fatti in questo modo stanno mettendo in crisi molte Università, scuole pubbliche di ogni ordine, grado e incredibile, pare pure le scuole private.
I tagli sono necessari in questo momento difficile, di crisi: è pure complicato differenziare il buono dal cattivo, gli sprechi da ciò che serve ed è di vitale importanza.
E' risaputo che la destra preferisce ridurre la spesa pubblica e le tasse, mentre la sinistra ha un maggiore interesse verso il sociale.
Ora vedere questa riforma, tanto criticata, come qualcosa legata solo ai tagli e gli sprechi è troppo semplice: io invece voglio far notare che da troppe stagioni la scuola italiana non è più una fucina di studi e di impegni per apprendere, o non è solo questo.
E' da tempo un luogo per fornire titoli di studi, da usare poi nella vita reale: tutti noi siamo purtroppo testimoni dell'esistenza di laureati con gravi lacune di nozioni elementari.
Da troppi anni la cultura e la conoscenza si sono isolate, senza premi e riconoscimenti, se non quelli che ci permettono di muoversi meglio nel mondo, oso dire di vivere meglio.
Ora non mi rimane che augurare alle belle ragazzone di ricominciare a studiare: non basta e questo lo sanno certamente, finire su un calendario per riuscire nella vita.
Arduino Rossi

Strage di Erba: Olindo, Rosa e il processo spettacolo.


(Strage di Erba: Olindo, Rosa e il processo spettacolo mostri mostro assassini massacro sterminio killer)


Attorno alla strage più assurda e incomprensibile degli ultimi anni, con i personaggi accusati di un crimine orrendo, insolito ed enigmatico, da capire e catalogare, l'interesse del pubblico cresce.
Ci sono intanto 320mila euro richiesti dai legali di Mario Frigeri, l'unico superstite del massacro, principale accusatore e testimone fondamentale dell'accusa.
Invece Azouz, marito e padre di due delle vittime, si accontenta di una condanna all'ergastolo “senza Dio”: non chiede di più e rinuncia alla pena di morte, che in Italia non esiste, ma Lui forse non lo sa.
In televisione pare già tutto scritto e fatto: c'è pure la folla che vuole assistere all'ultimo atto e in tanti si attendono una condanna.
Perché tanta “popolarità” per un caso così atroce?
Non ci furono padri assassini, che sterminarono la propria famiglia?
Non ci furono fidanzati e uomini disperati che ucciso tre, quattro o più persone?
Quelle tragedie furono catalogate come frutto della pazzia, o come questioni incomprensibili, dovuto a malattia e depressione.
Invece ciò che sorprende e attira la curiosità morbosa delle folle sta nella situazione comune, da lite di condominio: per bisticci nei palazzoni italiani ci sono stati dei morti, ma mai stragi premeditate.
Ora io non mi interesso del dibattito processuale, non sono né colpevolista né innocentista, ma semplicemente interessato alla ricostruzione dell'accusa, che prendo come spunto per alcune osservazioni.
Le liti di condominio degenerano talvolta in rissa, con cazzotti sui denti, qualche coltellata tra i più facinorosi e alla peggio in fucilate sparate dopo qualche alterco: la cronaca nera non segnala omicidi organizzati, preterintenzionali, con l'eliminazione di quattro persone, la distruzione dell'appartamento con il fuoco.
Rosa e Olindo odiavano la famiglia Azouz per banali motivi: erano i soliti schiamazzi e i classici rumori, forse provocati pure dal bambino.
C'era stata una causa civile, finita male per i due accusati: tutto ciò rammenta migliaia, decine di migliaia di casi simili.
In ogni condominio o quasi, ci sono liti per faccende futili che avvelenano l'esistenza a troppe persone: sono all'ordine del giorno di movimentate assemblee condominiali spazi comuni usurpati, baccani e strilla di ragazzini, sempre più o meno catalogati, a torto o a ragione, dei maleducati.
Quante volte sono stati battezzati con i nomi dei due di Erba tanti abitanti di condomini particolarmente rompi scatole, ma pure quante volte si è augurato, a bassa voce, ai vicini esuberanti di incontrare pure loro degli assassini esasperati.
Il divertente e tragico di queste grandi “dibattiti” condominiali sta nel fatto che fanno tanto felici molti avvocatini: certe questioni si risolverebbero con i doppi vetri alle finestre, con qualche sistema di isolamento acustico, che oggi spesso può essere misto, con l'isolamento termico, in certi casi.
Ci sono pure altri metodi che evitano gravi guai con i vicini, ma alla peggio ci sono i giudici di pace, che possono decidere per faccende di poco conto.
Sì, su questo massacro si sono proiettati sentimenti e desideri di vendetta: pare che dietro ai due imputati ci siano milioni di rompiscatole impuniti, che ti telefonano per una sedia spostata, per il marmocchio che frigna dopo le 22, dimostrando sin da piccolo di non rispettare il regolamento condominiale.
E' il movente banale, insensato, futile, che ci rende curiosi per il caso di Erba.
Quanti potenziali assassini si nascondono nei nostri condomini?
In quanti hanno meditato omicidi e pure stragi di vicini odiosi?
Sarebbe una grande delusione se il processo prendesse una nuova svolta e si mutasse movente, ma pure colpevoli: ormai sono in troppi che attendono questa sentenza.
C'è un rancore potente che sale contro i due imputati.
Sono loro che devono pagare per tutti gli inquilini che ci fissano dietro le tapparelle, che controllano i nostri passi, per trovarci in fallo?
Lasciamo quindi ai giudici la decisione e non immedesimiamoci.
Che la giustizia faccia il suo corso, senza vendette popolari e gioia per le eventuali condanne o assoluzioni.
Arduino Rossi

mercoledì 19 novembre 2008

Eluana Englaro a Straburgo, è l'ultima spiaggia.



Sono 34 associazioni italiane, che si battono per la difesa della vita e sono ricorse alla Corte europea, nella speranza di ottenere un rinvio o una risposta positiva per la sopravvivenza di Eluana. Si punta all'applicazione della regola 39, o l'estrema urgenza, che comporta la sospensione di qualsiasi azione sino al pronunciamento della Corte. Quindi i giudici europei dovranno decidere sulla legittimità della richiesta, sospendere o annullare la sentenza.
Io comunque non credo in questo miracolo, da Straburgo non può uscire una risposta che vada contro le ideologie trionfanti, o meglio contro i luoghi comuni che vengono ripetuti da grandi e da piccini. Non voglio parlare di Eluana e del suo dramma, di questa mentalità che la condanna, o la libera a secondo del punto di vista. Di imbecillità se ne sentono tante e poi gli insulti non mancano mai: i soliti emotivi non sanno controllare le loro emozioni, le loro pulsioni esuberanti, quando si toccano certi argomenti. Lì vedo, ecco che arrivano coloro che ci liberano dal Medioevo: finalmente andiamo verso un mondo nuovo, si aprono gli orizzonti e c'è il sole dell'avvenire che ci attende. E' un peccato che il sole di cui parlano non si trova più nel futuro, ma è già tramontato da tanto, tanto tempo. Per loro il Vaticano è il covo di tanti orrori impronunciabili, ma non ho mai capito come fosse possibile che un luogo così tenebroso potesse contenere tanti splendori e tanta bellezza artistica: quelle opere non sono quelle buone che intendono i Vangeli, ma certamente sono magnifiche. Eppure ognuno ha diritto di fare ciò che vuole della sua vita, di buttarla via, come un fazzoletto sporco, guai a dubitare di tale verità assoluta. Sì, pare proprio così, nell'era post Medioevo clericale, dopo una lunga lotta contro i dogmi, ecco che tornano sotto forma di verità indiscutibili, altrimenti si è bollati con l'insulto più diffuso tra i gruppi anarchici e sovversivi di anni fa, forse pure di oggi, ovvero con cattolico. Discutere, chiedere, dubitare è un diritto fondamentale di ogni essere umano: senza dubbi non esisterebbe la libera scelta, avremmo solo una verità fissa, rigida nell'Universo. Cosa scopro all'inizio del 3° Millennio? La madre di tutte le certezze, la rivelatrice di dogmi di fede per eccellenza, usa un linguaggio pacato, morbido, sensato: cerca il dialogo con tutti e non sentenzia nulla o poco, lasciando aperte tutte le porte o quasi, mentre dall'altra parte sento discorsi da fine Ottocento, con un linguaggio stantio. Si vede che la retorica degli illuminati di allora, adoratori del progresso umano, che, mi ripeto ancora, ci condusse a due guerre mondiali, diverse rivoluzioni finite malamente, tante guerre coloniali e genocidi di tutti i tipi, non è passata di moda. Lo so che Eluana è solo un caso, ma io ho paura del risorgere di questi discorsi, specialmente se dietro ci sono grandi giornali, stampa cosiddetta libera, ma con poteri forti alle spalle, diciamo con grandi forze economiche che li sostengono. Allora il mio dubbio diventa atroce. La mancanza di incertezze dei soliti troppo "sicuri di sé", la tecnica denigratoria e semplicistica, che impedisce qualsiasi dialogo, specialmente con le menti "semplici", non nasconde qualcosa? Il dio preferito in questa epoca è uno solo: non è trino, ma si chiama quattrino. Combattiamo quindi una battaglia storica per liberarci dei retaggi del passato? Lottiamo per risparmiare miliardi di euro, per tagliare i costi della sanità? Se si eliminassero tutti i malati inguaribili quanti soldi potremmo racimolare? Forse usciremmo pure dalla crisi attuale e si risparmierebbero risorse per altri usi, come lo shopping. Erano le idee di un capo di Stato del passato, che fece potente la sua nazione, la Germania degli anni Trenta: le vittime dirette però furono 12 milioni e provocò una guerra da 50 milioni di morti. Diffidate delle imitazioni!

Vigilanza Rai: la guerra per un posto chiave per la democrazia.

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Maurizio Lupi, Vice Presidente Pdl della Camera dei deputati vede tutto regolare nelle elezioni dell'organo di vigilanza Rai: "Ed è senso di responsabilità quello che sta dimostrando Villari, che è stato eletto Presidente della Commissione di Vigilanza Rai attraverso un voto che non ha nulla di oscuro ma che piuttosto ha sbloccato una situazione incancrenita".
La questione delle dimissioni di Villari è trattata al di sopra delle righe da lui stesso: "Mi imbarazza che su questa vicenda ci sia tutta questa attenzione.....non mi sembra che, in un momento così difficile, contribuisca a far sì che i cittadini stiano meglio". La Commissione Rai è un organo fondamentale per il controllo delle trasmissioni televisive, oso dire per la lottizzazione della televisione pubblica: la sinistra accusa il governo di voler prendere tutto, controllando tutta l'informazione televisiva. E' una polemica vecchia ed è legata alla lotta per la conquista dell'etere, delle televisioni in chiaro, le radio interessano da tempo di meno. I nostri politicanti sono poco consapevoli del fatto che l'Universo della politica non si possa dividere solo tra destra e sinistra, ma ci siano tantissime sfumature di idee, contaminazioni e varianti fantasiose. La lotta per il controllo della Rai, da parte dei partiti, dimostra ancora una volta, io dico per fortuna, che non si siano accorti dei cambiamenti in atto nel mondo: è Internet il dominatore e il principale strumento di informazione anche in Italia. Ci sono milioni di voci e di pareri contrastanti, curiose, pure buffe, ma differenti e democratiche. Ci sarà una commissione di vigilanza e di controllo su Internet? Chiaramente spero di no, anche perché sarebbe la fine di molte libertà e delle possibilità dei singoli, coraggiosi e pronti a mettersi in mostra con le proprie opinioni. La lotta per una trasmissione in più, per un dibattito rivolto a destra o a sinistra, pare fondamentale per il futuro delle opposizioni e forse è vero: Idv e Radicali hanno già protestato e mostrato i denti. Veltroni teme il predominio della destra, anzi ha paura di una lunga stagione di governi di destra, così deve fornirsi di tutte le armi che riesce a trovare, tra cui un maggiore spazio in televisione per il suo PD. Invece sono certo che il futuro politico nazionale avrà altri colori e probabilmente ci sarà una nuova classe politica: il nuovo mondo dell'informazione, ben più dinamico di quello delle televisioni pubbliche e private, darà tanti problemi a tutti coloro che siedono comodamente sulle poltrone del potere. Metterà in crisi molte cariatidi della politica nazionale, sì, quei politici che credono ancora che Internet sia solo per ragazzini e perditempo.

lunedì 17 novembre 2008

I fannulloni di sinistra e di destra.

I fannulloni di sinistra e di destra.
Brunetta a Montecatini Terme non ha dubbi, anzi è certo: "....il Paesedelle rendite e dei poteri forti, quello dei fannulloni, che spessostanno a sinistra."I mangia pane a tradimento per il nostro ministro della PubblicaAmministrazione stanno all'opposizione: questa sua affermazione, alcongresso dei "Circoli del Buongoverno" di Marcello Dell'Utri, hastrappato alla platea applausi a non finire.Il suo attacco contro la CGIL è proseguito ancora: "In un momentocosì difficile il sindacato dovrebbe avere una attitudine responsabilee costruttiva. Cisl, Uil, e altri sindacati l'hanno avuta: la Cgil nonl'ha ancora, spero che ce l'abbia."Brunetta quindi si infuria quando vede rosso e sostiene che i lavativivotano a sinistra, perché da quella parte si sentono protetti, mentrea destra tutti o quasi amano la fatica.Un fatto è certo: gli scansa fatiche non hanno un colore politicoparticolare, ma Brunetta vuole far piazza pulita di chi ostacola la suapolitica e quella del governo per il pubblico impiego.La rivoluzione di Brunetta, ormai pare quasi certo, si basa suiproclami, sulla scelta dei dirigenti giusti, quelli collocati nelloschieramento giusto.Questo non è meritocrazia, anzi ricorda il peggior clientelismo deglianni passati: la meritocrazia è indifferente alla fede politica,religiosa, sindacale dei lavoratori, ma si interessa solo se lavorabene o male, se si impegna oppure no.Brunetta si può dire che sia scivolato su una buccia di banana,inoltre la sua riforma e le sue proposte non stanno intaccando iclientelismi, il burocratismo, le pastoie e le complicazioni dellenormative: ha attaccato con una legge tutti i lavoratori pubblici, siai lavativi che gli autentici ammalati, togliendo parte dellostipendio.Ha tolto gli incentivi e li ha messi a persona, sapendo che nei postopubblico conti tantissimo il favore e il rapporto "personale" con icapi, per meriti "speciali": si avranno i risultati desiderati, qualisiano però non è chiaro, ma temo che ci siano strani desideri nonconfessabili nelle direzioni statali.E' giusto costatare che il ministro Brunetta è molto bravo nellostrappare il consenso alle folle gaudenti: è capace di sbandierarenumeri, ma ora dimostri che questa Pubblica Amministrazione funzioniveramente.Parla di informatica e di informatizzazione dei servizi, operazione insé realizzabile dal punto di vista tecnico: basterebbe modificareprogrammi già in uso, come quelli delle banche, per portare tutto suInternet.La difficoltà maggiore comunque starà nell'adattare tutte leprocedure, spesso complesse, con contraddizioni, alla velocità diquesto strumento.Se Brunetta, o chi per lui, volesse riformare tutto il mondo antico delPubblica Impiego dovrebbe creare un'amministrazione parallela capace difare veramente, senza connotazione politiche ed ideologiche, restando indipendente totalmente dai partiti.Dovrebbe essere, come sostiene il ministro, con un padrone, ovvero condegli incentivi sul risultato reale dei singoli: soprattutto per laquantità di lavoro svolto, oltre alla qualità del lavoro, ma non permeriti fantomatici.Temo che l'Amministrazione Pubblica non sia riformabile, ma è solo dasostituire.Il problemi nascono quando si cerca l'interesse della classe politicaed economica ad avere un apparato statale così efficiente,indipendente, rivolto solo ai risultati, alla produttività: la cacciaall'evasione fiscale darebbe ottimi esiti, lo Stato non perderebbe laquasi totalità dei ricorsi contro gli evasori, o presunti tali.Tutti i cittadini sarebbero uguali davanti alla legge, alleamministrazioni: la grande ditta e l'ultimo artigiano avrebberol'identico trattamento.Ora è giusto chiedersi dove siano le forze sociali che desideranotutto questo.Brunetta per ora fa la sua battaglia personale contro la CGIL e tuttociò che è di sinistra, ma temo che non porterà a nulla diinteressante: questa benedetta riforma del pubblico impiego dovràattendere ancora altri anni, quando ci saranno le idee e gli interessiper farla.Intanto Brunetta se la prende con i permessi degli statali, così nonpotranno più accompagnare i figli dal dentista o la nonnina daldottore: ci saranno dei risparmi su tutto questo, ma per trasformare ilpubblico impiego in qualcosa di veramente degno di questo 3°Millennio serve altro, molto altro.
Arduino Rossi

venerdì 14 novembre 2008

Santoro non ama gli scherzi e va dagli avvocati.

(Santoro libertà di stampa di opinione di critica ironia sarcasmo scherzi battute spiritose)


Al deejay, Joe Violanti di Radio Dimensione Suono faceva gli scherzi telefonici ai politici, imitando il conduttore di Annozero, durante Morning Show: quando il politico non si accorgeva dell’imitazione lo svelava, alla fine, lo stesso imitatore.
Il titolare dell'emittente RDS, Edoardo Montefusco, difende il suo diritto alla satira: “....siamo una radio libera e come tale continueremo a lavorare.”Sabina Guzzanti e il vignettista Vauro di satire, burle, più o meno pesanti ne hanno fatte tante, anche da Annozero, diretto da Michele Santoro, ma questa volta il conduttore televisivo e giornalista di opposizione si è offeso: il clima è pesante e l'uso dell'umorismo spesso supera certi livelli da tutti i fronti.

Personalmente i giullari di corte non mi sono mai piaciuti, forse perché li ho sempre visti interessati: l'ironia non deve essere pagata da qualcuno, asservita a poteri forti, ma deve scaturire spontanea.
In questi anni gli scherzi, gli sberleffi sono spesso sfuggiti dal controllo del diritto di critica: sono diventati volgari, feroci, cattivi, ma guai se non si potesse più ridere, mostrare il lato buffo di ogni situazione.
Un fatto però è certo: in Italia ciò che si fa contro gli altri non è possibile farlo a noi.
“Non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te” non è una regola valida in politica, specialmente in questo Paese.
Quando si educano due fratellini, si cerca di far capire che uno non può fare ciò che gli pare, picchiare e insultare, poi mostrarsi come vittima quando il fratellino reagisce: così mi educò mia mamma e così educo i miei figli, così fanno la maggioranza dei genitori assennati.
Ci sono dei pericoli per la democrazia italiana?
Si può dire che a salvarci da avventure nefaste sia stata la nostra “lontana” Europa, con le sue contraddizioni, ma certamente dalla democrazia consolidata, negli Stati a Nord delle Alpi.
Capire che uno scherzo innocente, una battuta non volgare, né calunniosa, sia altra cosa delle parolacce, delle scemenze, delle cattiverie gratuite pare, per qualcuno, non così ovvio.
Si usa una frase un po' banale, anzi si abusa ogni tanto: “Le parole sono come pietre.”
I sassi in genere, sulla testa, fanno ben più male di qualche scherzetto, forse infantile, o denigratorio che sia: la dignità di una persona resta dentro chi ha forza d’animo e al di sopra di ogni burla.
Lo sanno bene le vittime di campagne organizzate e prezzolate, che si sono visti trattare come nemici del popolo per anni, senza aver la possibilità di difendersi, in tutto il mondo e anche in Italia.
La domanda se la nostra democrazia sia in pericolo resta aperta: qualche paura c'è, ma i rischi vengono da tutti i fronti politici.
Se non si impongono regole del gioco uguali per tutti andiamo e andremo male.
I bambinetti viziati si scordano dei dispetti fatti e urlano come polli quando qualcuno li sfiora: forse sarebbe giusto iniziare a difendere gli avversari accusati ingiustamente e pretendere il rispetto delle regole per tutti.
Santoro ha diritto alla critica e con lui tutti gli altri, anzi la critica è necessaria: senza ironia, senza sarcasmo e senza giocare sulle contraddizioni nelle opinioni degli avversari non c'è contrasto politico e dibattito democratico, costruttivo, positivo.
Ora parleranno gli avvocati, ma in genere, a quel livello, le sentenze sono formali: spesso il clamore e la pubblicità per tali casi ripaga più dei guai di una sentenza di condanna penale, che termina sempre in prescrizione e il dibattimento civile finirà alla peggio con qualche migliaio di euro di risarcimento.
Si sa che la pubblicità costa molto e nel mondo dei media l'importante è apparire.

Arduino Rossi

giovedì 13 novembre 2008

La suocera colpisce ancora.

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Il Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Salernitano-Lucano sostiene che l'apposizione di una condizione sul futuro del matrimonio, fatta dallo sposo, costituiva motivo di nullità.
In pratica il matrimonio è nullo se uno dei futuri sposi impone delle condizioni, dei sé e dei ma: il caso in questione riguarda due sposini di Amalfi, che si unirono in matrimonio nella chiesa di Sant'Andrea nel gennaio del 1998.
Lui però impose la lontananza della suocera, ma la mamma della moglie, a sentire la versione di Antonio P., di 37 anni, non restava al suo posto ed aveva rovinato tutto.
I francesi dicono “cherchez la famme”, ovvero “cerca la donna” quando c'è un delitto particolarmente feroce: noi la nostra femmina l'abbiamo sempre da mostrare e denunciare.
Chi è più odiata della suocera italiana?
Le mamme nazionali non sanno restare al loro posto: sono sempre la fonte di mille ambizioni, proteggono sino all'esasperazione le figlie, poi i maschietti hanno mogli che non li sanno curare, o così le signore suocere sostengono.
Da questi scontri ”interfamigliari” nasce una rivalità terribile al femminile attorno a un bambinone di 30 o 40 anni, talvolta mai totalmente svezzato.
La Corte di Appello di Salerno ha confermato la sentenza del tribunale ecclesiastico, così Antonio e Gemma sono ora liberi di risposarsi, con una figlia tra i contendenti e una suocera che potrà affermare: “Lui non era adatto al matrimonio. L'avevo detto!”
Invece qui esce un'Italia che non è mutata troppo negli anni: è sempre quella con i suoi luoghi comuni, delle solite situazioni, che si ripetono, che si tramandano di generazione in generazione.
La mamma è sempre la mamma, ma la suocera è sempre la peste, pur restando la mamma della “controparte”: le coppie non si sposano più in chiesa, tutto è più “precario”, come il lavoro per i giovani.
Oggi si è qua, domani si è là, chi vivrà vedrà: si segue il destino che fa incontrare, litigare e dividere, lasciando solo tanti rancori verso gli ex e le ex.
Si può dire che questo personaggio, tante volte descritto nelle barzellette, nelle commedie allegre, nei film di qualche decennio fa, non tramonta mai: la suocera, la mamma italica, non si stanca di vedere le sue creature in preda a mille pericoli.
Il primo è quello delle bambinone,che quando si sposano finiscono in mano a certi “mascalzoni”, lazzaroni, falliti, incapaci: loro, povere figliole, meriterebbero di più, molto di più, altro che quegli ometti da quattro soldi, che le tengono a stecchetto.
I maschietti invece hanno donne che li fanno stirare le camice, che non sanno cucinare, che li lasciano dimagrire a vista d'occhio: “poverini”, dalla mamma loro erano serviti, riveriti, curati e avevano pure le scarpe lucidate in modo impeccabile.
Poi la casa di quella là è sempre sporca, le lenzuola sono stropicciate.
I nipotini crescono tutti screanzati, non salutano neppure i nonni: chissà cosa inculcherà in quelle testoline quella là.
La guerra continua ed è bello sapere che tutto il Paese abbia trovato un nemico comune: il tribunale ecclesiastico, quello laico dello Stato Italiano, l'opinione pubblica, nella sua maggioranza, escluse le suocere ovviamente, ritiene che sono loro le cause di tutti i mali nazionali.
Quelle donne petulanti, insoddisfatte che pretendono sempre di fare la mamma ai figli 40enni, sono l'origine di ogni male, o così pare ascoltando tanti discorsi.
Un tempo queste signore erano denunciate alla Santa Inquisizione come streghe, si vede che le tradizioni sono cambiate: ci si limita a divorziare, ritrovandoci un'altra suocera, per ricominciare una vita di coppia.
Arduino Rossi