mercoledì 12 dicembre 2007

La sinistra arcobaleno

La sinistra arcobaleno, pur avendo come prevalenza al suo interno la falce e il martello, ha rinunciato ai suoi simboli storici e un po' scomodi, prendendo appunto la bandiera arcobaleno come emblema.
I motivi sono soliti: in questa epoca il comunismo, o il suo richiamo ideale, è sempre meno popolare, dopo la fine dell'Unione Sovietica e la scoperta dei crimini di quel regime: per aver qualche voto in più è meglio nascondere simboli improponibili.
Cosa vogliono gli esponenti della nuova sinistra?
Toccano argomenti delicati e complessi. l'ambiente, gli esclusi e gli emarginati, per diversi motivi, dalla nostra società, aggiungendo il precariato e le morti sul lavoro.
Inoltre c'è la questione del salario, delle pensioni, degli extracomunitari.
In pratica tutte le emergenti nazionali e planetarie sono trattate con passione da questa formazione politica.
Per questo motivo bisogna riconoscere il merito di essere gli unici ad aver capito quali siano le priorità di questo inizio millennio.
Sanno dare delle risposte, delle soluzioni?
A dire il vero è proprio qui che la faccenda si fa complessa: non si capisce bene che analisi stia alle loro spalle, che pensiero utilizzino per comprendere la realtà: il marxismo ormai non può essere più utilizzato, vecchio di quasi due secoli.
C'è del terzomondismo, dell'ecologismo, questo d'importazione, con pure un pizzico di spirito liberal, all'americana, per la lotta dei diritti umani.
Arduino Rossi

I cristiani ...in croce

E' incorso un attacco ai valori cristiani?
Questo argomento è stato già trattato più volte, ma è giusto riproporlo: i principi basilari del messaggio evangelico, che si può vedere incarnato nella persona di San Francesco, contrastano fortemente con i valori dominanti e prevalicanti di questi anni.
Il Cristianesimo ci fa apprezzare la povertà, concepita come essenzialità, la semplicità vista come mancanza di esibizionismo, il lavoro nascosto e umile, la disponibilità verso tutti, ricchi o poveri, ultimi o persone importanti.
Tutto questo è considerato una follia dalla genti: la croce è sempre una pazzia e scaldalo per molti.
Eppure nel messaggio di Cristo ci sono risposte che possono dare chiarimenti esistenziali, fondamentali: potrebbero dare senso alle esistenze e dire perché esistiamo.
Questo vivere e sofrire verrebbero visti sotto un'altra luce: quella che rende tutto più bello e sereno.
Non c'è follia più grande di ciò, ma ne vale la pena, il rischio.
Se si rispolvera quindi l'immagine di Cristo, se si vuole con l'aiuto di un suo grande imitatore come San Francesco, si può ritrovare l'amore per la natura, per la bellezza e per ...il prossimo, operazione veramente complessa: per questa difficile decisione di amare chi ci è vicino non ci rimane che chiedere aiuto a Lui, in persona, a Dio.
La specie umana è veramente colma di difetti, chiamiamoli così e di errori, se non di orrori: se si sa superare ciò tutto andrà per il meglio.

Arduino Rossi

Montezemolo e gli statali

Tra le belle parole di pace del Presidente della Confindustria c'è pure un attacco all'assenteismo del Pubblico impiego:
''L'assenteismo non è diverso dall'evasione fiscale: si incassa uno stipendio non guadagnato a scapito dei lavoratori onesti, per questo chiedo al sindacato di mettersi al nostro fianco in questa battaglia."
Le cifre sono pesanti: i dipendenti pubblici sono assenti dal lavoro il 30% in più dei loro colleghi privati.
Queste assenze costano al PIL nazionale un bel 1%: è quasi una finanziaria.
A questo punto, prima di accusare un'intera categoria di lavoratori, bisogna fare alcuni chiarimenti: per anni, grazie al sistema del voto di scambio, si è donato impieghi e non vere funzioni lavorative utili, a persone che nella vita avrebbero forse fatto belle carriere o forse sarebbero finiti sul lastrico.
Certamente il posto fisso e sicuro dava certezze: proteggeva...... molte specie in via di estinzione, non ultime proprio quei gruppi di potere economici che temevano, più di ogni altra cosa, i cambiamenti.
La FIAT, con la sua amministrazione e i suoi interessi nazionali, dove stava all'epoca della lottizzazione dei posti pubblici?
Quali sono i ceti che si spaventano davanti ai mutamenti?
Il liberismo è bello in teoria, ma può essere doloroso.
Gli statali sono stati per decenni l'ossatura conservatrice dell'Italia e su questa gente si sono imposte politiche che premiavano interessi industriali patriottici prima e nazionali poi, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Oggi questi ...poveri statali non servono più?
E' giunta l'ora di sostituirli con moderne società gestite da privati?
Costerebbero di meno e darebbero buoni servizi, così si dice.
Arduino Rossi

I nazisti di fatto e nelle chiacchiere


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A Treviso il solito leghista ha detto qualcosa che non doveva affermare: usare i mezzi delle SS naziste contro gli extramunitari.
C'è stato il solito puttiferio e in parte il signore in questione ha ritrattato la sua brutta battuta.
In molti invece, a bassa voce, ma non troppo, hanno assecondato questa orrenda affermazione: è un fatto ormai assodato, diffuso tra la gente, nei ceti più deboli, l'ostilità e la diffidenza crescente verso gli ultimi arrivati
Condanniamo chi ha parlato in questo modo, ma stiamo attenti a non trasformare in martire uno che ha detto un'enormità, una grandissima stupidaggine.
Le esternezioni ormai non interessano a quasi nessuno, tranne i fedelissimi e i militanti, che rappresentano una minoranza insignificante della popolazione: non ci sono più le avanguardie di Lenin e oggi pure lui è solo una scomoda mummia.
Invece di enfatizzare commenti su sciocchezze incredibili sarebbe meglio stare attenti a pericolosi movimenti sotterranei tra la gente.
In provincia di Bergamo si era formata una banda di uomini delle forze dell'ordine e di civili, dediti a spedizioni punitive contro la malavita straniera.
In questo caso sono stati bloccati i presunti responsabili, ma nella popolazione locale l'omertà era grande e ha permesso a queste persone di agire impunemente per lungo tempo.
Questo fatto dovrebbe preoccupare di più della frase detta in un momento di rabbia.
In futuro si potrebbero formare degli squadroni della morte, come in America Latina?
Troverebbero la complicità delle istituzioni e il silenzio delle popolazioni?
Il rischio di una giustizia fai da te, spicciola e ...nazista c'è: bisogna vigilare, ma soprattutto dare risposte, non retoriche.
In una situazione di illegalità generale, di giudici sempre meno indipendenti, un quadro nefasto di semi-dittatura, con pulizie etniche in azione, potrebbe realizzzarsi in situazioni di grave emergenza dell'ordine pubblico.
Solo la certezza del diritto ci potrà salvare, tutto il resto sono chiacchiere.

Arduino Rossi

Lo sciopero generale dell'avvenire

Ci sarà lo sciopero generale?
Non credo, anzi, sicuramente si arriverà a un accordo......soddisfacente prima dello scoccare dell'ora decisiva, prima dello sciopero, che potrebbe veramente far cadere il governo Prodi, ma dubito che i sindacati abbiano interesse a far ruzzolare la maggioranza di centro sinistra.
E' interessante notare che il Paese si divide ancora in due fronti sociali: da una parte i lavoratori dipendenti, veramente tartassati da destra e da sinistra, dall'altra i lavoratori autonomi, da sempre accusati di essere degli evasori.
In verità lo scontro è sempre più sui così detti....privilegi: in genere, tranne per alcune categorie che non elencherò, si tratta di gente che lotta se non per sopravvivere, per difendere un benessere minimo ed accettabile.
Di lusso tra i lavoratori non c'è proprio: chi guadagna di più lo deve barattare con il rischio, con l'incertezza e spesso con l'insicurezza personale, come per molti negozianti, gestori di pompe di carburante.
Tutti i lavoratori hanno le loro croci, o quasi tutti: ci sono pochi soldi, c'è scarsa soddisfazioni, si sono molti fastidi e tanta stanchezza.
Ora la guerra tra poveri o quasi continua, mentre il reddito da lavoro è passato, negli ultimi 30 anni, dal 60% sul PIL al 40% sul PIL nazionale, invece è cresciuto la percentuale di ricchezza da reddito da capitale.

Arduino Rossi

sabato 8 dicembre 2007

Repubblica e la Chiesa Cattolica


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Arduino Rossi


Cantava Giorgio Gaber: "Quando ero piccolo non stavo mica bene...."
Era la derisione di certi atteggiamenti giovanili, di rivolta, che poi si.... normalizzano con l'età.
Pure io cantavo qualche canzone da rivoltoso, attorno ai vent'anni e parafrasavo una vecchio canto anarchica: "Repubblica borghese, un dì ne avrai vergogna...."
Di che Repubblica parlavo?
Era "La Repubblica", ovviamente: il fuoco della rivolta giovanile e il bisogno di chiarezza e onestà mi spingevano a non amare il neonato quotidiano, che non mi piaceva.
Litigavo con i lettori accaniti, con quelli che si vantavano di avere sotto braccio il ...valoroso quotidiano e io li denigravo, preso dal furore giovanile, con il nomignolo di "repubblichini".
Il tempo è passato e quel furore lo dovetti ...ringoiare tutto, ma l'antipatia per il quotidiano romano mi rimase.
Maturai pure il mio pensiero, ma conservai dubbi atroci nei confronti di "La Repubblica".
Quanto di ....puro e lindo c'è nel primo quotidiano nazionale, quello di centro sinistra, quello un po' progressista, rivolto all'Europa?
Ora lo trovo impegnato nella guerra contro la Chiesa Cattolica, che un tempo combattevo.
Mi guardo in giro, vedo solo cattolici a distribuire cibo e vestiti ai bisognosi, ai senza tetto, vedo l'integrazione negli oratori, quelli che verrebbero tassati se le proposte di "La Repubblica" passassero.
Pure i ricoveri per anziani funzionanti sono gestiti da ordini religiosi, abbiamo ottimi ospedali, come quello di San Giovanni Rotondo, si dice il migliore del Sud Italia.
Non scorgo solo cose buone, ma anche criticabili, però i frutti in genere sono ottimi.
Questa Repubblica borghese cosa vuole?
Posso ipotizzare risposte, i repubblichini sono di ceto medio e non mandano i loro figli negli oratori: oggi ci vanno quelli di ceto medio basso e i figli degli extracomunitari, gli altri, quelli di sinistra, ma non troppo, non se ne importano dei barboni, dei lavavetri.
Sono tolleranti, ma non troppo: lo sono in teoria, ma non sotto casa loro.
Mi dispiace dirlo, ma io non amo i "repubblichini", come non li amavo allora: non credo nella loro buona fede.
Vorrebbero tagliare i soldi alla Chiesa, denaro che finisce in gran parte in opere sociali, pagate oltretutto dallo Stato italiano veramente poco, per avere qualche vantaggio in più.
Non mi voglio censurare questa volta e dirò tutto ciò che penso, sperando che qualche giornale abbia il coraggio di pubblicare la mia lettera.
Perché non si attaccano i dirigenti pubblici, quelli che hanno ridotto il sistema pubblico italiano in queste condizioni vergognose: se fossimo nel privato sarebbero stati licenziati in massa.
Questi signori continuano a costarci tantissimo: ci sono poi moltissimi sprechi nel parastato, nei comuni, con tantissimi ladrocini sotto gli occhi di tutti e nessuno interviene.
Perché "La Repubblica" borghese non attacca, con coraggio e onestà queste schifezze?
Non mi risulta che da questi denari spesi escano servizi per gli anziani, né centri sportivi per tutti, né mense per i mendicanti.
Mi dispiace, ma mi torna la voglia di cantare: "Repubblica borghese un dì ne avrai vergogna...."

I soldi della mafia

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Arduino Rossi
90 miliardi d’euro per le cosche mafiose sono troppi: è un fatturato enorme, degno da una multinazionale di primo piano, a livello mondiale.
La mafia, la camorra, la ndrangheta, la sacra corona unita sono organizzazioni frammentate al loro interno e spesso in guerra, quindi, per nostra fortuna, non si tratta di una sola grande associazione a delinquere: con il suo immenso potere finanziario schiaccerebbe il Paese e lo dominerebbe totalmente.
Quali sono i complici di questo potente sistema criminale?
Ci sono politici coinvolti e quali sono?
Molte aziende, grandi o piccole, trattano affari con questa malavita?
Le risposte sono ovvie: costoro agiscono per interesse, per paura, per una complicità “necessaria”.
Invece una domanda è poco considerata.
Come si può agire per sconfiggere la criminalità organizzata?
Si propone sempre più poteri alla magistratura, più forza alla polizia: io sono convinto che contro potenze economiche così grandi non si possa fare molto.
La guerra contro la mafia la si deve combattere su due livelli: il primo è quello culturale, ovvero ostacolare tutti quegli atteggiamenti para mafiosi, come le raccomandazioni, i favoritismi corporativi.
Il secondo livello è quello dei sequestro dei beni mafiosi: è qui che si combatte la vera guerra, ma deve essere condotta su scala internazionale, perché non si può permettere a queste organizzazioni di trovare “paradisi” dove depositare il proprio tesoro.
In questo caso è la politica, la diplomazia, che può fare miracoli.