giovedì 27 marzo 2008

Beppe Grillo e l'antipolitica



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Il "padre e la grande guida" dell'anti-politica, Beppe Grillo, continua a lanciare strali, a denunciare fatti gravi e sciocchezze: non è tutta colpa sua se in tanti non sanno cosa fare nel seggio elettorale.
Non solo non sanno se votare a destra, al centro o a sinistra, ma sono pure indecisi se recarsi alle urne oppure no.
E' un obbligo andare al voto?
Lo è certamente, almeno moralmente, per sé e per chi ci sta accanto.
Bisogna decidere e poi, se non si è soddisfatti, cambiare opinione e futuro voto: non è un tradimento, ma una libera scelta.
Mi dispiace non essere completamente d'accordo con il Presidente della Repubblica: i cittadini crederanno nelle Istituzioni, nel Parlamento, quando si sentiranno veramente rappresentati da chi eleggono.
Per troppo tempo si è votato qualcuno per impedire a qualcun'altro di salire al potere: per questo si rispolverano vecchi miti come la lotta di classe, l'antifascismo, l'anti-comunismo.
Forse le questioni sono più serie e più semplici: chi ha commesso gravi reati finanziari deve finire in carcere e non in Parlamento.
C'è un proverbio popolare delle mie parti che dice: "Chi ruba poco va in galera, chi ruba tanto fa carriera."
Sarebbe bello vedere che anche i grandi ladri finiscono dietro le sbarre e non si mascherano dietro partiti politici.
Sto pretendendo troppo?
Arduino Rossi

Le ingiustizie nelle Pubbliche Amministrazioni



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Voglio parlare ancora di Pubblica Amministrazione, esattamente di quelle nuove forme di apparati statali che sono le Agenzie: nel tentativo di rimodernare il sistema di riscossione e della burocrazia sono state "inventate" queste nuove, ma non troppo, realtà.
Dovevano essere uno strumento non più pubblico, ma ben controllato dallo Stato, per snellire le procedure di riscossione delle tasse, oltre che strumenti necessari ed efficaci per combattere l’evasione.
Cosa si è ottenuto?
Nella mentalità dei politici italiani non esisteva nulla di simile ed allora si è deciso di creare un nuovo parastato, ovvero la ricostituzione delle partecipazioni pubbliche in uffici che non dovevano diventare rigide strutture, gestite con vecchie mentalità.
La prima vittima di tutto ciò fu il merito, che venne riconosciuto grazie ad astrusi mezzi di calcolo: ricordano un po’ i sistemi dei piani quinquennali sovietici: all’interno di queste realtà, non nuove, esistono tanti privilegi, così il lavoro cascò addosso ai fessi, mentre i premi erano per gli amici dei politici e dei sindacati.
La prova di tutto questo sta negli scarsi risultati reali, che tutti noi possiamo vedere, nello snellimento delle procedure, con la permanenza dell’evasione.
Così ora si hanno enormi ingiustizie in queste Agenzie: su tutto c’è il favoritismo, pure sindacale, che ha generato tanti figli e tantissimi figliastri.
Arduino Rossi

L'Italia e la bassa crescita economica



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E’ di fatto ufficiale: secondo Ocse la crescita del PIL dell’Italia, nel 2008 potrà essere dal massimo 0,7 a un infausto, negativo, meno 0,1.
Sono i dati peggiori degli ultimi anni e sono veramente ingiustificabili: si dà colpa alla crisi statunitense, ma negli Stati Uniti si avrà una crescita inferiore al previsto e non una recessione.
Nel resto d’Europa si avrà uno sviluppo migliore del nostro.
La recessione è un fenomeno italiano, tutto nostro.
Quali sono le cause?
E’ nel grande debito ereditato, sempre, dai governi precedenti?
Sta nella burocrazia lenta e demenziale?
Nel sistema Italia, invecchiato, ma non solo dal punto di vista anagrafico?
Purtroppo non è così, non sono solo queste le cause: il principale fattore che provoca recessione, per me, si trova nella cultura dominante in Italia, quella dell’apparire.
E’ una valutazione strana, ma in Italia si è perso il concetto di verità oggettiva: si mente e si nega l’evidenza con grande spudoratezza.
Pure i dati ufficiali sono spesso lacunosi, qualcuno sostiene che sono addirittura falsi.
I colpevoli accusano e si mostrano con la loro arroganza, i furbetti e i truffatori si aggirano tranquilli, con le loro auto di grossa cilindrata, sempre impeccabili, nei centri cittadini.
I raccomandati semianalfabeti vincono i concorsi pubblici.
La vera riforma italiana sta nella ricerca della verità, nelle giuste punizioni, che si devono dare ai bugiardi: specialmente ai politici mentitori.
Solo se riusciremo a vedere i fatti come sono, con logica, razionalità e obbiettività, si vincerà la stagnazione, l’invecchiamento, il declino.
Arduino Rossi

Alitalia e la solita Italia, con giochi sporchi.



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La ristrutturazione dell’Alitalia è un vero dramma nazionale, oso dire semiserio: una società gestita male, anzi malissimo, che ha accumulato tantissimi debiti, da dover fallire già anni fa.
La compagnia di bandiera è, per una certa cultura nazionalista, oso dire patriottica, una necessità, un biglietto da visita: a dire il vero proprio un bel modello e una bella figura non fa questa società.
Gli sperperi, per limitarsi a questi e non sospettare ben altro, sono stati parecchi, essendo un bene da gestire con concetti pubblici, partitici, clientelari , lottizzazioni varie.
Ora il debito dovrebbe cadere sulla comunità e qui c’è un grande pasticcio, perché non è possibile aumentare il debito pubblico.
Ora si è scelto la via Airfrance, che segue i suoi interessi e non i nostri, danneggiando l’Aeroporto della Malpensa e l’economia lombarda, invece la scalata italiana farebbe gli interessi di alcuni gruppi e i debiti cadrebbero sull’Alitalia.
I sindacati non vogliono i licenziamenti, giustamente: il quadro è complesso ed è impossibile far contenti tutti, ma un fatto è certo: chi ha sbagliato sino ad oggi non pagherà: questo è un vero peccato, anzi un’autentica negligenza pubblica.
Regionalismi, nazionalismo, finanza e interessi variegati sono tutti attorno a questo capezzale: alla fine qualcuno riuscirà pure a farsi qualche bella speculazione in borsa.
Arduino Rossi

Quando si andrà in pensione?



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Scusate se pongo qualche quesito che mi interessa pure personalmente.
Per quanto riguarda le pensioni che intenzioni hanno?
Cosa vogliono fare dei giovani precari? Li vogliono vecchi e sempre in cerca del posto fisso?
Cosa propongono per risolvere la questione della sicurezza pubblica, degli abusi e delle prepotenze dei manifestanti?
La giustizia non guarderà in faccia a nessuno?
Ci saranno i soliti intoccabili, che potranno stare tranquilli, qualsiasi cosa faranno, o commetteranno?
Non so che opinione avete voi, ma che Veltroni abbia una pensione d'oro non me ne importa nulla: ora sarà costretto a darla tutta in beneficenza, se non l'aveva già versata.
Non sono i denari ricevuti legalmente che mi impensieriscono: è giusto spendere di meno per la politica, su questo non ci sono dubbi.
Sono sempre interessato a ciò che passa sotto il banco: la Corte dei Conti sostiene che ormai la corruzione è un costume consolidato nella vita pubblica italiana.
Arduino Rossi

martedì 25 marzo 2008

Kossovo e il nazionalismo russo



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Il Kossovo è una dei grandi conflitti a rischio di questi anni, per colpa di errori diplomatici e di politica estera da "incoscienti": il nazionalismo Serbo, legato all'Ortodossia e alla fratellanza slava, sta montando.
La Russia sta ritrovando una sua forza, un suo orgoglio, proprio su questi sentimenti nazionalisti e religiosi, oltre che culturali.
Neppure durante il periodo Sovietico questa essenza della nazione russa è stata totalmente scordata, anzi, la Seconda Guerra mondiale è stata definita la grande guerra patriottica.
Nazione, religione, cultura, senso di appartenenza etnica, con un forte e antico astio anti occidentale non sono da sotto valutare, specialmente quando la fonte principale di ricchezza della Russia è il petrolio.
L'indipendenza del Kossovo poteva essere posticipata e la scelta di imporla ora, in questa fase storica, è stata infelice: l'autonomia reale, che era precedente all'indipendenza, era più che soddisfacente.
In pratica l'indipendenza è stata solo una faccenda formale, nient'altro.
Ora bisogna sperare e pregare Dio, perché non ci sia una scintilla che ci metta in un conflitto con la Russia: non è tanto uno scontro militare di cui bisogna aver timore, ma le ripercussioni sui rifornimenti di gas e di petrolio russo, che ci porterebbero in una crisi economica senza precedenti in questi ultimi 50 anni.
La politica estera non è mai da sottovalutare: i cittadini dovrebbero essere più critici nei confronti di chi combina pasticci, anche gravi, chiedendone le dimissioni.
Visto che siamo in Europa e la scelta è stata europea, sarebbe giusto che intellettuali, giornalisti onesti, denunciassero i pericoli di un'eventuale detonazione nella polveriera balcanica: la storia purtroppo insegna.
Arduino Rossi

La borsa e i suoi trucchi



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Il mercato finanziario sta facendo le bizze, come aveva fatto altre volte in passato: non si hanno certezze e si intuiscono movimenti speculativi, forse addirittura operazioni al limite della legalità, se non altro.
La sensazione brutta è che i soliti esperi, talvolta lindi e altre volte sospetti, diano notizie corrette, ma con enfasi particolare: così sospingono a comprare o a vendere in momenti inopportuni.
Si potrebbe sospettare che non sempre facciano l'interesse di chi li ascolta, di chi legge i loro articoli.
Bisogna saper vagliare e percepire quando si stanno "divertendo" alle nostre spalle: ci sono azioni più o meno sicure, ma proprio quelle che hanno toccato il fondo spesso risalgono, come il caso della Parmat, da acquistare dopo il Crack, quando era giunta al minino storico.
Invece si rischia di comprare titoli troppo apprezzati e destinati a essere venduti, dai soliti furbi, per realizzare, ovvero portare a casa i soldi: l'inesperto così subisce perdite con azioni perfettamente sane e stabili.
Bisogna poi stare attenti all'orso (termine che indica la Borsa in perdita), non fidarsi troppo del toro (termine che indica la Borsa in salita), non finire nel parco buoi, ovvero essere considerato bestiame da macello, da parte dei vecchi speculatori.
Mi scordavo, ci sono pure le bufale nel mercato finanziario, o meglio le panzane che si raccontano, si fanno bere agli allocchi.
Quanti animali ci sono in Piazza Affari!
L'importante è non essere trattati come merli, o piccioni.
Arduino Rossi