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venerdì 14 novembre 2008

Santoro non ama gli scherzi e va dagli avvocati.

(Santoro libertà di stampa di opinione di critica ironia sarcasmo scherzi battute spiritose)


Al deejay, Joe Violanti di Radio Dimensione Suono faceva gli scherzi telefonici ai politici, imitando il conduttore di Annozero, durante Morning Show: quando il politico non si accorgeva dell’imitazione lo svelava, alla fine, lo stesso imitatore.
Il titolare dell'emittente RDS, Edoardo Montefusco, difende il suo diritto alla satira: “....siamo una radio libera e come tale continueremo a lavorare.”Sabina Guzzanti e il vignettista Vauro di satire, burle, più o meno pesanti ne hanno fatte tante, anche da Annozero, diretto da Michele Santoro, ma questa volta il conduttore televisivo e giornalista di opposizione si è offeso: il clima è pesante e l'uso dell'umorismo spesso supera certi livelli da tutti i fronti.

Personalmente i giullari di corte non mi sono mai piaciuti, forse perché li ho sempre visti interessati: l'ironia non deve essere pagata da qualcuno, asservita a poteri forti, ma deve scaturire spontanea.
In questi anni gli scherzi, gli sberleffi sono spesso sfuggiti dal controllo del diritto di critica: sono diventati volgari, feroci, cattivi, ma guai se non si potesse più ridere, mostrare il lato buffo di ogni situazione.
Un fatto però è certo: in Italia ciò che si fa contro gli altri non è possibile farlo a noi.
“Non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te” non è una regola valida in politica, specialmente in questo Paese.
Quando si educano due fratellini, si cerca di far capire che uno non può fare ciò che gli pare, picchiare e insultare, poi mostrarsi come vittima quando il fratellino reagisce: così mi educò mia mamma e così educo i miei figli, così fanno la maggioranza dei genitori assennati.
Ci sono dei pericoli per la democrazia italiana?
Si può dire che a salvarci da avventure nefaste sia stata la nostra “lontana” Europa, con le sue contraddizioni, ma certamente dalla democrazia consolidata, negli Stati a Nord delle Alpi.
Capire che uno scherzo innocente, una battuta non volgare, né calunniosa, sia altra cosa delle parolacce, delle scemenze, delle cattiverie gratuite pare, per qualcuno, non così ovvio.
Si usa una frase un po' banale, anzi si abusa ogni tanto: “Le parole sono come pietre.”
I sassi in genere, sulla testa, fanno ben più male di qualche scherzetto, forse infantile, o denigratorio che sia: la dignità di una persona resta dentro chi ha forza d’animo e al di sopra di ogni burla.
Lo sanno bene le vittime di campagne organizzate e prezzolate, che si sono visti trattare come nemici del popolo per anni, senza aver la possibilità di difendersi, in tutto il mondo e anche in Italia.
La domanda se la nostra democrazia sia in pericolo resta aperta: qualche paura c'è, ma i rischi vengono da tutti i fronti politici.
Se non si impongono regole del gioco uguali per tutti andiamo e andremo male.
I bambinetti viziati si scordano dei dispetti fatti e urlano come polli quando qualcuno li sfiora: forse sarebbe giusto iniziare a difendere gli avversari accusati ingiustamente e pretendere il rispetto delle regole per tutti.
Santoro ha diritto alla critica e con lui tutti gli altri, anzi la critica è necessaria: senza ironia, senza sarcasmo e senza giocare sulle contraddizioni nelle opinioni degli avversari non c'è contrasto politico e dibattito democratico, costruttivo, positivo.
Ora parleranno gli avvocati, ma in genere, a quel livello, le sentenze sono formali: spesso il clamore e la pubblicità per tali casi ripaga più dei guai di una sentenza di condanna penale, che termina sempre in prescrizione e il dibattimento civile finirà alla peggio con qualche migliaio di euro di risarcimento.
Si sa che la pubblicità costa molto e nel mondo dei media l'importante è apparire.

Arduino Rossi

sabato 22 dicembre 2007

I giornalisti e i pennivendoli

C'è una categoria protetta, che quasi nessuno ha il coraggio di contrastare, parlar male, sparlare, se si preferisce: è quella dei giornalisti.
Si vede che il 4° potere è ancora inattaccabile e può distruggereuna carriera, qualsiasi essa sia, presentare e capovolgere i fatti.
Per fortuna esiste Internet, che dà spazio ad altre vovi e questo enorme potere, sino a poco tempo fa, ben controllato nelle redazioni dei giornali, delle televisioni e delle radio, si è incrinato: oggi altre voci si alzano edenunciano, parlano, dicono cose vere, false, belle, brutte, stupidi, acute, intelligenti da perfetti dementi.
Dipende da chi scrive, ovviamente e come scrive: questa società a più voci, con un villaggio globale complesso: con i suoi geni e i suoi scemi.
I giornalisti sanno bene che padrone servire, se vogliono fare un po' carriera, saltare i disperati che cercano di entrare in questomondo affascinante, ma pure difficile, molto faticoso, con tanti ...servi della gleba che lavorano per poco o nulla, in attesa di un futuro migliore.
Io spesso li ho chiamati pennivendoli, ovvero giornalistuncoli di poco valore, sempre pronti a vendersi al miglior acquirente.
Non èsempre così, ma non tutti hanno il coraggio, la presunzione, la facciatosta e l'incoscienza di denunciare ...il marcio, sempre, senza timore, rischiando pure fisicamente, ricevendo insulti dai soliti idioti esaltati, dai ragazzini in preda a crisi isteriche, istigati da adulti flliti e vigliacchi.
I giornalisti sono brave persone?
Forse qualcuno tra loro è pure onesto, ma la maggioranza vende la verità per poco o nulla, per querlla carriera tanto faticosa e oggi neppure stiamata eccesivamente.
Arduino Rossi