giovedì 17 aprile 2008

Giuliano Ferrara e la libertà di parola



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Durante la campagna elettorale c'è stato il fattaccio della contestazione di Giuliano Ferrara a Bologna, da parte dei Collettivi e dei centri sociali: hanno impedito al giornalista ex comunista di parlare.
Ripescare Voltaire è troppo facile, riproponendo la sua famosa frase: "Non approvo ciò che dici, ma lotterò fino alla morte per difendere il tuo diritto di dirlo."
Mi sento un po' ovvio, ma voglio vedere chi, oggi, può contestare questa frase, che sta alla base di tutte le autentiche democrazie.
Inoltre questi contestatori trasformano un personaggio un po' "complesso" in un martire: le vittime delle prepotenze sono sempre da difendere e ispirano pure simpatia.
Ora i nostri ragazzini ribelli potevano mantenere un po' di contegno, sapendo che non si reagisce mai alle provocazioni, altrimenti si fa il gioco del nemico, come insegnavano gli allievi di Mao Tse-Tung, anni fa.
Il sindaco di Bologna ha giustamente condannato le violenze, peccato che qualcuno invece ha sorriso: per anni ho visto, sentito di tutto ed assecondare ancora queste scenate è criminale per me.
Quanti sassi sono stati lanciati e quante parolacce si sono trasformate in istigazione a delinquere per ragazzi e ragazzini un po' esagitati: se uno ha un po' di memoria storica si può rammentare di tragici errori di decenni fa, magari per esperienza diretta.
Speriamo che Giuliano Ferrara non abbia altri aiuti dai soliti ragazzoni che hanno sentito pochi no dalle mammine permissive: una pubblicità elettorale, per di più gratuita come questa, non tutti se la possono "meritare".

Arduino Rossi