lunedì 15 settembre 2008

Cina e olimpiadi, un successo annuciato


La Cina ha vinto, o così pare, con i suoi atleti reclutati con metodi sovietici, da regime: gli sportivi più adatti erano precettati e ricercati tra quel miliardo di persone che costituisce il popolo cinese.
Vincere nello sport corrisponde a una vittoria militare o più: dà prestigio all'estero, fa sentire l'orgoglio di appartenere a una grande nazione, ma pure a uno Stato forte.
I cinesi, pur soffrendo il loro regime per nulla democratico, avranno un motivo per portarsi questo peso sulle spalle: era lo stesso motivo dei sovietici sotto la loro dittatura, ma pure di molta gente sotto i regimi fascisti e nazisti.
Si sopporta perché si è orgogliosi: si guardano i risultati, veri o presunti.
Le Olimpiadi sono state pure un grande affare economico: il prestigio conquistato ricade sempre sulle merci prodotte.
La Cina, con tutte le sue mercanzie, ha avuto, indirettamente, una grande vetrina, che è sicuramente servita a dimostrare quanto valgono i cinesi: non sono solo produttori di oggetti dozzinali, ma sono stati abili organizzatori, costruttori di stadi modernissimi e hanno gestito tecnologie dell'ultima generazione.
Quindi è stato tutto bello o quasi?
Da quando lo sport è diventato uno strumento di propaganda per i regimi e per le loro malsane ideologie, tutto questo pare una farsa, una brutta commedia recitata male: lo sforzo e la volontà dell'atleta, che singolarmente vuole migliorarsi, scompare sotto tutto questo bisogno di apparire di grigi tiranni, di immagini pubblicitarie che falsano la realtà.
Arduino Rossi

I senza tetto


Chi vive in queste condizioni è uno che non ha nulla, o quasi, da perdere: può essere spinto dal bisogno o dall'abuso dell'alcool, delle droghe a compiere crimini.
Non tutti costoro però sono alcolizzati, tossicodipendenti, criminali appena gettati fuori dalle prigioni per indulto, o perché sono troppo piene: molti sono dei miseri che non farebbero del male a una mosca, molti sono i malati mentali che non hanno trovato uno spazio nei centri psichiatrici per diversi motivi.
Altri sono dei poveracci, per esempio, che soffrono di depressione e non hanno alle spalle le famiglie: oggi è facile perdere il lavoro e poi pure la casa.
Sì, ce ne sono di tutti i tipi e con tanti problemi.
Ora è ovvio che un provvedimento di questo tipo, che si interessa dei poveracci, perché poveracci, non potrà riguardare solo Roma, ma certamente tutta Italia.
Ora è lecito dire.
Perché solo chi non ha casa è un potenziale criminale?
Solo loro si possano trasformare in stupratori?
I barboni, nel linguaggio del Nord Italia, oppure detti clochard, come si chiamano in Francia, uniti a tanti altri disperati che lavorano, italiani o stranieri, ma che non si possono permettere una casa, sono loro i più pericolosi per la nostra sicurezza?
Arduino Rossi

Giù le mani dai francescani


Un tempo nessuno toccava i francescani, neppure i mussulmani, neppure i turchi, che li lasciarono a custodire il Santo Sepolcro a Gerusalemme.
I briganti li rispettavano perché ricevevano aiuti in caso di ferimenti: per i seguaci di San Francesco ogni uomo bisognoso deve essere soccorso.
I tempi sono mutati e la violenza non rispetta più nulla e nessuno: è spesso fine a se stessa, senza autentici vantaggi.
Colpire vecchi, donne, ragazzini è tipico di una criminalità di periferia, tanto stupida quanto feroce: questa spavalderia nasconde una grande codardia.
Il problema è sempre quello: spesso costoro sono già noti alle forze dell'ordine. Hanno gravi precedenti penali con pene in attesa di giudizio definitivo, con condanne pesanti già sentenziate e mai scontate.
Sono stati perdonati più volte, ma senza far nascere in loro tracce di pentimento.
Si vede che la tolleranza zero, così come la concepiamo noi italiani, non basta: questo fatto è pericoloso, se non si risolve il dramma delle carceri stracolme, con pene reali e alternative, tutto sarà vano.
Certi gesti violenti si ripeteranno: ci sono dei personaggi che non hanno ancora conosciuto la possanza della Giustizia, nonostante il loro curriculum criminale da “primi della classe”.
Arduino Rossi

I 100 giorni di Berlusconi


Il governo Berlusconi non si ferma e prosegue con i suoi provvedimenti che definirei conservatori, di restaurazione, quasi sorprendenti.
Si vede che siamo proprio in un'altra epoca e si tenti di restaurare qualcosa del passato, imponendo situazioni antiche.
Io sono sempre un po' perplesso, non solo per il ritorno della disciplina dura, forse necessaria in una scuola allo sfascio in certe realtà periferiche, ma pure per questa politica, che getta nella spazzatura molte riforme del passato, senza salvare le buone intenzioni dei legislatori di allora.
E' vero che è difficile, per molti genitori, interpretare il giudizio scritto degli insegnanti: un chiaro e inequivocabile numero li renderà coscienti sulla resa reale del figlio a scuola, senza dubbi e incertezze, senza una brutta sorpresa finale.
La disciplina poi è da tempo sfuggita dalle mani degli educatori: atti di violenza, in certi casi pure criminale, avvengono fuori e dentro gli istituti scolastici.
Sarà il 5 in condotta a risolvere questi problemi?
I ragazzacci bocciati per i loro gesti e i loro comportamenti saranno espulsi prima dalla scuola: saranno gettati allo sbaraglio nel mondo esterno, molto più duro e crudele di quello scolastico.
Passeranno dalle aule al riformatorio?
In certi casi sarà così, ma sarà una sconfitta di chi vedeva e vede la scuola un luogo di educazione, di insegnamento, pure verso coloro che a scuola non vorrebbero andare, che la subiscono, che non ne capiscono l'importanza.
Più bravi alunni avremo e meno emarginati ci saranno nelle strade, meno delinquenti avremo nelle prigioni.
Temo che il 5 in condotta gli insegnanti lo applicassero di fatto da tempo.
I giudizi nei confronti degli alunni sono legati tantissimo alla loro esuberanza: più si agitano più disturbano la classe e i nervi dei professori, peggiori saranno i giudizi in pagella.
Arduino Rossi
Un tempo nessuno toccava i francescani, neppure i mussulmani, neppure i turchi, che li lasciarono a custodire il Santo Sepolcro a Gerusalemme.
I briganti li rispettavano perché ricevevano aiuti in caso di ferimenti: per i seguaci di San Francesco ogni uomo bisognoso deve essere soccorso.
I tempi sono mutati e la violenza non rispetta più nulla e nessuno: è spesso fine a se stessa, senza autentici vantaggi.
Colpire vecchi, donne, ragazzini è tipico di una criminalità di periferia, tanto stupida quanto feroce: questa spavalderia nasconde una grande codardia.
Il problema è sempre quello: spesso costoro sono già noti alle forze dell'ordine. Hanno gravi precedenti penali con pene in attesa di giudizio definitivo, con condanne pesanti già sentenziate e mai scontate.
Sono stati perdonati più volte, ma senza far nascere in loro tracce di pentimento.
Si vede che la tolleranza zero, così come la concepiamo noi italiani, non basta: questo fatto è pericoloso, se non si risolve il dramma delle carceri stracolme, con pene reali e alternative, tutto sarà vano.
Certi gesti violenti si ripeteranno: ci sono dei personaggi che non hanno ancora conosciuto la possanza della Giustizia, nonostante il loro curriculum criminale da “primi della classe”.
Arduino Rossi

venerdì 5 settembre 2008

Dove sono i risultati di Brunetta?



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La politica del Ministro Brunetta pare proprio tutta legata alla caccia ai “fannulloni”: con questo termine si intende quella categoria di persone che fanno i parassiti nel Pubblico Impiego.
Ora si è limitato a colpire, indiscriminatamente, tutti i lavoratori malati pubblici, riducendo il pagamento dei giorni di malattia, imponendo più controlli, spesso costosi.
Il risultato finale è stato una maggior presenza di dipendenti sul posto di lavoro.
E’ una buona cosa?
Il fatto sta tutto nell’organizzazione del lavoro nel pubblico impiego.
Spesso gli appalti sono di dubbia efficacia e i dati della Corte dei Conti non sbagliano: ci sono computer vecchi, strumenti di lavoro obsoleti e sono spesso pagati a caro presso, come se fossero l’ultima novità tecnologica.
Nel pubblico si lavora male e in cattive condizioni: le pratiche spesso non hanno un senso logico, uno scopo razionale, ma tante volte servono solo a riempire scaffali polverosi.
Il signor Brunetta avrebbe fatto bene a portare avanti una politica di razionalizzazione della burocrazia e di informatizzazione, mandando su Internet tutto o almeno gran parte delle procedure, evitando doppioni, concentrando in un solo ufficio o in meno uffici licenze, permessi e autorizzazioni..
Così si finirà di peregrinare da stanza a stanza, da agenzia ad agenzia, dal comune, alla provincia sino alla regione.
E’ questo il vero risparmio e la vera rivoluzione burocratica italiana: darebbe alla nostra asfissiata economia una spinta poderosa, altro che qualche strumento punitivo contro gli statali fannulloni, ma spesso pure ammalati veramente.
Arduino Rossi

Statali al lavoro inutile



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Cosa pensa l’opinione pubblica dei dipendenti pubblici: sono tutti dei fannulloni e …..furboni, amici di parassiti professionisti, gente messa lì, per mangiare il pane senza sudare.
E’ vero?
In parte sì, ma con le riforme del signor Brunetta, valente Ministro dell’ultimo governo Berlusconi, si fa tanto fumo e niente arrosto: si sostiene che c’è una categoria sociale che vive sulle spalle di chi lavora.
Sta parlando dei politici di professione?
No, sparla degli statali, parastatali, comunali e personaggi simili.
Ha ragione di mandare a lavorare questi “sfaticati”?
Il problema solito è che qualcuno già fatica e si guadagna la pagnotta, anche tra questa gente: sono i non furbi tra i furbetti, coloro che non sanno imbrogliare.
Sono persone oneste e per questo sono derise.
I dipendenti pubblici da carriera sono spesso i figli legittimi dei politici, talvolta lo sono proprio anche per l’anagrafe: sanno vendere bene il fumo che fanno.
I dati che danno sono da super produzione, ma la verità oggettiva è sotto gli occhi di tutti.
Come finirà?
I fannulloni figli di……continueranno a fare nulla, mentre chi lavora si troverà tante altre scartoffie sulla scrivania.
Quando i nostri amati politici manderanno a casa i loro protetti (figli prediletti), allora i mangia pane a tradimento dovranno lavorare veramente.
Arduino Rossi

Xenofobia italiana



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Il Commissario dei Diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg ci accusa di xenofobia.
Dovremo sottostare alle ingerenze di Bruxelles?
Difendere questo governo, quelli del passato e quelli futuri non mi interessa assolutamente: voglio così togliere ogni dubbio e illazione.
Le impronte prese agli zingari, o come dice Maroni, solo agli abitanti dei campi nomadi, per sapere chi li frequenta, la politica di espulsione dei clandestini, sempre se si farà seriamente, non sono fatti così gravi da giustificare accuse particolari.
Il fatto invece che l'Europa dei burocrati è sempre meno simpatica alla gente: questi commissari europei sembrano un po' dei marziani, che ci calano sulla testa.
Le direttive di Bruxelles sono spesso sentite come imposizioni estranee, che ci limitano nella nostra autonomia.
Sì, la mitica Europa, sta deludendo, tanto, tanto: essere accusati un po' tutti di razzismo, proprio da questi europei che hanno per decenni maltrattato, umiliato, insultato gli italiani mi lascia con l'amaro in bocca.
Quanti emigranti sono tornati da quei Paesi con sacchi colmi di offese, con anni di umiliazioni, con rospi ingoiati per mantenere le famiglie a casa.
Nessuno allora e neppure oggi, si è infuriato: ha accusato la stampa, la popolazione locale, pure la polizia di xenofobia.
I napoletani erano tutti sporchi e fannulloni, i siciliani erano tutti mafiosi, gli italiani erano solo capaci di infastidire le donne, di imbrogliare: erano sozzi, erano falsi.
Queste accuse si ripetono: fanno tanto ridere grasse signore e signori nel Nord dell'Europa, con comici dozzinali che imitano, anzi scimmiottano il modello stereotipato di come ci hanno dipinto, inventato.
Siamo il popolo dell'immondizia nelle strade, ma ora siamo pure razzisti.
Mio padre conobbe la “dolcezza” dei campi di prigionia nella Germania nazista, mio nonno il lavoro duro e gli insulti in Svizzera, altri mie conoscenti assaporarono le umiliazioni dei campi Inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale.
In tempi recenti, vicini e vicinissimi a noi, in tanti hanno ricevuto spintoni, sono stati espulsi con violenta dai bar, dai locali pubblici in quei Paesi “tanto umanitari”: non sono mancati i cazzotti e i pestaggi.